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Categoria: Giustizia Pagina 25 di 34

RISPARMI CHE MIGLIORANO LA GIUSTIZIA

La spesa per giustizia ha un’incidenza relativamente modesta sul bilancio dello Stato, ma un rilevante impatto sul sistema economico. In questo comparto, una corretta azione di spesa pubblica deve perseguire contemporaneamente obiettivi di risparmio e di miglioramento dei risultati. E l’elenco degli interventi possibili comprende razionalizzazione organizzativa del settore, revisione della geografia giudiziaria, riduzione degli oneri sulle intercettazioni, processo telematico, sistema a forfait per l’onorario degli avvocati.

L’ANDAMENTO LENTO DELLA GIUSTIZIA CIVILE

E’ possibile confrontare l’efficienza dei vari tribunali? Sì, basandosi su due fattori: le spese e la durata dei procedimenti civili. Con risultati a volte sorprendenti: non è sempre vero che chi spende di più ha una giustizia più rapida. Ma in media, a parità di spesa, si potrebbe ridurre del 30 per cento la durata dei processi. Eppure, tutte le riforme della giustizia proposte finora riguardano più il penale che il civile. E nessuna affronta i problemi che interessano davvero i cittadini che usufruiscono del servizio giustizia.

QUANTO COSTA UN’INTERCETTAZIONE

Per giustificare severe restrizioni alle intercettazioni telefoniche si cita anche il loro costo, che sarebbe di 400 milioni l’anno. Ma rischia di essere un argomento fuorviante. Perché pur senza imporre la prestazione gratuita alle società telefoniche nell’ambito della concessione ricevuta, si può ridurre il costo reale dell’intercettazione. Attraverso una radicale riorganizzazione del servizio e la creazione di un sistema nazionale, con un unico software, procedure uniformi e pagamenti accentrati. Si può arrivare a un risparmio del 60 per cento delle spese attuali.

CHI HA RAGIONE PAGA

La regola generale vigente nei processi civili prevede che le spese processuali vengano pagate dalla parte che perde la causa. Ora il governo propone che siano addebitate a chi vince la causa se questi ha rifiutato senza giustificato motivo una proposta vantaggiosa di conciliazione. L’idea, di per sé buona, è di incentivare la conciliazione. Ma rischia di non tener conto del contesto italiano, nel quale la parte che ha ragione è in una situazione di debolezza cronica. E i meccanismi conciliativi potrebbero costituire una minaccia in bianco ad accettare accordi anche ingiusti.

E OGGI PAGHIAMO L’INDULTO

Il voto ha premiato gli unici due partiti che si sono opposti all’indulto. Non a caso. L’indulto non solo ha fatto aumentare l’attività criminale in Italia, ma ha anche modificato la composizione dei flussi migratori, finendo per attrarre nel nostro paese più criminali che altrove. Tanto che oggi quattro italiani su dieci temono gli immigrati, non per il lavoro, ma per i reati che possono commettere. Se non si rafforza la repressione dell’attività criminale in Italia prima o poi saremo costretti a chiudere le frontiere. A quel punto, importeremmo solo immigrazione irregolare, in un circolo vizioso di illegalità che alimenta nuova illegalità.

 

La risposta audio dell’autore ai commenti.

GIUSTIZIA

Molti e difformi sono i punti toccati dai vari programmi elettorali in tema di giustizia. In estrema sintesi possiamo dire che su questo argomento i diversi programmi si differenziano per grado di operatività delle proposte, per attenzione alle questioni organizzative, per interesse rivolto alla questione della separazione delle carriere, per la questione delle risorse da dedicare.

GRADO DI OPERATIVITÀ DELLE POLITICHE PROPOSTE

Tra tutti quello che fornisce indicazioni più operative è il programma dell’UDC. Non tutte egualmente ben mirate, ma molto chiare e dettagliate. Si va dalla riorganizzazione della geografia giudiziaria, alla proposta di un bonus fiscale per chi accetta di conciliare e  concorre alla “rottamazione delle cause civili”, alla riforma della Sezione Disciplinare del CSM. Segue il programma del Partito Democratico, poi quello del Popolo delle Libertà e a larga distanza quello dell’Italia dei Valori e de La Destra. Sinistra Arcobaleno e Lega Nord non dedicano al tema particolare attenzione.

ATTENZIONE ALLE QUESTIONI ORGANIZZATIVE

Obiettivi di efficienza attraverso la riorganizzazione della geografia giudiziaria sono nei programmi UDC e PD. Si tratta di un intervento che seppur da solo non sufficiente a sanare i mali della giustizia può tuttavia garantire un recupero di produttività e di efficienza. Il PD aggiunge l’accento sulla specializzazione dei magistrati e sullo sviluppo del processo telematico, che pure può portare ad un recupero di efficienza. Tutti i programmi individuano nell’incentivare forme di composizione extragiudiziale delle liti uno strumento utile per alleggerire la congestione del sistema. In realtà, però, tali forme alternative funzionano realmente solo quando la giustizia ordinaria è rapida ed efficiente.

SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Propongono di riaprire e ridefinire la questione della separazione delle carriere i programmi del PdL e de La Destra. Vi sono, poi, proposte per l’istituzione di forme di responsabilità del giudice per inefficienze del processo nel programma dell’UDC e in quello PdL. PdL e PD evidenziano – il PdL in modo più deciso e con proposte operative – la questione del trade-off tra rilevanza delle intercettazioni e diritto alla riservatezza.

RISORSE DA DEDICARE AL SETTORE.

 Molte delle proposte avanzate nei programmi su questo tema sono a “costo zero” trattandosi di riforme della regolazione. Le modifiche di tipo organizzativo richiedono risorse, la cui quantificazione non è al momento possibile poiché dipende dall’ampiezza e dai tempi di realizzazione delle proposte. Elementi su quali tutti i programmi non danno indicazioni. Il solo PdL esprime in modo chiaro l’intenzione di accrescere l’ammontare di risorse pubbliche dedicate al settore, ma non ne esplicita la misura.

L’ARMATA MONTECITORIO

Qual è il profilo dei parlamentari che ci accingiamo a eleggere? Le nostre stime sui probabili eletti dicono che sarà riconfermato il 57 per cento dei deputati della scorsa legislatura. Solo uno su cinque è donna. Scende, di poco, l’età media. Il 71 per cento ha una laurea, per lo più umanistica. E solo l’Idv non ha nessun condannato, né prescritto.

SCHEDA 1 Quell’usato è sicuro?
SCHEDA 2 Anatomia dei candidati, partito per partito
SCHEDA 3 Studi, mestiere ed esperienza
SCHEDA 4 C’è del marcio in parlamento

 

C’È DEL MARCIO IN PARLAMENTO

Posto che si presumono innocenti tutti i candidati rinviati a giudizio o il cui procedimento penale è attualmente in corso, ecco una panoramica di chi, tra i candidati alle elezioni politiche, è stato (o è) oggetto di procedimenti penali. La tabella qui sotto riguarda  soltanto coloro che, secondo le nostre elaborazioni, avranno un seggio nella futura Camera dei Deputati, con l’eccezione di due casi “in bilico” che sarebbero i primi esclusi nelle rispettive circoscrizioni. Non tutti i reati, ovviamente, hanno lo stesso peso dal punto di vista giuridico, etico e morale. La valutazione della loro rilevanza per dei rappresentati del popolo rimane affidata al giudizio di elettore.

Tabella rinvii a giudizio, prescrizioni e condanne dei candidati (Vedi tabella riepilogativa)

Abbiamo sfruttato le informazioni ricavate dalla tabella precedente per elaborare alcune statistiche sulla situazione giudiziaria di futuri eletti e primi esclusi. Spicca il quasi 9 per cento di futuri deputati dell’Udc già condannati in primo o in secondo grado e in attesa della procedura d’appello e della Cassazione. Per contro, è giusto segnalare come l’Idv (*) non abbia nessun condannato, né prescritto.

Partito % futuri eletti Totale
Nessun condanna Condanna definitiva opatteggiamento Condanne Io II grado con procedimento in corso Prescrizioni Rinvio a giudizio
IDV 100 0 0 0 0 100
LEGA 93.1 6.9 0 0 0 100
PD 98.8 0.6 0 0.6 0 100
PDL 96.7 1.3 0.3 0.7 1 100
SA 98.1 1.9 0 0 0 100
UDC 85.3 0 8.8 2.9 2.9 100
Total 96.7 1.3 0.7 0.7 0.7 100

Tra i primi esclusi, solo due candidati su 255 hanno subito condanne. Proprio perché si tratta di  “primi esclusi”, non è da scartare l’ipotesi che anch’essi (rispettivamente di Pdl e Sa) possano entrare alla Camera, modificando la percentuale di condanne definitive della tabella .
Nei casi in cui abbiamo riscontrato sia condanne definitive sia prescrizioni, abbiamo conteggiato solo la condanna. Dei ventidue casi riportati nella tabella risultano:

– 4 rinvii a giudizio
– 2 condanne in primo grado
– 2 in secondo grado
– 9 casi di condanne definitive e 1 patteggiamento
– 4 prescrizioni

(*) La condanna in via definitiva di Leoluca Orlando (capolista in Sicilia1 dell’Idv) per diffamazione aggravata dei consiglieri comunali del Comune di Sciacca (pagamento di una pena pecuniaria di 900 euro più le spese processuali), non è stata conteggiata nella nostra elaborazione, in quanto reato d’opinione. Riportiamo comunque stralci del testo della sentenza.

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La principale fonte riguardante la situazione penale dei candidati è il libro “Se li conosci li eviti” (2008) di Peter Gomez e Marco Travaglio edito da Chiarelettere. Le informazioni contenute nel volume sono state “incrociate” e completate con sentenze della corte di Cassazione penale e materiale reperito da archivi giornalistici on line.
Purtroppo, come già segnalato le nostre reiterate richieste alle segreterie politiche e agli uffici stampa dei sei principali partiti politici, non hanno ottenuto alcuna risposta.

UNA GIUSTIZIA DOUBLE FACE

Solo attraverso obiettivi realizzabili e un richiamo alla responsabilità si pongono le premesse perché le valutazioni di professionalità e le sanzioni abbiano possibilità di essere giuste, effettive ed efficaci: puntare tutto sulla frusta e sul conflitto permanente non ha funzionato con nessuna categoria professionale. E non funzionerà con i magistrati. A meno che l’obiettivo non sia una giustizia al ribasso, che assicuri alla classe politica la tranquillità, intesa come sicurezza e impunità.

NON E’ UN PAESE DELLA RULE OF LAW

Nei loro programmi elettorali i due principali partiti propongono una trasformazione completa dell’Italia, senza però indicare alcuna sequenza delle riforme che vorrebbero attuare. Ma le priorità esistono. Secondo il rapporto sulla libertà economica curato dall’Heritage Foundation, il nostro paese è agli ultimi posti per corruzione e tutela dei diritti di proprietà. Alla giustizia Pdl e Pd dedicano una certa attenzione e il tentativo di dare risposte alle deficienze del nostro sistema giudiziario dovrebbe trovare ampio sostegno in quasi tutta la società.

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