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Tagli ai sussidi alle imprese: quale evidenza?

Credo sia arduo trovare un esperto di politiche industriali che non sia d’accordo sul fatto che, in Italia, il sistema di incentivi alle imprese vada riformato e, relativamente ad alcune tematiche, sicuramente ridimensionato. Seppur in quantità limitata, visto che da tempo non sono ammesse dalle linee guida della UE, vi sono ancora forme di sussidio che riguardano tipologie di investimento che poco hanno a che fare con fallimenti del mercato.

Un taglio ai sussidi per ridurre le tasse

La riforma dei sussidi alle imprese si presta perfettamente a un’operazione di riduzione della spesa accompagnata da una riduzione della tassazione senza l’esigenza di compensazioni. Un intervento così disegnato non ridurrebbe l’ammontare di risorse disponibili per un sistema produttivo già fiaccato da anni di crisi. Eliminerebbe invece trasferimenti improduttivi, consentendo una riduzione generalizzata del cuneo fiscale che beneficerebbe tutte le aziende. Un articolo scritto da due degli autori del Rapporto al presidente del Consiglio e ministro dell’Economia e al ministro dello Sviluppo.

Chi s’ingrassa paga

È abortita la proposta del ministro Balduzzi di tassare le bevande zuccherate. È un peccato. Sollevava problemi tecnici non banali e richiedeva molto equilibrio. Appariva tuttavia giustificata sul piano dei principi dall’obbligo di solidarietà in campo sanitario. Perché limita la libertà individuale per impedire quelle dipendenze e quelle cattive abitudini che in futuro limiterebbero gravemente la libertà dell’individuo. Ed è una politica che vede numerose applicazioni all’estero.

Ecco il nuovo Isee

È in dirittura d’arrivo il Dpcm che rivede l’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente. Il governo conta di far partire la riforma nel 2013. La riforma dovrebbe toccare gli aspetti più problematici dello strumento. Previste nuove modalità di calcolo, che dovrebbero migliorarne la capacità selettiva. Il nuovo Isee sarà differenziato a seconda della tipologia di prestazioni, per renderne più flessibile l’applicazione. Potenziato il sistema dei controlli.

Un esperimento contro l’evasione

È possibile valutare rigorosamente se un nuovo intervento di politica pubblica può essere efficace? Negli ultimi decenni il ruolo della ricerca sperimentale nella scienza politica è cresciuto: verificare sul campo, attraverso esperimenti controllati, l’efficacia di diversi tipi di intervento può fornire qualche argomento laddove il confronto rischia spesso di essere ideologico. Come dimostrano gli esempi delle lotterie anti-evasione in alcuni paesi asiatici. O in Gran Bretagna il test sull’invio di un messaggio personalizzato a chi non ha pagato una multa.

UN INUTILE COLPO DI MANO

In un decreto legge è stata inserita una proposta per l’accorpamento dell’Agenzia del Territorio con quella delle Entrate e dei Monopoli di Stato con l’Agenzia delle Dogane, mentre gli uffici che si occupano delle commissioni tributarie si trasferiscono dal Dipartimento delle Politiche fiscali a quello del personale. Si tratta di decisioni prive di logica aziendale o di razionalizzazione. Altri sono i campi della pubblica amministrazione in cui servirebbero l’eliminazione di sovrapposizioni o l’introduzione di misure per una maggiore specializzazione.

TERREMOTO. E AUMENTA IL CARBURANTE

Per raccogliere i primi 500 milioni da destinare quest’anno alle aree terremotate dell’Emilia il governo ha deciso un incremento dell’accisa sui carburanti, il quinto dal 2000 a oggi. Una scelta adeguata? Intanto, i conti potrebbero non tornare perché i consumi di benzina e gasolio saranno presumibilmente inferiori a quelli dall’anno passato. E forse andrebbe evitato un intervento che tocchi anche il trasporto merci, per non creare inflazione da costi. Parte del carico avrebbe potuto gravare su altri tributi, come quelli su sigarette o lotterie.

L’AMERICA E LA PROGRESSIVITÀ PERDUTA*

Il sistema fiscale degli Stati Uniti è troppo o troppo poco progressivo? Con i mutamenti verificatisi nell’economia mondiale, i guadagni e le disponibilità economiche di molte famiglie americane della classe media e delle fasce di reddito più basse sono rimasti stabili o addirittura diminuiti. Mentre sono cresciuti i redditi della fascia più alta. Allo stesso tempo, le aliquote fiscali sono scese solo per i redditi più alti. Dunque il sistema nel suo complesso è oggi meno progressivo. E ciò contribuisce a un aumento delle diseguaglianze che pone problemi seri per il futuro.

EQUA, SEMPLICE E FEDERALISTA: TROPPE QUALITÀ PER L’IMU

È arduo disegnare un’imposta basata sul valore degli immobili che sia contemporaneamente equa, di semplice applicazione e federalista. E infatti l’Imu è un’imposta abbastanza semplice. Ha però problemi di equità. Perché si parte dall’ipotesi, non sempre vera, che un contribuente possieda altri immobili solo in aggiunta all’abitazione principale. Si può rendere equa l’Imu adottando un’aliquota unica e prevedendo una detrazione fissa per tutti i contribuenti. Ma così si perde il carattere federalista. Che potrebbe essere recuperato, a patto di rendere tutto molto più complicato.

IMU, LA SPECIAL ONE

Arriva l’Imu, ma c’è poca chiarezza sulla sua disciplina. Se vuole essere un’imposta patrimoniale, allora bisogna chiarirne la portata, con un’analisi dettagliata dei suoi effetti redistributivi. Se è un’imposta locale, è necessario indicare quali siano i benefici locali che garantisce. Oltretutto, è anche un’imposta nazionale. Il suo peccato originale è la mancanza di cifre certe. E quella che è stata inizialmente definita come stima di gettito di 21 miliardi di euro, è in realtà un obiettivo minimo. Chiariti invece altri punti di contenzioso.

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