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LA STAMPA USA? MODERATA E CENTRISTA

La posizione ideologica dei media può avere effetti importanti e di lungo periodo sugli equilibri politici e sulle politiche, perché è da lì che i cittadini ottengono informazioni. Un recente articolo sostiene che i media americani si collocano più a sinistra dell’elettore medio americano. Una conclusione non corretta secondo un’analisi che confronta direttamente elettori e giornali. Ma cosa succede se i cittadini sono convinti di dover neutralizzare una distorsione dei media che non esiste?

QUELL’INFORMAZIONE COMPRATA CON LA PUBBLICITÀ

Avere informazioni credibili e obiettive costituisce un modo con cui i cittadini possono osservare e controllare le decisioni politiche ed economiche. Se la pubblicità può influenzare i contenuti editoriali, si produce un cortocircuito pericoloso dove assumono importanza le informazioni riservate. Una ricerca mostra che i quotidiani pubblicano più articoli sulle società quotate che fanno più pubblicità sulla loro testata.

LA SCOMPARSA DI FERDINANDO TARGETTI

Ferdinando Targetti è stato un’economista di razza, capace di spaziare su vari temi, con un filo rosso costituito dalla crescita e dalle trasformazioni strutturali del capitalismo. Non ha mai disgiunto i suoi studi dalla passione per la politica, coltivata però con un approccio laico nei confronti della teoria che l’ha portato ad approfondire i più diversi filoni del pensiero economico per coglierne il significato e la valenza interpretativa.

SANTORO E DINTORNI

Prima, gli interventi di Berlusconi nei telegiornali al di fuori di ogni par condicio, poi l’addio di Santoro alla Rai. Il problema è sempre lo stesso: il controllo della politica sulla televisione pubblica. Mentre l’anomalia italiana resta quella di un mercato televisivo dove due gruppi controllano l’80 per cento della audience e dove un presidente del Consiglio controlla quasi interamente entrambi. Per affrontarla occorre andare a incidere sulla proprietà e sui meccanismi di governance. E nel mondo digitale occorre anche riflettere sulla funzione di servizio pubblico.

PREVEDERE L’IMPROBABILE *

Prima il terremoto, poi lo tsunami e per finire un disastro nucleare: il mondo ha assistito esterrefatto a quanto accadeva in Giappone. Tutti eventi poco probabili, difficili da prevedere anche per gli esperti, ma con conseguenze molto gravi. Spesso però le persone tendono a trarre conclusioni errate dall’osservazione di un numero ristretto di eventi casuali. E a chiedere di conseguenza modifiche alle regole del gioco. Ma alcuni errori di percezione possono costare molto cari. I dati sulle giocate del lotto danese lo confermano.

CRISI ITALIANA, CRISI DELLA CONDIZIONE DEI GIOVANI

Il Rapporto annuale 2010 dell’Istat solleva molti motivi di preoccupazione sullo stato dell’Italia, ma quello sulla relazione dei giovani con la sfera lavorativa pare particolarmente grave. Il tasso di disoccupazione dei giovani italiani è al 20,2 per cento, superiore di 3,7 punti rispetto alla media Unione Europea. Ma anche per chi lavora, le prospettive sono tutt’altro che esaltanti. E cresce la quota di chi emigra all’estero in cerca di prospettive migliori. Se la condizione giovanile è lo specchio del futuro del paese, ci aspettano tempi davvero grami.

DUBBI DI UN TERREMOTATO DEL CENTRO STORICO DELL’AQUILA *

Molti proprietari di immobili nel centro storico dell’Aquila si trovano di fronte alla richiesta di aderire ai consorzi obbligatori. In vista di un intervento unitario sulle loro case considerate come un’unica struttura, che non può essere restaurata separatamente per singolo edificio. I dubbi non mancano: sul ruolo e sui costi del previsto fondo consortile, sulla figura del presidente del consorzio e sull’autonomia delle partizioni di un aggregato. Servirebbero modifiche allo schema di statuto consortile, meglio se indicate dalla stessa comunità aquilana.

DOV’È FINITO IL CONTRATTO CON GLI ITALIANI?

Sono passati esattamente dieci anni da quando Silvio Berlusconi, in piena campagna elettorale, firmò nel salotto televisivo di “Porta a porta” il “contratto con gli italiani”. Erano cinque promesse, delle quali almeno quattro da mantenere nell’arco di cinque anni. Ora, di anni ne sono passati il doppio. E sempre con Berlusconi a capo del governo, se si eccettuano i due anni scarsi dell’esecutivo Prodi. Vediamo punto per punto se gli impegni presi con gli italiani sono stati mantenuti.

GIOVANI, CARINI E DISINFORMATI

L’alfabetizzazione finanziaria dei giovani è un problema serio. Ed è la scuola che se ne deve occupare. In primo luogo, perché la famiglia non appare oggi preparata a fornire alle nuove generazioni un supporto educativo completo in questo ambito. Ma anche perché si registra un crescente interesse verso l’economia e la finanza tra i ragazzi che partecipano a progetti con modalità didattiche basate sulla partecipazione attiva e su esperienze percepite come reali. I risultati di una ricerca sui preadolescenti.

IL 5 PER MILLE: FACCIAMONE BUON USO

 

Assieme alla dichiarazione Irpef è tornato il 5 per mille. È la terza volta, dal 2009, che l’Associazione La Voce compare nell’elenco degli enti a cui si può volontariamente destinare il 5 per mille della propria Irpef.  

IL 5 PER MILLE DEL 2009

Si sa che il 5 per mille va in larga parte a una ristretta cerchia di beneficiari grandi e famosi. Dai dati disponibili, del 2009, emerge che, nel settore dove è inclusa anche l’Associazione La Voce, nove enti ricevono, ciascuno, il 5 per mille dell’Irpef di più di 100 mila contribuenti e che 24 enti ricevono importi che vanno da 1 milione a 10 milioni di euro.
Vi è però anche grande frammentazione: gli enti che si contendono il 5 per mille sono complessivamente più di 40 mila, di cui più di 28 mila nello stesso settore dell’Associazione La Voce. Qui, l’80 per cento circa dei beneficiari è stato scelto da non più di 250 contribuenti e il 45 per cento da non più di cinquanta. Guardando agli importi ricevuti dagli enti, l’85 per cento per cento non supera i 10 mila euro e il 72 per cento riceve non più di 5 mila euro.
L’Associazione La Voce non è certo tra i pochi grandi enti che ricevono milioni, ma i risultati del primo anno sono incoraggianti. Ci hanno dato il 5 per mille della loro Irpef 375 contribuenti (grazie!), per un importo totale di più 26 mila euro. È una somma importante, sia nella distribuzione del 5 per mille, sia per il nostro bilancio. Assieme ai fondamentali contributi dei lettori, ci consente di continuare a vivere.
Noi de lavoce.info possiamo fare di più, anche per migliorare la qualità degli interventi e offrire nuovi servizi. Occorre però che un numero crescente di lettori, di collaboratori, di nostri amici e parenti si ricordi, pagando l’Irpef, di questo numero di codice fiscale: 97320670157.

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