La fonte di tutti i mali della giustizia civile è il numero abnorme di processi, dovuto ad alcune distorsioni del sistema, prevalentemente economiche. Ma il ricorso a soluzioni volte a far lavorare più velocemente i tribunali e i giudici non risolve il problema. Anzi rischia di avere effetti paradossali, come dimostra il caso dei procedimenti di risarcimento danni alla circolazione in Campania. Occorre invece spezzare i criteri economici che rendono sempre conveniente iniziare una causa. Ecco dieci proposte per migliorare l’efficienza della giustizia civile.
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L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa è stato un incredibile e preoccupante esempio di “illusione tributaria”, che portava a ignorare i costi del provvedimento. Il ritorno del tributo sana una ferita inferta al federalismo municipale. Per esigenze di gettito, è inevitabile aumentare le rendite catastali. Auspicabile è anche l’introduzione dellimposta sui rifiuti e i servizi progettata dal governo Berlusconi. Tutto ciò non elimina, ma limita lo spazio di una patrimoniale erariale su base personale.
Un governo che volesse realizzare una riduzione della pressione fiscale per stimolare la crescita economica, otterrebbe risultati maggiori concentrandola sulle sole donne. La minore aliquota sui redditi delle donne si applicherebbe poi a una base imponibile maggiore e quindi il gettito fiscale diminuirebbe poco. Non è la mancanza di servizi di cura a tenere le donne lontane dal mercato del lavoro, ma una divisione dei compiti squilibrata all’interno della famiglia. La tassazione differenziata per genere aiuta a cambiare una mentalità che non ha più alcuna giustificazione.
Se si guardano gli spread dei Cds giornalieri, la rischiosità percepita a breve termine sul debito italiano è quadruplicata, salendo molto di più nel breve che nel lungo periodo. E da ottobre il profilo temporale del rischio ha assunto la forma a “gobba”. I mercati incorporano nei prezzi dei Cds una probabilità di default che aumenta per le scadenze tra uno e due anni, ma poi declina progressivamente. Insomma, i mercati finanziari ci dicono che ci vorranno almeno un paio di anni perché le riforme previste dal governo Monti dispieghino appieno i loro effetti. Il Pdl li ascolterà?
Le grandi democrazie sono nate in unepoca in cui il peso elettorale delle giovani generazioni era consistente e crescente. Ora invece è sempre più preponderante la presenza di popolazione anziana, tendenzialmente più interessata alle condizioni immediate che a investire sul futuro. Tanto più in Italia. Per riequilibrare la situazione si può pensare di attribuire a ogni elettore un voto il cui peso dipenda dall’aspettativa di vita, così come è avvenuto per la riforma delle pensioni. Il sistema responsabilizza elettori e candidati di tutte le età.
Le giornate del debito comune sono un esempio di patriottismo economico. E consentiranno alle banche di scaricare i loro bilanci di un po’ di titoli dal valore incerto. Ma i singoli risparmiatori devono anche chiedersi se acquistare in questo frangente titoli di stato italiani sia conveniente. La risposta, come dicono gli esperti del risparmio, varia da individuo a individuo. E le alternative non sono molte. Nemmeno il tradizionale materasso visto che è anche salita l’inflazione.
La maggior parte dei commenti ricevuti dai lettori sono sintetizzabili in tre filoni: maggior ricorso alla tracciabilità, detrazione dellIVA e rafforzamento delle misure repressive.
Il maggior ricorso alla tracciabilità è certamente una risorsa, ma, anche per le ragioni già ricordate da Thomas Tassani, la tassazione del contante non è una buona idea. Un lettore ricorda il pericolo di un aumento dei soldi sotto il materasso, il che si potrebbe estendere come pericolo di un incremento del ricorso ai canali alternativi di gestione del contante. Rimane poi il problema (su cui poi tornerò) che i dati tracciati devono essere utilizzati in modo corretto.
L’Italia sta fronteggiando una seria crisi di fiducia dei mercati, causata dai timori che le riforme per far ripartire la crescita continuino ad essere rinviate e che l’economia alla fine soccomba sotto il peso del debito pubblico accumulato. È necessario un aggiustamento di bilancio. Che andrebbe perseguito prima tagliando le spese e poi, solo se necessario, aumentando poi l’imposizione fiscale, esattamente l’opposto di quanto appena approvato in Parlamento. Il nuovo Governo ha un’opportunità unica per segnare un punto di svolta.
La modernizzazione della pubblica amministrazione è una questione cruciale per l’Italia, non solo perché ce lo chiede l’Unione Europea, ma perché servizi pubblici efficienti e di qualità sono un’importante risorsa per cittadini e imprese. Il miglioramento dei servizi pubblici arriverà attraverso il lavoro sul campo, la capacità di gestire le organizzazioni pubbliche e l’abilità di diffondere le innovazioni. Per farlo non servono nuove leggi. Ma si deve passare da una prospettiva autoreferenziale a una rivolta all’esterno, che parta dalle esigenze degli utenti.
Il Governo Monti ha di fronte a sé una missione quasi impossibile. Il primo passo dovrebbe essere tagliare i costi della politica adeguando gli stipendi dei parlamentari a quelli dei colleghi europei. Basterebbe tagliare i vitalizi (ancora basati sul sistema retributivo) e le varie indennità di cui godono i nostri rappresentanti che pesano per quasi due terzi sul loro compenso totale. Un intervento di questo tipo darebbe un forte segnale di discontinuità sullo stile di questo governo. Con il consenso popolare ottenuto sarebbe più facile poi chiedere sacrifici a tutti gli italiani.