L’economia mondiale sembra riconfigurarsi in gruppi integrati di paesi affini, sotto la sfera di influenza americana o cinese, in competizione per l’egemonia economica, politica e culturale. Per la Unione europea non sarà un percorso semplice.
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Proteste in Francia contro la riforma delle pensioni, che punta ad assicurare la tenuta dei conti pensionistici da qui al 2030. Sono molti i punti di contatto con quanto previsto in Italia, ma sul riordino degli schemi speciali siamo in vantaggio.
Il Pil aumenta in Irlanda, così come il malcontento verso il governo. Perché la crescita è dovuta alla trasformazione del paese in un paradiso fiscale e i cittadini irlandesi ne vedono solo i lati negativi. Politicamente se ne avvantaggia lo Sinn Féin.
Nel nuovo mandato, Lula sembra aver abbandonato il percorso di responsabilità fiscale che ha contraddistinto la sua prima presidenza. Aumento della spesa corrente, alta inflazione e crescita bassa possono diventare una miscela pericolosa per il Brasile.
In Cina cala la natalità e la vita si allunga: il paese dovrà presto fare i conti con l’invecchiamento rapido della popolazione. Aumenterà ancora il risparmio, già enorme, che compensa la mancanza di welfare. Quali saranno le conseguenze sulla crescita.
Il Perù è alle prese da tempo con una grave crisi politica, tanto che dal 2016 si sono succeduti sei presidenti. Il paese è però riuscito a mantenere la stabilità macroeconomica, grazie soprattutto alla solidità delle istituzioni economiche e finanziarie.
L’assalto a Brasilia è stata un’azione di destabilizzazione, che sembra rientrare in una strategia per creare instabilità politica e indebolire il programma di governo di Lula. Sono a rischio anche gli obiettivi ambientali e di riduzione della povertà.
La guerra ha devastato la già debole economia ucraina. La perdita di capitale umano è enorme, con milioni di persone costrette a rifugiarsi all’estero o in altre zone del paese. La ricostruzione del mercato del lavoro richiederà quattro assi di intervento.
Gli Stati Uniti hanno varato un pacchetto fiscale di proporzioni inusitate rivolto in primo luogo all’economia verde. Potrebbe avere ripercussioni pesanti per l’industria europea, come dimostrano le reazioni preoccupate di Commissione e singoli stati.
Per bloccare la possibile delocalizzazione in Usa di imprese europee innovative, l’Unione europea mette in conto una possibile revisione delle norme sugli aiuti di stato. Le proposte sono varie: da un nuovo fondo condiviso a nuovi criteri di assegnazione.