Un’indagine promossa dall’Ocse rivela che gli italiani hanno un grado di conoscenza approssimativo di variabili macroeconomiche fondamentali come inflazione, disoccupazione e Pil. Solo un terzo degli intervistati accetta di rispondere alle domande su questi temi e quelli che lo fanno tendono a sovrastimare tutti i dati statistici ufficiali. Quasi la metà del campione non è interessata ad avere più informazioni. Questi risultati confermano l’impressione comune che il dibattito politico si svolga senza punti di riferimento chiari e condivisi dalla società .
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In vista del Festival dell’Economia (Trento, 30 maggio-3 giugno 2007) invitiamo i lettori a partecipare al I° concorso fotografico opensource de lavoce.info.
Il tema del concorso è “Generazioni sovrapposte”, un’occasione per mostrare conflitti, problemi e successi di giovani e di anziani a confronto, nel mondo del lavoro e nella vita quotidiana.
Spedite le vostre foto in formato digitale all’indirizzo redazione@lavoce.info con oggetto: FOTO I° CONCORSO.
Le immagini devono pervenire in formato digitale entro e non oltre il 21 Maggio.
Le fotografie, titolate, devono essere accompagnate dal nome dell’autore e città di residenza; è possibile aggiungere una didascalia di massimo 100 battute, spazi inclusi. Dimensione e formato digitale completamente liberi. Le 20 migliori immagini, selezionate dalla redazione, verranno stampate ed esposte presso lo stand de lavoce.info a Trento nei giorni del Festival con l’indicazione dell’autore.
Grazie al voto del pubblico di Trento e dei lettori, verrà eletta la foto vincitrice. Verranno inoltre inserite nel sito www.lavoce.info. Inviando le fotografie, il lettore accetta implicitamente le condizioni sopra esposte.
5) “Padre e figlio” di Ida d’Alessandro 6) “Anziano vs gioventù” di Alessandro Chetta 7) “Dopo il mercato” di Filippo Ceredi 
1) “Scontro tra generazioni”, di Emilio Mola
Il sangue accanto alle mimose è quello di un’anziana donna travolta da un uomo in auto che accompagnava in ospedale la moglie incinta in preda alle doglie. 
2) “La pace sull’asfalto”, di Ramazzotti Marco
In un mondo dove la sofferenza e il dolore sono stesi sull’asfalto di grandi metropoli, esiste uno spazio per la pace che crese sull’odio come le margherite crescono sull’asfalto.
3) “La curiosità di una bimba”, di Giuseppe Galbiati
4) “Microcredito, strumento di Pace”, di Stefano Santucci
Un omaggio a YUNUS Muhammad, Premio Nobel per la Pace, 2006. Mi auguro che anche le nuove generazioni, alle quali appartengo, ci portino persone cotanto illuminate.
Vietnam, Nui Coc, 2003
Il vecchio mago che fa e disfà ticket di viaggio contro gli utenti
– i “giovani” – al di là del vetro

8) “Generazioni sovrapposte” di Giuseppe Larghi
Alberobello 2005
9) “Giorgia e Rita” di Giuseppe Larghi
ottobre 2006
10) “Serenità ” di Giuseppe Larghi
dicembre 2006
11) “Parlando ascoltando” di Stefano De Francisci
12) “
13) “Tempo” di Andrea Mattei
14) “Il tempo che passa” di Pietro Dallari
Il contadino a piedi con in mano ciò che in Emilia chiamano “forca”. A fianco un John Deere, trattore di ultima generazione, serie 8000.

15) “Overlapping Generations” di Giovanni Mastrobuoni

16) “Finite Time Horizon” di Giovanni Mastrobuoni

17) “Spaccapietre” di Lorenzo Maria dell’Uva
In Nepal moltissime famiglie vivono come spaccapietre. Il pesantissimo lavoro si tramanda purtroppo di generazione in generazione.

18) “Gaudì guarda Guess” di Alberto Cavaliere
Barcellona: Casa Batllò si sovrappone allo stilista contemporaneo; un’inattesa armonia, ma lo sguardo fugge altrove.

19) “Sguardo” di Andrea Mattei

20) “Home, sweet home” di Stuozzo

21) “Contrasti” di Mario Lavezzi
New York, gennaio 2006, non lontano dalla Columbia University

22) “Tre generazioni, un solo gesto” di Roberta Ferrari

23) “Confronti in controluce” di Valentina Clavenzani
Giovane e agile gabbiano si riposa su di una vecchia e grande aquila di pietra: simili, ma diversi

24) “Lavatrice indiana” di Valentina Clavenzani
Nell’ipertecnologico 2000, Bombay è piena di lavatrici umane

25) “Nonno & Nipote” di Andrea Dondi
“Il futuro appartinene a coloro che trasmettono alle prossime generazioni motivi per sperare” Teilherard de Chardin

26) “Generazioni a confornto” di Jesper Storgaard Jensen

27) “I pittori e la modella” di Stefano De Francisci

28) “Lavori di strada” di Stefano De Francisci

29) “Generazioni sovrapposte” di Alessio Gherardini

30) “Letture sovrapposte” di Michela Biagini
Ognuno di noi si presta a più “letture”: bambino, ragazzo, adulto

31) “Farsi una casa, solo per gioco” di Michela Biagini
Giovani adulti costretti ad essere un po’ bambini: vivere ancora in famiglia, sognando una casa

32) “Confini immaginari” di Stuozzo

33) “Stagioni” di Fiorella Sanna

34) “Donne, sesso forte” di Daniela Crocco
Giovani e vecchie, entrambe e indifferentemente, portano carichi di CEMENTO agli uomini che lavorano

35) “Lavoro e riposo” di Daniela Crocco

36) “Nell’attesa” di Daniela Crocco
Borse di studio, convegni, seminari per ricordare Riccardo Faini. Sono tante le iniziative promosse da chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui.  Ci siamo presi l’impegno di tenervi al corrente di queste iniziative. Cominciamo a fornirvi un primo elenco.
Perché un’azienda opta per una selezione dei dirigenti che premia l’anzianità a scapito dell’efficienza? Perché riconosce l’appartenenza a un network. E’ un’ipotesi che aiuta a interpretare il fenomeno dell’invecchiamento della classe dirigente italiana. E l’analisi empirica indica che produttività ed età dei manager sono negativamente correlate nelle imprese a controllo pubblico, familiari o, meno nettamente, appartenenti a una holding. Nessuna relazione sistematica, invece, per le controllate da istituzioni finanziarie o da società estere.
La scelta sul Tfr rappresenta non solo un’occasione per promuovere la crescita della previdenza complementare, ma anche per informare i lavoratori sui temi della previdenza e del risparmio. Ed elevare il loro livello di informazione finanziaria. Sarà opportuno che l’informativa dei datori di lavoro sia accompagnata da una specifica campagna perché ciascun lavoratore sia messo in condizione di conoscere la propria posizione previdenziale, come previsto dalla riforma Dini. Permettendo così di valutare le diverse opzioni finanziarie.
In una intervista a Massimo Mucchetti, vicedirettore del Corriere della Sera e autore de “Il baco del Corriere” (Feltrinelli), il controverso rapporto tra giornalisti e proprietà . Con un’attenzione particolare alle banche, che svolgono oggi un ruolo centrale nell’economia italiana: domani potrebbero averlo nell’editoria, ponendo di conseguenza un problema di regole. Il valore della diversità delle opinioni e il diritto di criticare anche i propri azionisti, se si ambisce a essere una voce autonoma e indipendente. La possibile soluzione dell’azionariato diffuso.
Una fede appassionata nella libertà individuale unita alla convinzione che il libero mercato sia il modo migliore per coordinare le attività di individui isolati verso il loro reciproco arricchimento: questa è la visione del mondo di Milton Friedman. Notevole la sua capacità di derivare conseguenze interessanti e inaspettate da idee semplici. Unita alla caparbietà nel dire le verità spiacevoli che altri preferivano tacere. Proprio il successo del suo pensiero e le nuove sfide che comporta ci fanno capire quanto manchi oggi una figura come la sua.
Il tetto del 45 per cento del totale dei ricavi pubblicitari imposto a Mediaset dal Ddl Gentiloni è in contrasto con il paradigma, universalmente accettato dalla dottrina, del mercato a due versanti e della convergenza delle piattaforme. Un’anomalia conseguenza di un’errata considerazione della natura del mercato televisivo e senza corrispondenze nella realtà europea. In più, dà luogo a una lettura politica che nuoce al governo. A decretare la fine del duopolio saranno le forze della tecnologia e del mercato, che paradossalmente il disegno di legge frena.
Sky fattura quasi il 25 per cento delle risorse televisive nazionali. Nell’offerta a pagamento, dove è monopolista, cresce con tassi tre-quattro volte superiori a quelli della pubblicità , per non parlare del canone. E l’Italia è stata negli ultimi anni uno dei mercati più dinamici e innovativi in Europa. Ma il disegno di legge Gentiloni non se ne occupa. Duopolio e distorsioni del mercato pubblicitario televisivo rimangono la causa di tutti i problemi di pluralismo. Da risolvere con un limite ex ante che non esiste in nessuna normativa europea.
Se il disegno di legge Gentiloni coglie l’esigenza di liberare spazi e risorse per nuovi operatori televisivi, gli strumenti per realizzarla appaiono deboli e spuntati: un passaggio anticipato al digitale terrestre che non preclude il ritorno, tre anni dopo, ai duopolisti tricanale che oggi dominano il mercato; tetti pubblicitari stringenti, ma senza gli strumenti adeguati a farli rispettare. Più lineare sarebbe invece una misura di cessione di una rete Mediaset e di una rete Rai sul mercato.