La disoccupazione giovanile è un problema di tutta Europa. In Italia si assesta tra il 40 e il 50 per cento. Su quali servizi investire per aiutare i giovani a trovare lavoro? Vantaggi e svantaggi di programmi di accompagnamento, formazione, incentivi occupazionali e posti finanziati dallo Stato.
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La presenza di donne in posizioni di vertice contribuisce a ridurre il pregiudizio di genere in modo diretto e indiretto. Mentre le politiche di pari opportunità dovrebbero intervenire sui differenziali retributivi, ma anche sulle modalità di organizzazione del lavoro. I risultati di uno studio.
Nel 2015 l’occupazione in Italia è cresciuta. Soprattutto sono aumentate le posizioni a tempo indeterminato. Merito anche della decontribuzione. Per il 2016 logico attendersi un consolidamento del livello raggiunto. Ma cosa succederà quando gli incentivi termineranno? Quattro possibili scenari.
Uno degli obiettivi del governo era ridurre la precarietà . E i dati dell’Inps ci dicono che nel 2015 è in effetti diminuita. In ogni caso, un aumento dell’occupazione dello 0,5 per cento con una crescita economica dello 0,7 non è da buttare. Perché il male italiano resta sempre la ripresa debole.
Col Jobs act i contratti a tempo indeterminato sono cresciuti in modo netto, senza però un analogo aumento dei posti di lavoro. Questo dovrebbe comportare benefici su produttività e crescita. L’incognita è il comportamento dei datori di lavoro alla scadenza dei tre anni di decontribuzione.
Si estendono ai dipendenti pubblici gli effetti della riforma Fornero sull’articolo 18. Allora non resta che adottare una legge che modifichi il testo unico sul pubblico impiego. La questione si ripropone per le previsioni del Jobs act. Eventuali norme ad hoc e legittimità costituzionale.
La legge delega di riforma della pubblica amministrazione rischia di gettare nel caos la dirigenza pubblica. Senza correttivi, potrebbe dar luogo a una precarizzazione permanente dei dirigenti con conseguenze pericolose per l’imparzialità dell’azione amministrativa. La questione della valutazione.
Le fonti ufficiali e amministrative convergono su alcuni punti per quanto riguarda la dinamica dell’occupazione nel 2015. Aumentano gli occupati, soprattutto nei servizi e nel lavoro dipendente. In calo i rapporti di collaborazione, mentre sono consistenti gli effetti della decontribuzione.
L’Istat ha pubblicato i dati relativi al mercato del lavoro nel terzo trimestre 2015. Rispetto allo stesso periodo del 2014 cresce l’occupazione e diminuisce la disoccupazione. Dopo molto tempo i risultati migliori sono tra i giovani. Bene il Sud, mentre preoccupa la situazione delle donne.
I decreti attuativi del Jobs act delineano molto bene i servizi da destinare ai disoccupati. Ma tutto ciò rischia di rivelarsi solo un libro dei sogni. Perché le risorse pubbliche in termini di personale e finanziamenti restano scarse. Per realizzare gli obiettivi servirebbero 4,5 miliardi in più.