L’accesso all’aborto, un diritto sancito dalla legge 194, non è uguale in tutto il paese. Le differenze tra Nord e Sud sono profonde. Nelle zone dove l’obiezione di coscienza è più alta, le donne sono costrette a spostarsi in altre regioni o province.
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I centri antiviolenza sono cruciali per permettere alle donne di uscire da situazioni di violenza. Il loro numero è basso in tutta Italia e con profonde differenze territoriali. Mancano nelle aree dove le norme di genere tradizionali sono più persistenti.
Il clima per le donne che agiscono in politica è ostile. La probabilità che una sindaca subisca violenze o intimidazioni è tripla rispetto a quella di un sindaco. Le scelte politiche c’entrano poco. Si tratta invece di una diffusa discriminazione di genere.
Negli ultimi anni le condizioni economiche per usufruire del congedo parentale sono molto migliorate. Se un maggior numero di madri ha fatto ricorso alla misura nel primo anno di vita del bambino, la risposta dei padri è per il momento più incerta.
Se la cura dei figli è prerogativa delle madri, anche i “costi” della genitorialità sono tutti a loro carico. Con la maternità le lavoratrici italiane subiscono una penalizzazione retributiva e hanno più probabilità di uscire dal mercato del lavoro.
L’Italia è indietro negli obiettivi sui servizi alla prima infanzia. Mancano le strutture, ma incide anche l’idea che il nido non sia una tappa fondamentale per la crescita. Un’indagine su caratteristiche e motivi dei genitori che tengono a casa i figli.
L’Italia fa passi indietro nella parità di genere. Secondo i dati del Global Gender Gap Report 2024 complessivamente la forbice tra donne e uomini è da noi del 30 per cento. E se procediamo così serviranno trenta generazioni per colmare le differenze.
Il sussidio di disoccupazione per le madri che si dimettono preserva il loro reddito alla nascita di un figlio. Ma potrebbe ripercuotersi sulla qualità delle opportunità di lavoro delle donne, spingendole a uscire dal mercato del lavoro dopo la maternità.
Il calo della fecondità nei paesi occidentali è preoccupante, soprattutto in Italia. Ma qual è la relazione tra dinamiche di fecondità e opportunità occupazionali delle donne? Le giovani madri sono penalizzate, in particolare quelle di origine borghese.