L’emergenza sanitaria ha accelerato la progressiva transizione verso un mondo sempre più tecnologico e digitale. A partire dallo smart working, con i suoi vantaggi e rischi. Sono però necessari investimenti consistenti e una regolamentazione chiara.
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Se si tiene conto della storia occupazionale di ciascun individuo, i lavoratori a tempo determinato vengono pagati più dei loro corrispettivi “indeterminati” al momento dell’assunzione. E a ottenere i vantaggi maggiori sono le donne e i giovani.
Dal punto di vista dei numeri, la diffusione del lavoro nero non è poi molto diversa tra Nord e Sud. Ma nel Mezzogiorno è probabile che i lavoratori irregolari siano i soli occupati in famiglia, mentre non è così nelle regioni settentrionali.
Un emendamento in discussione alla Camera rischia di fare della possibilità di lavorare da casa un privilegio per una parte dei dipendenti pubblici, senza l’indispensabile ammodernamento delle amministrazioni sul piano tecnico, organizzativo e culturale.
Non sorprende che a maggio l’occupazione sia scesa di quasi il 3 per cento. Soprattutto per il crollo dei posti di lavoro a termine. Quelli a tempo indeterminato, infatti, sono stati “congelati”. Ma si intravedono segnali di ritorno alla normalità.
Nei Paesi Bassi partecipare alle fiere del lavoro aumenta del 7 per cento le possibilità di trovare un lavoro. Lo evidenzia una delle più importanti ricerche sulle politiche attive del lavoro. Potrebbe rilevarsi un buon modello anche per il nostro paese.
Dietro i tassi di disoccupazione ai minimi nonostante la crisi si celano in realtà l’aumento degli inattivi e il boom della cassa integrazione. Anche in assenza di una nuova ondata pandemica, la sfida sarà evitare in autunno un’impennata dei licenziamenti.
Il contagio da coronavirus è stato equiparato all’infortunio sul lavoro. Ma sarebbe stato meglio esplicitare che ciò vale solo ai fini del trattamento assicurativo, senza alcuna presunzione di responsabilità, civile o penale, del datore di lavoro.
Il Covid-19 lascia in eredità un altro virus, la disoccupazione. Eppure, gli strumenti per contrastare questa minaccia annunciata non mancano e in altri paesi hanno già dimostrato la loro efficacia. Servirebbero una strategia e qualche investimento.
Nell’emergenza economica la cassa integrazione in deroga è uno strumento utile per dare un sostegno ai lavoratori. Ma procedure complesse e farraginose producono gravi ritardi nell’erogazione. Per cambiare serve più coraggio degli amministratori pubblici.