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L’ELETTORE DISINFORMATO

La par condicio è un sistema di garanzia che non possiamo dismettere a cuor leggero nel contesto italiano di totale squilibrio nel controllo dei mezzi di informazione. Ma è un sistema pieno di difetti. Fino alle regionali non saranno più trasmessi sui canali pubblici programmi di approfondimento, una delle più importanti fonti di orientamento degli elettori. Intanto, pur rispettando un apparente equilibrio, molti telegiornali esercitano una distorsione delle notizie nel raccontare ai telespettatori quanto avviene in Italia e nel mondo. Dei problemi dell’informazione si discuterà anche al Festival dell’Economia di Trento, dal 3 al 6 giugno.

QUEI CITTADINI CHE VOTANO MA NON PAGANO TASSE

Torna agli onori della cronaca la Circoscrizione estero. Per facilitare l’esercizio di un diritto dei connazionali che risiedono in altri paesi sarebbe bastato il voto per corrispondenza. Invece la legge sul voto degli italiani all’estero finisce per garantire una rappresentanza senza tassazione: cittadini che non pagano tasse in Italia e non usufruiscono dei servizi influenzano con il loro voto le tasse che gli italiani residenti pagano e i servizi che ricevono. Viceversa, gli immigrati regolari nel nostro paese sono soggetti a una tassazione senza rappresentanza.

MENO PARLAMENTARI PER MENO CORRUZIONE

Il fatto stesso che si debba varare una legge per vietare ai politici coinvolti in episodi di corruzione di presentarsi alle elezioni la dice lunga su come non funziona la selezione della classe politica in Italia. Per migliorarne la qualità servirebbe una maggiore competizione elettorale e una migliore legge elettorale. Ma anche cittadini più attenti e un’informazione più concentrata sui fatti e meno sui retroscena. Un cambiamento che richiede tempo. Tuttavia qualcosa si può fare subito: ridurre il numero di parlamentari e di amministratori a livello locale. E bisogna farlo finché è forte nell’opinione pubblica l’indignazione per i ripetuti episodi di corruzione. Altrimenti i politici troveranno sempre un modo per mantenere (se non aumentare) poltrone e spesa pubblica.

 

MANI PULITE. 15 ANNI DOPO

È in qualche modo cambiata la corruzione in Italia quindici anni dopo le inchieste di Mani pulite? Sì, una novità c’è ed è il carattere “sistemico” del fenomeno. È questa la risposta che fornisce uno dei più noti esponenti della magistratura nel brano che qui pubblichiamo tratto dalla sua prefazione a un libro di Alessandro Galante Garrone, in libreria in questi giorni: “L’Italia Corrotta, 1895 – 1996, cento anni di malcostume politico” (Aragno editore, 147 pagine, 10 euro). Galante Garrone, scomparso nel 2003, lo pubblicò per la prima volta nel 1996, raccontando e analizzando il fenomeno della corruzione con la sua esperienza di storico e giurista, con il suo rigore morale e intellettuale che vede le cose con un pessimismo non rassegnato.

E SE GIOCASSIMO A BASKET IN BANCA?

La discussione sulle nuove regole per il sistema bancario è in un’impasse. Ma la crisi non è stata solo una conseguenza degli eccessivi rischi assunti dalle banche. E’ anche il risultato della quantità di denaro impiegata in questi rischi. Invece di mettere limiti alle attività delle banche, si può prendere esempio dalla Nba. Dove le squadre che superano il monte salari per i giocatori pagano una cifra corrispondente all’Associazione. Lo stesso principio si potrebbe applicare al rapporto tra debiti e asset degli istituti bancari.

INTERVENIRE PRIMA CHE PASSI LA NOTTATA

Disoccupazione all’8,6 per cento e Pil 2009 a -5 per cento: l’economia italiana soffre ancora i colpi di coda di una crisi ormai finita. Ma c’è lo spazio e la necessità per gli incentivi temporanei con efficacia limitata a sei mesi ai settori in difficoltà. Si tratta di permettere alle imprese di avviare processi di ristrutturazione in modo socialmente non distruttivo. Di interventi di questo tipo si parla da tempo, ma il governo continua inspiegabilmente a rinviarne l’adozione.

TANGENTOPOLI NON È MAI FINITA

Nonostante le richieste sopranazionali di sanzioni proporzionate, adeguate e dissuasive nei confronti della corruzione, l’Italia non sembra aver intrapreso finora un’azione di contrasto efficace. Rispetto a un fenomeno apparso come dilagante già ai tempi di Tangentopoli, pur in carenza di rilevazioni sistematiche, la risposta sanzionatoria è stata incerta e improntata ad assoluta mitezza.

LEVA DELLE BANCHE: MANEGGIARE CON CAUTELA

A livello internazionale, i regolatori cercano di porre argini ai movimenti pro-ciclici della leva bancaria. Ma la regolazione prudenziale dovrebbe acquisire una dimensione macroeconomica. Le tradizionali regole applicate ai singoli istituti dovrebbero essere affiancate da regolamentazioni anticicliche, capaci di accrescere il grado di auto-assicurazione dell’intero sistema finanziario. E il coordinamento tra politica monetaria e supervisione prudenziale rende opportuna non la loro separazione, ma l’integrazione presso un’unica autorità: la banca centrale.

COME MISURARE LA CORRUZIONE

Ha fatto scalpore la denuncia della Corte dei conti su un vertiginoso aumento dei casi di concussione e corruzione in Italia. Una loro misurazione precisa è però estremamente difficile con gli strumenti finora a disposizione. Tuttavia, la percezione dei cittadini è che il fenomeno sia grave, in peggioramento e si irradi dalla politica alla pubblica amministrazione. Prendere provvedimenti è dunque indispensabile. Magari a partire da dati affidabili. E proprio la Corte dei conti potrebbe costruire una misura accurata di corruzione.

 

RISERVE DA PROTEGGERE

La Cina è preoccupata per il futuro del dollaro perché le sue riserve sono denominate in quella valuta. E dunque propone di adottare una nuova moneta di riserva internazionale. D’altra parte, gli Stati Uniti devono risolvere il problema di un debito troppo elevato e potrebbero essere tentati di farlo attraverso l’inflazione. Una soluzione che penalizzerebbe le riserve valutarie dei mercati emergenti e creerebbe problemi all’economia mondiale. Meglio allora che l’amministrazione Usa offra ai suoi creditori uno scambio virtuoso.

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