Il “decreto sviluppo” si segnala per alcune altre disposizioni relative ad aspetti a cui il ministero dello Sviluppo economico intende dare risalto anche per l’inclusione nel documento di Strategia energetica nazionale (Sen) licenziato di recente.
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Nel valutare l’azione del Governo Monti si può usare un criterio assoluto oppure uno in cui si compensa la valutazione per i tempi imposti alle decisioni. E gli esiti sono diversi. Tre risultati e un vantaggio prezioso che non è stato sfruttato.
Il Governo Monti sembra avere trattato la materia energetica in maniera distratta, a tratti anche svogliata. I provvedimenti presi sono comunque molti. Contraddistinti da una discutibile interpretazione del significato di “sostenibile”. Troppo limitata la Strategia energetica nazionale.
In Italia nell’ultimo anno e mezzo sono state varate nuove imposte per un ammontare pari a circa 4 punti di Pil. Stime dell’effetto dell’inasprimento fiscale portano a prevedere una contrazione dell’economia intorno ai due punti e mezzo nei prossimi due anni. Da aggiungere al -3 per cento del 2012.
La riforma del mercato del lavoro è la grande incompiuta del governo Monti. Sulla carta è una legge molto ambiziosa, ma diverse misure sono destinate a dimostrarsi inefficaci e ad aumentare il grado di incertezza. Il tavolo sulla produttività è un’occasione persa per un nuovo patto sociale.
La misura più importante a sostegno delle imprese esistenti è l’Ace, con un incentivo fiscale al rafforzamento della struttura patrimoniale delle aziende. Per le start-up innovative sono previste deroghe al diritto societario e di carattere fiscale e contributivo. Il doppio effetto della svalutazione fiscale.
Molto ci si poteva attendere dalla liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Ma le riforme sono rimaste al palo. Non è tutta colpa del Governo perché pesano sullo stop gli esiti del referendum del giugno 2011 e una sentenza della Corte costituzionale.
Apprezzabili le misure su liberalizzazioni e semplificazioni, anche se l’intervento poteva essere più deciso. Non è invece emersa una visione coerente sul fronte della produttività e della competitività, uno dei problemi principali dell’economia italiana. La mancata riforma dei sussidi alle imprese.
In Europa il Governo Monti ha cercato di bilanciare la linea tedesca, impostata sul rigore fiscale e sui vincoli ai bilanci nazionali, con un’azione volta a rafforzare i meccanismi di stabilità finanziaria e di solidarietà tra i paesi della zona euro. Ma la vera sfida è ora la costruzione della nuova governance dell’Europa.
La sanità è uno dei settori oggetto di pesanti tagli di spesa. Con il rischio che il doveroso contenimento delle inefficienze vada oltre, sacrificando i principi di fondo del nostro sistema: universalità della tutela e solidarietà nel finanziamento.