La flat tax viene presentata come uno strumento di semplificazione, ma per essere sostenibile dovrebbe complicarsi con un sistema di detrazioni e deduzioni o risultare molto onerosa per i meno abbienti, con un’aliquota unica elevata.
Categoria: Fisco Pagina 12 di 85
Ci sono tanti motivi per ritenere la flat tax, la cosiddetta “tassa piatta”, indesiderabile. Curiosamente, quasi nessuno di questi motivi viene utilizzato nel dibattito pubblico, che invece si concentra su altri che, nella maggior parte dei casi, sono totalmente – e insopportabilmente – fasulli.
Le proposte di flat tax di Forza Italia e Lega darebbero un gettito nettamente inferiore a quello attuale dell’Irpef, anche con un ottimistico recupero totale dell’evasione. A beneficiare del risparmio di imposta sarebbero soprattutto i redditi più alti.
La politica fiscale favorisce l’acquisto dell’abitazione di residenza. È una scelta che non ha giustificazioni dal punto di vista economico. Avvantaggia i proprietari rispetto a coloro che vivono in affitto e limita la mobilità geografica.
L’obiettivo dell’Assegno unico universale per i figli è quello di colmare le differenze tra l’Italia e gli altri paesi europei in termini di supporto alla famiglia e sostenere le nascite. I primi dati indicano che raggiunge le famiglie meno abbienti.
Introdotta con obiettivi ambiziosi, la cedolare sugli immobili residenziali dati in affitto ha prodotto risultati limitati in fatto di emersione di base imponibile e di alloggi immessi sul mercato. Di sicuro ha avvantaggiato i proprietari più ricchi.
È finalmente possibile utilizzare i dati dell’Archivio dei rapporti finanziari per identificare i comportamenti a più alto rischio di evasione. Il Pnrr ha dato infatti una spinta decisiva per risolvere le questioni legate alla privacy dei contribuenti.
Dal 30 giugno, gli esercenti saranno obbligati ad accettare pagamenti con bancomat e carte, pena una sanzione pecuniaria. È un passo avanti, ma gli incentivi per ridurre davvero l’evasione potrebbero non essere abbastanza.
Il Governo sembra aver negato definitivamente ulteriori proroghe al Superbonus. Riproponiamo questo articolo di dicembre scorso, che insieme ad altri, spiega i limiti della misura. Come tutti gli altri bonus edilizi, infatti, anche il 110 per cento ha il difetto di favorire le fasce più abbienti, cui si aggiunge la totale insostenibilità per le finanze pubbliche.
Un’eventuale “pace fiscale” porterebbe alle casse dello stato una somma ben inferiore all’ammontare teorico. Cancellare i crediti non più esigibili sarebbe l’unica soluzione, ma neanche la legge delega di riforma fiscale affronta la questione.