Le sanzioni economiche adottate contro la Russia provocano anche il blocco degli arrivi di turisti russi. Per l’Italia rappresentavano un mercato di 1,5 miliardi. È un prezzo da pagare, ma colpisce un settore già provato da due anni di pandemia.
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La guerra in Ucraina ha inevitabili conseguenze su crescita, commerci e inflazione a livello mondiale. Ma cosa succederà quando sarà terminata? Alle previsioni fosche si contrappongono scenari più ottimistici, di continuità con l’ordine attuale.
Dall’inizio della guerra, l’esercito russo ha rapito sedici sindaci ucraini, tutti sostituiti con commissari al servizio degli invasori. Le riforme in senso federalista dello stato ucraino erano state appoggiate da Mosca, che sperava di avvantaggiarsene.
L’accordo con il Fmi per la ristrutturazione del debito è una buona notizia per l’Argentina, che però difficilmente riuscirà a mantenere gli impegni presi. Pesano la cronicità dei problemi, le resistenze politiche e anche il contesto internazionale.
Orban vince, per la quarta volta, le elezioni politiche ungheresi, confermandosi a larga maggioranza a capo del governo. I suoi oppositori lamentano pratiche scorrette: dal controllo dei mezzi d’informazione a trucchetti elettorali. Cosa c’è di vero?
Il pagamento delle esportazioni in rubli preteso da Mosca ha riaperto il dibattito sulle determinanti del valore della moneta. Si regge sulla fiducia dei mercati più che su un sistema di garanzie. Per questo il rublo non sostituirà il dollaro negli scambi.
La guerra si sta rivelando una catastrofe umanitaria, ma quali sono le conseguenze sull’economia ucraina? Nonostante il conflitto, la Banca centrale ucraina continua a essere operativa e segue una strategia per mantenere la stabilità finanziaria del paese.
Il blocco delle transazioni commerciali con la Russia coinvolge anche le merci della filiera agroalimentare, con un doppio effetto: calo dell’offerta e aumento amplificato dei prezzi. Le conseguenze saranno drammatiche, soprattutto nei paesi più poveri.
Mosca ha deciso di far pagare in rubli le forniture di gas ai paesi “ostili”. In questo modo si garantisce un flusso di valuta estera che arriverà direttamente alle banche russe. L’unico modo per fermarlo è rinunciare al gas e al petrolio della Russia.