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QUANTO VALGONO I BENI CONFISCATI ALLA MAFIA

La confisca dei beni di proprietà mafiosa costituisce uno strumento giudiziario decisivo nella lotta contro la criminalità organizzata. Sono soprattutto gli immobili a essere sottoposti al provvedimento. La regione più interessata è la Sicilia, ma confische si registrano anche in Lombardia. Il legislatore è già intervenuto per cercare di ridurre i tempi tra il sequestro e la destinazione del bene al comune o allo Stato. Ora si dovrebbe rivedere la norma per meglio tutelare i terzi in buona fede e per prevedere norme-paracadute più efficaci per le aziende in fase di sequestro.

IL TEMPO DELL’EPIDEMIA MEDIATICA

La paura dell’epidemia è radicata nell’essere umano e prevale sulla comunicazione basata sull’evidenza e sugli elementi scientifici disponibili. Esempio eclatante quanto accaduto con l’influenza aviaria. Una storia che rischia di ripetersi con il virus H1N1, anche se nei paesi già colpiti la sua incidenza è stata bassissima. E se gli allarmi del passato hanno permesso l’avvio di reti di sorveglianza adeguate e la crescita della cultura della prevenzione, speriamo che in futuro diminuiscano i falsi allarmi e si possa comunicare il rischio reale senza provocare allarmismo.

Il PATTO STUPIDO E LA PROSSIMA MANOVRA TRIENNALE

La Commissione Europea ha aperto una procedura per disavanzo eccessivo contro l’Italia. Certo, siamo in buona compagnia: sono venti gli Stati membri che non hanno rispettato le regole comunitarie sul bilancio. Ma il nostro caso nasconde un doppio paradosso. Imputabile essenzialmente al fatto che la manovra triennale avviata nel 2008 è stata particolarmente attenta a vincoli europei ormai del tutto anacronistici di fronte alla crisi. Senza affrontare i problemi strutturali del paese. Intanto, neanche i conti pubblici sono a posto. La vera manovra triennale sarà la prossima?

LO SCUDO INCOMPATIBILE CON LE NORME EUROPEE

Prevedere la sospensione dell’obbligo di segnalazione delle operazioni sospette, come fa il cosiddetto scudo fiscale nella sua ultima versione, è una violazione della direttiva europea anti-riciclaggio. E secondo la giurisprudenza costante della Corte di giustizia, non solo qualsiasi giudice, ma anche qualsiasi autorità pubblica, è tenuta a disapplicare una norma interna, anche di rango primario, contraria alla disposizione di una direttiva, applicando invece quest’ultima. In questo caso, ciò vale in particolare per la Banca d’Italia e l’Uif.

PERCHE’ LA SANATORIA HA FATTO FLOP *

Le domande di regolarizzazione di colf e assistenti familiari sono state nettamente inferiori al previsto. Motivo essenziale dell’insuccesso il fatto che i benefici siano quasi esclusivamente a favore dei lavoratori e i costi prevalentemente a carico delle famiglie. Serve invece un piano di interventi strutturali per la non autosufficienza. Che preveda il potenziamento dei servizi domiciliari pubblici, ripensi l’indennità di accompagnamento e vari un progetto di coordinamento degli iter formativi promossi da singole regioni.

GINO GIUGNI: UNA LEZIONE SCOMODA PER TUTTI, A DESTRA E A SINISTRA *

Gino Giugni è scomparso nei giorni scorsi. Uomo-cerniera fra il movimento sindacale e le istituzioni democratiche, è stato un ottimo politico perché ha sempre esercitato il potere soltanto con l’intento di realizzare il modello di democrazia e di giustizia da lui stesso affinato in una vita di studio e di dialogo aperto con tutte le correnti culturali più vive e feconde. “Padre” dello Statuto dei lavoratori, ha colto già negli anni Novanta la necessità di un adattamento ai tempi nuovi di tutto il diritto del lavoro, compresa la materia dei licenziamenti.

CHI PENSA ALLA PENSIONE

Stati Uniti e Regno Unito sono i due paesi con la previdenza privata più sviluppata. Eppure, all’indomani dello scoppio della crisi finanziaria, si sono impegnati a rafforzare il settore, anche operando forzature di tipo paternalistico. Il tutto preceduto, però, da una prolungata riflessione sulle modalità di funzionamento del sistema e sui correttivi che possano renderlo davvero credibile agli occhi dei lavoratori. Anche in Italia si ipotizza la riproposizione del silenzio-assenso. Ma prima occorre pensare alle precondizioni necessarie al suo successo.

QUANDO L’AMBIENTE GIOCA IN CASA

L’approccio di Italia e Francia alle politiche ambientali non potrebbe essere più diverso. Almeno per quanta riguarda l’edilizia: Oltralpe diventa uno tra i possibili strumenti in grado di facilitare il raggiungimento degli obiettivi di crescita eco-compatibile in un’ottica di sostenibilità di lungo periodo. Da noi, invece, il Piano casa è pensato come una misura di sostegno immediato alla crescita del Pil, mentre le questioni di efficienza energetica e ambientale vengono derubricate a corollario. Le tragedie come l’Abruzzo e Messina dovrebbero far riflettere.

SE LA RIPRESA PUNTA SUL VERDE

Con la crisi cresce l’interesse per i cosiddetti lavori verdi, legati allo sviluppo di energie alternative. Non mancano le opinioni critiche, ma dal settore potrebbe derivare un aumento sia della produttività che dell’occupazione. E dunque i green jobs potrebbero permettere di riassorbire parte della crisi occupazionale che colpisce settori più tradizionali dell’economia. In ogni caso, hanno un valore intrinseco di tutela ambientale che ha un suo peso economico. E potrebbero consentire, indirettamente, una redistribuzione di risorse a favore delle generazioni future.

UN NUOVO GIRO DI GIOSTRA PER LA PASSIVITY RULE

In meno di tre anni, la regola di passività nella disciplina dell’Opa è stata cambiata tre volte. Il governo ha infatti appena approvato un nuovo decreto legislativo che la reintroduce come norma generale. La scelta di oggi è più ragionevole di quella del 2008, quando la regola era stata abolita a seguito della crisi finanziaria e con la benedizione della Consob. Soprattutto perché si premia l’autonomia statutaria. Ma qual è il prezzo che si paga per un regolamentatore che appare ondivago e indeciso?

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