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I cardini dell’unione bancaria

Il tassello che ha aperto la strada verso la vera e propria unione bancaria europea è la Efsf che cesserà di esistere a luglio 2013 per lasciare il posto all’Esm. L’Esm non è solo un fondo salva-Stati, ma anche salva-banche. E i suoi interventi si realizzeranno sulla base di memorandum d’intesa che dovranno prevedere una dettagliata disciplina delle modalità e dei tempi della ricapitalizzazione, oltreché dei controlli da effettuare sul loro rispetto. Diventa perciò assolutamente necessario che si costruisca rapidamente una struttura in grado di prevenire e gestire i rischi.

Inizia l’era Omt

La Bce ha inaugurato l’era delle Outright Market Transactions. È l’atteso piano di acquisto di titoli sovrani sul mercato secondario. Ha quattro caratteristiche essenziali: è illimitato nella sua portata; gli acquisti saranno pienamente sterilizzati; riguarda titoli con scadenza breve e prevede condizioni per il paese che voglia accedervi. Dimostra che almeno la Banca centrale si preoccupa della sopravvivenza della moneta unica e ne rafforza l’indipendenza. Ma ripropone un rimpallo di responsabilità con gli Stati membri e difficilmente risolverà i problemi dell’euro.

Poca liquidità nei portafogli degli italiani

La fragilità finanziaria delle famiglie italiane non è necessariamente connessa alla classe media, ma sembra essere legata a un eccesso di proprietà immobiliare nei portafogli, soprattutto per i più giovani e per i più anziani. Le famiglie dovrebbero dunque cercare di detenere strumenti sufficientemente liquidi per fronteggiare il rischio di spese inattese o di interruzioni del flusso di reddito. Ma anche gli intermediari e i consulenti finanziari dovrebbero forse rivedere le regole standard della gestione dei portafogli delle famiglie.

Mps e l’abbraccio mortale banca-stato

Secondo quanto riportato dal Sole-24-Ore del 29 agosto, il Presidente del Monte dei Paschi di Siena Alessandro Profumo avrebbe dichiarato, a proposito della precedente gestione della banca, che “l’errore più grave non è stato l’acquisto di Antonveneta … quanto l’aver messo in portafoglio 27 miliardi di Btp: una scelta che, a oggi, è costata 5 miliardi di capitale alla banca. Senza quel fardello non avremmo avuto bisogno di aiuti pubblici”.

Il mutuo? si stima con Google

Attraverso l’attività di ricerca dei suoi utenti, Google raccoglie una enorme mole di informazioni. Per alcuni si tratta di un attentato alla privacy dei cittadini, ma questi dati costituiscono anche un’importante fonte di informazioni che può trovare le più disparate applicazioni, compreso l’ambito finanziario. Per esempio, in Italia permette di stimare l’evoluzione della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni. E per i prossimi mesi è previsto un ulteriore rallentamento del mercato.

La Bce continua a rimanere un bumblebee

Anziché spiccare un volo da ape, la Bce ronza su e giù come un grosso e pesante insetto. Infatti, dopo le recenti dichiarazioni del presidente Mario Draghi i mercati si aspettavano provvedimenti decisi, come un programma di acquisto di titoli (di stato e non) preannunciato nella sua durata, nella sua ampiezza e  nei suoi obiettivi. Invece, soltanto segnali sull’eventualità che, forse, si potrà agire in futuro. Un autogol. E la delusione dei mercati non ha mancato di farsi sentire.

Benvenuta Bce

Mario Draghi ha promesso che farà tutto quello è necessario per salvaguardare l’euro. Sembra essersi impegnato a rendere la Banca centrale un prestatore di ultima istanza, assegnandole così un ruolo finora ritenuto incompatibile con gli attuali Trattati. Anche l’unione bancaria discussa all’ultimo vertice europeo è stata anticipata da una dichiarazione del presidente della Bce. Insomma, i rischi restano, ma l’ottimismo deriva dal fatto che a guidare la politica monetaria europea è un serio economista, che è anche un astuto politico.

La ricapitalizzazione delle imprese fa bene alle banche

Nel 2013 entra in vigore Basilea 3 che inasprisce i requisiti patrimoniali delle banche. Potrebbe così diminuire ulteriormente l’erogazione di credito alle Pmi. Invece di cercare soluzioni ad hoc, si potrebbe favorire una maggiore capitalizzazione delle aziende. Le simulazioni mostrano che un aumento del 20 per cento per tre anni dei conferimenti di capitale da parte dei soci avvierebbe un circolo virtuoso. Per le imprese scenderebbe l’indebitamento e la loro maggiore stabilità comporterebbe un risparmio per le banche in termini di patrimonio di vigilanza fino a 10 miliardi.

Vendite allo scoperto: perserverare diabolicum

Ieri la Consob ha reintrodotto il divieto delle vendite allo scoperto sui titoli del settore finanziario e assicurativo per la settimana in corso. Il divieto riguarda sia le vendite allo scoperto assistite dal prestito dei titoli (“covered”) che quelle “nude”,  come già  nell’agosto 2011 – divieto poi parzialmente rimosso nel febbraio 2012. In tal modo, purtroppo la Consob mostra di non apprendere dall’esperienza del passato. L’evidenza empirica sugli effetti dei divieti delle vendite allo scoperto imposti dalle autorità di molti paesi nel 2008 dopo il fallimento di Lehman Brothers mostra che essi danneggiano la liquidità del mercato e non offrono sostegno del mercato (tranne che tutt’al più nel brevissimo periodo), come già abbiamo evidenziato in un intervento pubblicato su questo sito nel 2010 e che riproponiamo. Questa evidenza è stata confermata da studi condotti  sugli effetti dei divieti delle vendite allo scoperto reintrodotti in Austria, Belgio, Grecia, Francia, Italia e Spagna nell’agosto 2011. Ciò non ha però scoraggiato la decisione di ieri da parte della Consob, salvo forse che sotto il profilo della (per ora breve) estensione temporale del divieto. Purtroppo sembra che il divieto delle vendite allo scoperto sia un riflesso condizionato delle autorità di regolamentazione, a prescindere dai suoi effetti. Tuttavia “errare humanum est, perseverare diabolicum”.

Mai più salvataggi

Un pacchetto di salvataggio che impedisca il crollo dell’euro non può prescindere da trasferimenti di solidarietà dai paesi a tripla A verso i paesi con zero A. Ma ciò richiede anche un cambiamento nella divisione dei compiti all’interno dell’Eurozona. Alle autorità sovranazionali devono essere attribuiti tutti quei poteri di controllo che rendono credibile il principio del “mai più salvataggi”. Ovvero, ciò che permette il fallimento di un singolo Stato senza per questo coinvolgere le sorti dell’intera area: dall’unione bancaria all’Iva, dal reddito minimo alla politica sull’immigrazione.

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