Il passaggio dal bando all’avviso ha convinto vari comuni del Sud a chiedere le risorse per la costruzione di asili nido. Altri continuano a rinunciare, nonostante siano inadempienti rispetto alla quota di copertura. Per loro rimane una sola soluzione.
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La legge di bilancio 2024 chiede ai comuni un contributo alla finanza pubblica, calcolato anche sulla base dei fondi Pnrr ricevuti. Dopo tante promesse, ne escono penalizzate le amministrazioni che meglio hanno utilizzato il piano di investimenti europei.
Finito il Superbonus, il mercato delle riqualificazioni energetiche degli immobili si è fermato. La direttiva europea “case green” richiede invece investimenti ingenti, per i quali il sostegno pubblico è necessario. Ecco come dovrebbe essere disegnato.
Per assegnare ai comuni le risorse Pnrr destinate agli asili nido, il ministero ora individua direttamente quelli che hanno più necessità di potenziare il servizio. Diverse amministrazioni incluse nell’elenco hanno comunque rinunciato ai fondi.
Dal 2024 il credito di imposta per il Mezzogiorno si è trasformato in una nuova misura per la Zes unica. Riguarda sempre gli investimenti effettuati nelle otto regioni meridionali, ma sono cambiati criteri e modalità di accesso e fruizione. Sarà efficace?
Nell’industria biofarmaceutica, il sistema dei brevetti è fondamentale per l’innovazione. Può però limitare l’accesso ai farmaci. Un equilibrio si può trovare con nuovi meccanismi di protezione della proprietà intellettuale e finanziamenti pubblici mirati.
Come verranno suddivisi i tagli di spesa previsti dalla legge di bilancio per la pubblica amministrazione? Una bozza di decreto prevede che siano maggiori per gli enti locali che sono riusciti ad avviare progetti Pnrr. Ma è una logica che non convince.
L’innovazione tecnologica richiede sempre più dati. Un’esigenza che va contemperata con quella della tutela dei diritti personali, in un’opera di bilanciamento che chiama in causa tutti: autorità di regolazione, grandi società e cittadini comuni.
È difficile proteggere i bambini quando navigano tra i contenuti di internet. Le grandi piattaforme ostacolano l’introduzione di limiti all’accesso e la regolazione si trova spesso a rincorrere le novità tecnologiche. Ma due interventi fanno ben sperare.