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LA RISPOSTA AI COMMENTI

Ringraziamo i lettori per i commenti.
Concordiamo che gli incentivi maggiori dovrebbero venire dal mercato del lavoro, tuttavia quando il mercato del lavoro non premia il merito può essere utile cercare di fornire incentivi alternativi. 
Qualsiasi sistema teso a incentivare docenti e studenti all’ottenimento di risultati migliori può contribuire ad accrescere le competenze generate dal sistema scolastico. Purtroppo, alcuni meccanismi di incentivazione ai docenti, suggeriti dai lettori, sembrano incontrare la resistenza del sistema scolastico.
"Far studiare gratis i migliori senza guardare al reddito" è un meccanismo simile al sistema di incentivi utilizzato nel nostro esperimento.
Siamo d’accordo con gli interventi dei lettori che i sistemi di incentivazione basati sul miglioramento conseguito possono essere oggetto di distorsione e che quindi sono di difficile implementazione. D’altra parte, è difficile motivare gli studenti più deboli, che si sentono già esclusi, con sistemi che premiano la performance assoluta. Mentre questo può essere un problema minore per l’istruzione universitaria, esso è particolarmente rilevante durante le prime fasi del processo formativo, quando l’attenzione verso i soggetti che partono da condizioni più sfavorevoli deve essere maggiore.
In quanto economisti continuiamo a credere che gli incentivi servano. La ricerca da noi condotta mostra che gli studenti la pensano allo stesso modo. Gli incentivi monetari, come altri tipi di incentivi, sono anche utili per segnalare il valore che viene attributo a certi comportamenti.

MILLEPROROGHE PER IL NUOVO MILLENNIO

Duecentoventuno commi, centonovantasei in più del testo originario. Le nuove procedure di bilancio ci hanno consegnato una Finanziaria (si chiama ormai Legge di stabilità) più snella, ma decreti omnibus più grassi e pieni di nuove norme oltre che di semplici proroghe. Diminuisce cosi la trasparenza delle decisioni di politica economica. Ha fatto bene il Presidente della Repubblica a porre il problema.

L’ALLEANZA ANTIEVASIONE FISCO-COMUNI

Il dibattito sul federalismo fiscale si è concentrato su quante risorse sono necessarie per coprire a costi efficienti i compiti attribuiti a ogni livello di governo e su quali devono essere le fonti di finanziamento. Poca attenzione si è prestata alla capacità di risposta della macchina amministrativa che dovrà gestire il cambiamento.

COMUNI IN CAMPO CONTRO LÂ’EVASIONE

Il recupero di competitività amministrativa è, invece, il tema centrale. In assenza di strutture capaci di assecondare l’applicazione dell’autonomia tributaria, si corre il rischio che la leva fiscale si riduca alla manovra delle aliquote e non si ampli la base imponibile, con sofferenza degli equilibri e della flessibilità di bilancio. Una delle principali fonti di finanziamento deve essere il recupero dell’evasione. Va letta in questa direzione la disposizione dell’articolo 1 del decreto legge n. 203/05 che incentiva la partecipazione dei comuni all’azione di contrasto all’evasione dei tributi erariali diretti e indiretti, con il riconoscimento di una quota pari al 33 per cento delle maggiori somme riscosse a titolo definitivo a seguito di segnalazioni qualificate di elementi evasivi ed elusivi all’Agenzia delle entrate. Peraltro, va sottolineato che l’incentivo del 33 per cento si aggiunge al maggior recupero di addizionali e compartecipazioni come risultato degli accertamenti e di una più alta autoliquidazione da effetto deterrenza.
L’importanza della capacità di governance del territorio fiscale e della collaborazione fra istituzioni è tale che l’incentivo del 33 per cento diventa 50 per cento nel decreto sul federalismo municipale ed è esteso, con lo schema di decreto sui meccanismi sanzionatori e premiali, alle Regioni e alle province che con le loro segnalazioni qualificate consentono il recupero di tributi erariali. Il premio ai comportamenti antievasione si completa con la previsione che i risultati conseguiti in termini di maggior gettito derivante dall’azione di contrasto all’evasione non diminuiscono l’accesso al fondo perequativo per i territori con minore capacità fiscale.

LÂ’ESEMPIO DELLÂ’EMILIA ROMAGNA

Per poter vincere la scommessa dellÂ’alleanza antievasione, lÂ’Agenzia delle entrate dellÂ’Emilia-Romagna e lÂ’Anci regionale hanno messo in atto sinergie operative fra i diversi attori coinvolti:
– sottoscrizione di un accordo quadro Agenzia ed Anci dellÂ’Emilia Romagna per individuare modalità e strumenti in grado di favorire, nel più breve tempo possibile, la concreta partecipazione dei comuni al recupero dellÂ’evasione dei tributi erariali;
– creazione di una task force congiunta con lÂ’Anci con lo scopo di individuare programmi locali di recupero dellÂ’evasione, fornire istruzioni operative ai comuni, elaborare check list per la raccolta dei dati e la predisposizione delle segnalazioni da inviare allÂ’Agenzia delle entrate, aggiornare e standardizzare le metodologie di intervento dei funzionari comunali;
– diffusione di chiari e ben individuati percorsi investigativi,utili a produrre segnalazioni direttamente utilizzabili ai fini di un accertamento;
– attuazione di una specifica attività formativa congiunta;
– organizzazione di una rete di funzionari presso ogni direzione provinciale dellÂ’Agenzia delle entrate, allo scopo di seguire lo sviluppo delle attività accertative, monitorare i risultati, tenere i collegamenti con i capiufficio tributi dei comuni, segnalare o risolvere le problematiche tecniche e operative, evidenziare le pratiche migliori per la diffusione.

Di seguito alcuni dati al 31 dicembre 2010.

Fattispecie accertate

“Fabbricati fantasma”

Imponibile
€ 1.100.000

I comuni hanno segnalato centinaia di immobili non dichiarati, comprese ville di lusso mascherate da fabbricati rurali. Tra gli altri, è stato scoperto un evasore totale possessore di oltre 40 immobili non dichiarati, molti dei quali affittati in nero.

Cessioni di aree fabbricabili mascherate

Imponibile
€ 29.900.000

È frequente che il trasferimento di terreni a scopo edificatorio – la cui cessione realizza in capo al cedente redditi/plusvalenze tassabili – sia mascherato da cessione di fabbricato (tipicamente ruderi da demolire) o di terreno agricolo, oppure come cessione di quote societarie. La collaborazione con i comuni e in particolare con lÂ’Ufficio tecnico e la polizia municipale ha consentito di evidenziare numerose cessioni di questo tipo.

 Finti enti non commerciali

 

Imponibile
€ 1.400.000

Esempi
a)    L’Ufficio commercio di un comune del bolognese ha riscontrato che un’associazione sportiva dilettantistica svolgeva, senza le necessarie autorizzazioni, attività ristorative/agrituristiche e organizzava ricevimenti per cerimonie associando all’Asd unicamente il cliente che richiedeva il servizio. A fronte di tali attività, né l’Asd né le persone che la gestivano hanno mai presentato una dichiarazione fiscale.
b)   Durante le ordinarie attività di presidio del territorio, i vigili urbani di un comune della provincia di Ferrara hanno scoperto che un circolo culturale svolgeva l’attività di un vero e proprio ristorante.
c)    Un baby parking, sotto le mentite spoglie di associazione senza scopo di lucro, forniva i servizi di un vero asilo nido, senza le necessarie autorizzazioni e totalmente in nero. Con la quota di 700 euro al mese i “soci” del circolo (bambini di età compresa tra 1 e 3 anni) avevano assicurata la permanenza giornaliera, con la cifra supplementare di 6 euro al giorno pranzavano e con l’aggiunta di qualche centinaio di euro potevano anche organizzare le feste di compleanno.
d)   Un’associazione per la promozione del gusto era in realtà una scuola di cucina a pagamento e svolgeva anche attività di catering.

Molti lussi poche imposte

Imponibile
€ 2.300.000

Molti i soggetti segnalati per l’incoerenza fra i redditi dichiarati e la capacità di spesa manifestata (acquisti di immobili, autovetture, esercizi commerciali, conferimenti in denaro, ecc..)

TURISMO SENZA SORRISI

L’ottimismo manifestato da più parti sull’andamento del turismo in Italia non sembra giustificato dai dati. Nel 2010 sono calati, e molto, i giorni di vacanza e i viaggi d’affari. Tradotti in euro significano perdite significative per gli operatori. E gli italiani hanno rinunciato soprattutto alle microvacanze e ai week-end lunghi. Ovvero a quel superamento della stagionalità che rappresenta la speranza di consolidamento e crescita del settore. Manca in particolare una politica del turismo per il mercato interno.

MINISTRO CALDEROLI, COME LA METTIAMO CON AZZECCAGARBUGLI?

L’articolo 3 della legge n. 69 del 18 giugno 2009 recita:

“…ogni rinvio ad altre norme contenuto in disposizioni legislative, nonché in regolamenti, decreti o circolari emanati dalla pubblica amministrazione, contestualmente indichi, in forma integrale o in forma sintetica e di chiara comprensione, il testo ovvero la materia alla quale le disposizioni fanno riferimento o il principio, contenuto nelle norme cui si rinvia, che esse intendono richiamare…”.

Riportiamo qui sotto un comma tratto dall’ultimo decreto "milleproroghe". Difficile sostenere che il rinvio alle altre norme sia espresso in “forma sintetica e di chiara comprensione”

Onorevole Calderoli, in qualità di ministro per la Semplificazione normativa, ritiene che la legge da lei promossa venga rispettata? Pensa di fare qualcosa per farla rispettare?

LA VIGILANZA EUROPEA CHE FA PAURA ALLA CITY

La City di Londra è il principale centro finanziario d’Europa e per anni si è avvantaggiata di condizioni favorevoli dal punto di vista regolamentare e fiscale oltreché dell’integrazione dei mercati finanziari perseguita dall’Unione Europea. Ora la crisi ha cambiato tutto. Bruxelles ha istituito tre nuove autorità di vigilanza che eserciteranno la loro influenza anche sulle attività finanziarie del Regno Unito. E ciò potrebbe causare conflitti pericolosi. Londra preoccupata da un eventuale ruolo più marginale nelle relazioni con gli Stati Uniti.

INCENTIVI ALLO STUDIO

Gli studenti italiani non brillano nelle classifiche internazionali. E allora alcune scuole e università hanno pensato di ricorrere ai premi in denaro per spingerli a impegnarsi di più. È una strategia che funziona? Un esperimento condotto all’Università della Calabria mostra che l’incentivo monetario ha un effetto positivo sui risultati, sia in termini di crediti conseguiti che di voto ottenuto agli esami. Vale però per gli studenti con maggiori abilità, sugli altri l’effetto è nullo. Per loro, l’incentivo dovrebbe considerare i miglioramenti rispetto al passato.

NON BASTA LA CASA PER RESISTERE ALLA CRISI *

I dati pubblicati dalla Banca d’Italia indicano che il valore medio di ricchezza netta detenuto per famiglia si è ridotto nel 2009 e prevedono una diminuzione di ricchezza netta complessiva delle famiglie nel 2010. Circa il 15 per cento delle famiglie italiane possono essere definite in difficoltà finanziarie in termini di ricchezza netta accumulata. E quelle che si trovano in questa condizione, tendono a rimanervi. Ciò è più vero per le famiglie a basso reddito e che vivono in zone a più elevata disoccupazione.

IL TRENO MERCI SUL BINARIO MORTO

Per i treni merci italiani la crisi è cominciata da anni. Dovuta a scarsa produttività del personale, organizzazione del servizio ottocentesca, impianti obsoleti, locomotive vecchie e poco affidabili, marketing inesistente, treni lenti e spesso in ritardo. Ora si aggiungono le barriere all’ingresso di imprese diverse da quelle che fanno capo a Fs. E una serie di vessazioni per le aziende che volessero utilizzare la ferrovia per spedire la propria merce. Forse perché le aree degli scali possono essere vendute a peso d’oro. Ma è tutto il contrario di quello che accade negli altri paesi.

LA LIBIA E NOI

Il prezzo del petrolio ha raggiunto ieri a Londra il valore più alto da settembre 2008. La fibrillazione dei mercati energetici, e di conseguenza dei metalli preziosi e delle materie prime, nasce dai disordini e dalle rivolte popolari che dalle coste del Mediterraneo si vanno allargando al Medio Oriente e al Golfo Persico. Ma sono soprattutto i recenti sviluppi libici a fare scorrere brividi gelidi lungo la schiena dei governanti dei paesi occidentali, dei dirigenti di molte loro imprese e degli operatori, finanziari e non, dei mercati energetici. Vale in particolare per l’Italia.

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