Regno Unito e Unione europea si riavvicinano, seppure con trattative tecniche complesse. Ma è un percorso inevitabile perché dal referendum sulla Brexit il mondo è cambiato e tutti i paesi sono chiamati a riconsiderare alleanze e scelte strategiche.
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La legge di bilancio Usa mantiene le promesse fatte in campagna elettorale e comporta un ulteriore aumento del debito pubblico. In un periodo di grande incertezza, dovuta proprio alle decisioni di Trump, le preoccupazioni sulla sua sostenibilità aumentano.
Le aspettative di inflazione di lungo periodo negli Usa sono aumentate dopo un tweet di Trump critico verso la politica monetaria della Fed. Una reazione che riflette la preoccupazione dei mercati su indipendenza e credibilità della banca centrale.
Stati Uniti e Cina cercano di disinnescare la guerra commerciale in corso: hanno annullato alcuni dazi punitivi reciproci e sospeso altri per novanta giorni. Ma cosa significa per il resto del mondo l’accordo tra le due maggiori economie?
Il commercio può svolgere oggi le stesse funzioni coercitive della politica estera, della diplomazia o del potere militare. Da Marx a Hirschman, gli scienziati economici ci consentono di rintracciare le ragioni alla base delle politiche commerciali di Trump.
Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha affossato ogni possibilità di introdurre una tassa globale minima sulle multinazionali. Ora però la Ue potrebbe ricorrere a una imposta sui servizi digitali in risposta ai dazi Usa. Ecco difficoltà e controindicazioni.
Bisogna intervenire subito per ristabilire la fiducia sui mercati finanziari e fermare il circolo vizioso avviato dai dazi americani. Perché in un’economia basata sulla finanza, gli shock di politica economica si propagano ben oltre il loro ambito iniziale.
Al contrario di quello che generalmente accade durante le crisi, il dollaro perde valore in questi giorni. Anzi c’è una sfiducia generalizzata verso tutte le attività denominate nella valuta Usa. Segno della fine del dollaro come valuta di riserva?
Il gioco falco-colomba mostra che per spezzare una guerra commerciale si deve rendere costoso l’atteggiamento aggressivo. Solo quando le conseguenze negative del conflitto appaiono chiare a tutti, si apre la possibilità concreta di accordi collaborativi.
Il clima creatosi nelle università americane offre all’Europa l’opportunità di recuperare terreno nella ricerca scientifica. Bisogna però creare le condizioni per accogliere i tanti ricercatori che hanno manifestato l’intenzione di lasciare gli Usa.