L’Europa ha svolto un ruolo importante per la modernizzazione del nostro paese, spingendoci verso una politica della concorrenza. Oggi queste politiche sono sul banco degli imputati, ma vanno difese. Mercati più concorrenziali sono un alleato dei consumatori.
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Il decreto Minniti vuole snellire le procedure sull’accoglienza dei richiedenti asilo e aumentare i rimpatri di chi non ha diritto alla protezione. Ma le espulsioni richiedono accordi bilaterali con i paesi di origine. E con le nazioni dell’Africa sub-sahariana non li abbiamo.
La migrazione lega i paesi di origine e quelli di destinazione. Perciò le politiche di gestione del fenomeno dovrebbero essere disegnate in stretta collaborazione. Servono interventi su educazione, formazione e mercato del lavoro nei paesi meno sviluppati e incentivi ai ritorni.
I voucher, utilizzati marginalmente, sono stati aboliti. Il governo ha così evitato un referendum spinoso. Però ha anche rinunciato a uno strumento utile per sostenere i lavoratori più deboli e per riportare il lavoro occasionale alla luce del sole.
Coniugare l’attività accademica con incarichi professionali esterni è difficile. Ma è pericolosa anche una cesura netta tra università e professioni. Il problema è particolarmente evidente per i giuristi. E va risolto con equilibrio e trasparenza.
Prima di far scomparire i voucher, si sarebbe dovuto stabilire se hanno o meno prodotto effetti positivi. Ma la Cgil ne fa una questione di principio, considerando sbagliata gran parte della legislazione per la semplificazione della disciplina del rapporto di lavoro dipendente.
Il messaggio principale della decisione della Federal Reserve sul rialzo dei tassi è che il regime in cui opera l’economia è tornato normale e anche la politica monetaria può tornare a essere tale. E si possono pianificare le mosse future in modo trasparente.
Tutti concordano sui mali che affliggono il nostro sistema scolastico. La Buona scuola ha cercato di introdurre uno scambio: più insegnanti, ma con valutazione del loro operato. E qui ha fallito. Anche perché per essere credibile la catena valutativa deve partire dall’operato dei dirigenti.
I tentativi di ridurre le pensioni troppo sperequate rispetto ai contributi versati sono falliti, infrangendosi contro i diritti acquisiti. La soluzione potrebbe essere la doppia tassazione dell’assegno pensionistico. Avrebbe dei vantaggi e potrebbe passare il vaglio della Consulta.
La modulazione delle aliquote Irpef in funzione dell’età anagrafica andrebbe probabilmente incontro a un giudizio di incostituzionalità . Se il reddito è lo stesso non c’è ragione perché un contribuente giovane debba pagare meno imposte di uno maturo. Gli argomenti a sostegno non convincono.