Introdotto nel 2022 per far fronte ai disagi psicologici causati dalla pandemia, il bonus psicologo ha invece risposto a un bisogno preesistente, con interessanti differenze di genere. Il suo stesso successo dimostra che è uno strumento da rafforzare.
Categoria: Argomenti Pagina 80 di 1100
- Banche e finanza
- Concorrenza e mercati
- Conti Pubblici
- Disuguaglianze
- Energia e ambiente
- Famiglia
- Fisco
- Gender gap
- Giustizia
- Immigrazione
- Imprese
- Informazione
- Infrastrutture e trasporti
- Internazionale
- Investimenti e innovazione
- Lavoro
- Mezzogiorno
- Moneta e inflazione
- Pensioni
- PovertÃ
- SanitÃ
- Scuola, università e ricerca
- Società e cultura
- Stato e istituzioni
- Turismo
- Unione europea
Gli squilibri demografici si accentuano e rischiano di rendere insostenibile entro pochi anni il nostro sistema di welfare. Per invertire la tendenza servono politiche familiari adeguate. Nella manovra economica qualche passo avanti, ma non risolutivo.
Le politiche europee per la coesione sono accompagnate da un generalizzato scetticismo, che almeno per l’Italia è del tutto motivato. Le ragioni della loro modesta efficacia e le prospettive per il futuro, legate a una possibile adozione del modello Pnrr.
Il governo ha proposto modifiche alla misura che favorisce il rientro dei cervelli. Alcune sono positive, altre rischiano di vanificare l’investimento degli ultimi anni. Come convincere chi è tornato a rimanere in Italia dopo la scadenza degli incentivi.
L’approvazione della riforma dell’assistenza agli anziani non autosufficienti aveva suscitato grandi speranze. La legge di bilancio rinvia l’attuazione al 2025. Rimangono così senza risposta dieci milioni di persone tra anziani, familiari e operatori.
I progressi nella lotta all’inflazione sono evidenti, ma non bastano. La Bce non ha alzato i tassi nell’ultima riunione. Ma fermarsi adesso, alla probabile vigilia di un nuovo incremento dei prezzi dell’energia, potrebbe rivelarsi la scommessa sbagliata.
Nel 2022 la quota di persone e famiglie in povertà assoluta è salita rispetto al 2021. Lo dicono i nuovi dati Istat. La causa è soprattutto l’inflazione, che ha colpito di più le fasce meno abbienti. Per quest’anno sono tre i fattori da tenere d’occhio.
La revisione della spesa pubblica, così come concepita adesso, ha dato pochi risultati. Bisogna intervenire sulle modalità di formazione del bilancio dello stato e sulla razionalizzazione della spesa. Una specifica riforma è prevista nel Pnrr.
La delega fiscale non cambia il disegno di un sistema tributario fortemente squilibrato e nel quale si trascura ogni ragione di giustizia distributiva. Pagano solo alcuni, e sempre gli stessi. Ma i benefici dei beni e servizi pubblici sono per tutti.
Le statistiche Istat sulle disuguaglianze di mortalità per cause di morte mostrano l’influenza diretta e indiretta del livello di istruzione. La probabilità di morire di malattia per una persona con bassa scolarità è molto più alta di quella di un laureato.
