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BANCHE ITALIANE, PIÙ DEBOLI E COSTOSE

La crisi di liquidità nell’area euro si aggrava e investe le banche italiane. Che si difendono aumentando i tassi alla clientela, in controtendenza rispetto ai tassi del mercato finanziario. E appoggiandosi alla costosa stampella della Banca centrale europea. Prima o poi si dovranno rassegnare ad abbassare i loro obiettivi di redditività. Intanto, a pagare il conto della crisi sono sempre i soliti: le famiglie e le imprese.

SE IL PROBLEMA È L’OFFERTA DI CREDITO

La Fed ha scelto di intervenire con una Operation Twist invece che con una operazione di quantitative easing. I mercati l’hanno accolta con una certa freddezza. Perché denota un condizionamento politico, dei Repubblicani, sulla banca centrale americana. Ma soprattutto perché in questo momento il problema non è la domanda, ma l’offerta di credito. Le banche sono riluttanti a prestare soldi per la forte incertezza. Così una parte crescente di imprese e famiglie viene esclusa dall’accesso al credito. E non c’è compressione dei tassi di interesse che possa cambiare la situazione.

FREQUENZE TV: ITALIA FA L’OPPOSTO DELL’EUROPA

Dura ormai da anni il contenzioso tra Europa e Italia sulla concorrenza nel mercato delle comunicazioni digitali. Il diritto comunitario è retto da due principi fondamentali: neutralità delle tecnologie e armonizzazione delle regole a garanzia della concorrenza. Noi invece attribuiamo vantaggi a reti e operatori Tv. E riconosciamo loro un diritto di proprietà sulle frequenze non utilizzate. Il tutto avallato dalle Autorità di garanzia, che hanno scelto procedure diverse per l’assegnazione del dividendo digitale.

L’asta senza pluralismo

Quasi quattro miliardi incassati dallo Stato nell’asta appena conclusa per un pacchetto di frequenze. Se le sono aggiudicate gli operatori telefonici, che le utilizzeranno per le future generazioni di comunicazioni mobili a elevate velocità. Un ottimo risultato. Che avrebbe potuto essere ancora migliore se le televisioni non continuassero ad avere troppe frequenze, assegnate oltretutto a prezzi irrisori, con una moltiplicazione di canali privi di contenuti. E senza che si realizzi un vero pluralismo.

CDS ITALIA E SPAGNA A CONFRONTO

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COMPENSI D’ORO DELLE REGIONI. SENZA MERITO

I costi della politica tengono banco da tempo. E tra gli amministratori locali qualcuno prova a difendersi sostenendo che lo stipendio dei governatori è il compenso per il lavoro svolto a vantaggio della comunità. Ma le indennità dei presidenti e dei consiglieri delle Regioni italiane non sembrano legate ai risultati economici del territorio in termini di Pil pro capite, disoccupazione e occupazione. Al contrario, sembra emergere una relazione negativa tra remunerazione dei politici locali, benessere e andamento del mercato del lavoro.

UN PATTO COL DIAVOLO

Il conflitto tra governo ed enti locali è ancora più aspro dopo le manovre estive. I provvedimenti equivalgono a circa il 12 per cento della loro spesa, sanità esclusa. Effetti probabili? Un aumento della pressione fiscale locale e un’ulteriore riduzione degli investimenti. Con il rischio che le manovre, oltre ad avere un impatto recessivo immediato, riducano anche il tasso di crescita potenziale dell’economia, il fattore fondamentale a cui si lega la sostenibilità del nostro debito pubblico. Le incertezze sui premi ai virtuosi. Novità positiva la regionalizzazione del Patto.

Alitalia: ammaina-bandiera?

Alitalia rinnova la flotta acquistando velivoli a corto raggio. D’altra parte, le sue destinazioni intercontinentali sono ormai soltanto sedici. Due le ipotesi: la compagnia vuole fare una difficile concorrenza alle low-cost. Oppure punta a diventare sempre più un operatore regionale e aumentare così la sua complementarietà con Air France–Klm. Un vantaggio per gli azionisti in caso di cessione ai francesi. Certo, non sembra proprio che Alitalia possa tornare a essere una grande compagnia di bandiera. Nonostante le promesse e i sacrifici chiesti nel 2008.

CONTI IN SICUREZZA: DIZIONARIO E ARITMETICA

Secondo il ministro dell’Economia i nostri conti sono in sicurezza. Lo erano dal 2009. Eppure, basta un po’ di aritmetica per indicare che il raggiungimento dell’equilibrio nei conti pubblici così come delineato dalla manovra estiva è fragile. Se arriva la recessione, la sicurezza dei conti richiederà azioni rapide e dunque andranno messi definitivamente in soffitta le esitazioni e i passi falsi dell’estate 2011.

Un tunnel scavato alla velocità della luce

Ricordate Dan Quayle? E’ stato tra il 1988 e il 1992 il Vice Presidente degli Stati Uniti durante il mandato di George Bush padre ed è rimasto celebre per le sue gaffes. Una volta, entrato in una scuola elementare, suggerì ad un malcapitato alunno di aggiungere una “e” alla fine della parola “potato” (patata) . Che i politici siano spesso ignoranti non è un novità. Ma di solito si tratta di peones o Scilipoti. Più raramente a personaggi di imbarazzante incapacità sono assegnate cariche importanti. Ma ogni Paese ha il suo Dan Quayle e il nostro è il Ministro Gelmini. Commentando l’esperimento del Cern e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha scritto, “Alla costruzione del tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l’esperimento, l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno al 45 milioni di euro”. Un tunnel dal Gran Sasso a Ginevra! Più di 700 km di scavi senza che nessuno ne sapesse niente. Lo avranno fatto per non allarmare i No-Tav. Naturalmente il tunnel esiste solo nella fervida immaginazione del Ministro. Ma i 45 milioni che abbiamo speso per l’inesistente tunnel erano immaginari o reali? E se erano reali, che fine hanno fatto? Non è che li hanno dirottati ad altro uso? Ovviamente all’insaputa del Ministro, nella migliore tradizione di questo governo. Ma poi in fondo questo esperimento che importanza aveva? Che si possa superare la velocità della luce lo sapevamo già. Bastava vedere la rapidità con la quale il Ministro Gelmini nel 2001 passò da Brescia a Reggio Calabria per superare l’esame di abilitazione alla professione di avvocato.

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