L’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea preoccupa la Cina. Le prime conseguenze vanno dalla volatilità dei cambi alla perdita di un alleato per il riconoscimento dello status di economia di mercato. E si complicano le prospettive economiche del paese alle prese con una delicata transizione.
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La riforma costituzionale avrà l’effetto indiretto di abbassare le soglie di età dell’elettorato passivo e attivo per il Senato. Contribuirà così ad ampliare il peso politico delle componenti più giovani della popolazione italiana. Conseguenze anche per i partiti: chi potrebbe avvantaggiarsene.
Non bastano aliquote più basse per rendere il fisco un interlocutore positivo per il contribuente, specie quando si tratta di un’impresa. Servono risorse per permettere all’Agenzia delle entrate di adeguare la propria struttura ai nuovi compiti che le vengono richiesti. Dove trovare i soldi.
In Italia, ai consulenti finanziari si rivolgono per lo più i risparmiatori che hanno maggiori conoscenze effettive. Chi ha una fiducia eccessiva nelle proprie competenze tende a scegliere da solo gli investimenti. Difficile supplire così ai bassi livelli di educazione finanziaria degli italiani.
Nessuna rivincita degli emarginati sui privilegiati: la Brexit non si spiega con un conflitto di classe, ma con un conflitto di valori. Che corre lungo la contrapposizione autoritarismo-libertarismo. Ma non bisogna essere troppo pessimisti: tra Regno Unito e Unione Europea sarà divorzio a metà.
A soli sei mesi dall’ultima consultazione, le nuove elezioni sanciscono la fine del bipartitismo in Spagna. Il parlamento è frammentato e il paese si ritrova in una impasse politica senza precedenti nella sua storia democratica. Perché potrebbe esserci un’alleanza tra popolari e i socialisti.
In ottobre gli italiani saranno chiamati a dire sì o no alla riforma del Senato. Il superamento del bicameralismo perfetto non ridurrà solo i costi della politica, ma potrà anche rafforzare il Parlamento, rendendolo più sensibile agli interessi dei cittadini che a quelli delle lobby.
Servirebbe anche in Italia una autorità che abbia come specifico obiettivo la protezione del risparmiatore sull’esempio degli Stati Uniti? È una delle domande a cui cerca di dare risposta l’ultimo libro di Luigi Guiso (Università Bocconi Editore). Ne proponiamo qui un capitolo.
Nel 2015 l’Italia ha beneficiato della flessibilità delle regole fiscali per rallentare il consolidamento dei conti pubblici. Unico paese che non ha centrato gli obiettivi sul deficit pubblico senza incorrere nelle sanzioni della Commissione. Trattamento speciale anche nelle ultime raccomandazioni.
Il successo della voluntary disclosure potrebbe rappresentare una svolta per il recupero coattivo di crediti tramite pignoramento di beni esteri. L’accesso alle banche dati delle pubbliche amministrazioni agevola la scoperta delle attività estere che prima potevano essere occultate.