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IL COMPROMESSO VIRTUOSO

Una politica economica efficace dovrebbe dare un robusto stimolo fiscale oggi, in termini di ammortizzatori sociali e riduzioni di imposte, controbilanciato da risparmi strutturali nel medio periodo. Risultato che si può ottenere aumentando gradualmente l’età pensionabile già dal 2009 e riducendo i privilegi di cui godono ancora troppe categorie. Ma esistono le condizioni politiche per un simile compromesso? Un principio di equità intergenerazionale imporrebbe che chi beneficia oggi degli stimoli fiscali non trasferisca i debiti alle generazioni future.

SENZA TETTO, MA NON SENZA SPERANZA

Il 14 gennaio è stato effettuato a Milano il primo censimento dei senzatetto. La ricerca è stata realizzata grazie alla borsa di studio in ricordo di Riccardo Faini che due anni fa ci lasciava. A lui sono anche dedicati i Dossier Grazie Riccardo, Ricordando Riccardo e Riccardo, un anno dopo. Sono stati censiti quattromila adulti che dormono in strada, nei dormitori o in baraccopoli, campi nomadi ed edifici dismessi. E’ una popolazione estremamente variegata, ma con caratteristiche demografiche, di capitale umano, di partecipazione al mercato del lavoro che aprono alla possibilità di politiche di reinserimento e non solo di mera assistenza.

GEMELLI DIVERSI: MOTORIZZAZIONE CIVILE E ACI

Motorizzazione civile e Aci producono due documenti: il libretto di circolazione e il certificato di proprietà del veicolo. Entrambi sono realizzati elettronicamente attingendo dati dall’Archivio nazionale veicoli il primo e dal Pubblico registro automobilistico il secondo. Ma il Pra è un duplicato dell’Anv e per tenere allineati i due database si investono, sprecandole, risorse. In altri paesi basta il solo libretto per tutte e due le funzioni. Siamo sicuri che in questo caso non ci siano margini per razionalizzare e ridurre la nostra spesa pubblica?

UNA BUONA NOTIZIA: CALA L’INTERESSE

Con l’ulteriore recente calo dei tassi, il risparmio della spesa per interessi sul debito sale a 6 miliardi di euro. E sono stime per difetto, perché non tengono conto della possibile diversa composizione delle emissioni. Sono però anche risultati da prendere con cautela, perché i comportamenti dei risparmiatori potrebbero cambiare in breve tempo. Al Tesoro offrirne di migliori. O spiegare perché la spesa prevista per gli interessi resta invariata da mesi nei documenti ufficiali.

L’UNIVERSITA’ DELLE CATTEDRE GRIGIE

I professori universitari italiani sono i più vecchi d’Europa e godono del privilegio di andare in pensione più tardi dei colleghi europei senza dover produrre risultati scientifici. Il decreto legge 180/08 del ministro Gelmini fissa le quote d’immissione dei giovani ricercatori nel sistema universitario, ma non affronta il nodo dell’età pensionabile dei docenti ordinari. All’università serve una riforma che diminuisca rapidamente il numero degli ordinari, preservando al contempo la trasmissione del sapere fra le generazioni.

I PRIMI DIECI ANNI DELL’EURO *

Il 1º gennaio 1999 nasceva l’area euro. Caratterizzata da un’architettura istituzionale senza precedenti: la sua vera novità è la relazione che intercorre tra la politica monetaria unica e la molteplicità delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri. Benché al debutto della moneta unica fossero molte le incertezze e gli interrogativi, il primo decennio dell’euro è stato una storia di successo. Oggi vale la pena di ricordare quelle sfide originarie per riconoscere nella crisi attuale l’opportunità di rafforzare la governance europea.

ELEZIONI EUROPEE: QUI NON C’E’ CONCORRENZA

Con l’avvicinarsi delle elezioni europee, torna d’attualità la discussione sulla legge elettorale. Si parla di correggere la legge in vigore con l’introduzione di una soglia di sbarramento e di liste bloccate. Quest’ultimo è un meccanismo che ha effetti perversi nella selezione dei candidati e impedisce ogni forma di concorrenza all’interno dei partiti. Le primarie sono un buon punto di partenza, ma non la panacea. Occorre anche ridurre al minimo le barriere d¹entrata e concentrare i dibattiti interni sui contenuti. Ed evitare che il Parlamento europeo non diventi una via di fuga per gli amministratori locali che hanno operato male.

QUANDO LAVOCE.INFO VA SUL QUOTIDIANO

Qual è la copertura de lavoce.info sui quotidiani italiani? Una ricerca per parole chiave sugli archivi online che contengono i testi degli articoli provenienti dalla versione cartacea dei diversi giornali da giugno 2002 a metà dicembre 2008 mostra che La Stampa, Il Corriere della Sera e, soprattutto, La Repubblica dedicano al sito più articoli rispetto al Sole 24Ore e al Giornale. Per il Sole 24Ore si nota però un trend ascendente di attenzione. E sempre sotto il profilo dinamico, il Corriere è la testata con la maggiore crescita nelle citazioni, mentre gli altri quotidiani non mostrano alcuna variazione temporale significativa.

LA RISPOSTA AI COMMENTI

Rispondo alle osservazioni, ringraziando chi è intervenuto.

Una parte delle critiche riguarda la condizione di sfruttamento degli immigrati (qualcuno dice "schiavismo"). Osservo che il nostro paese dispone di importanti risorse di tutela, come i contratti collettivi nazionali di lavoro, gli ispettorati del lavoro, i sindacati. Quando gli immigrati sono in regola, sono pagati come gli italiani e non fanno concorrenza a nessuno.
Il problema è fare in modo che possano lavorare in regola. Ma il governo, tra i suoi primi provvedimenti, ha indebolito gli ispettorati e reso meno incisiva la loro già non brillante azione repressiva. Avete mai sentito di un imprenditore condannato severamente per aver sfruttato degli immigrati?
Una sentenza dell’anno scorso, a Como, ha mandato assolto un imprenditore che faceva lavorare degli immigrati senza documenti. La motivazione: essendosi introdotti in modo fraudolento sul territorio dlelo Stato, non avevano diritto a chiederne la tutela. Un bell’esempio di colpevolizzazione delle vittime, e di appoggio a chi le sfrutta.
In generale, la carenza di azione repressiva sui datori di lavoro è il principale punto debole del pacchetto di misure governative di contrasto dell’immigrazione irregolare.
Per l’assistenza domiciliare, anch’io preferirei un sistema più nord-europeo di assistenza degli anziani. Ma dovremmo: 1) accettare di mandarli in strutture protette; 2) accettare di dedicare molte più risorse, pubbliche e private, al settore. Giacché non mi pare che queste condizioni siano prossime a realizzarsi, specie la seconda, dovremmo incentivare l’emersione dei rapporti sommersi nell’ambito delle famiglie. Per esempio, accettando che famiglie e lavoratrici si accordino e possano stipulare subito regolari contratti, con il versamento dei contributi. Senza la farsa dei decreti-flussi. Ricordo comunque che neppure l’attuale governo, malgrado la recessione, ha avuto il coraggio di ridurre il numero degli ingressi
autorizzati per attività di assistenza.
Per il lavoro nelle imprese, ribadisco: non sono 20.000 nuovi ingressi in meno, ma 20.000 persone in più che continueranno a lavorare in nero, forse in condizioni ancora peggiori. Sfruttati loro, e danneggiati gli italiani che lavorano in regola nelle stesse occupazioni. La soluzione non è lasciarli senza diritti, ma farli emergere. Via non andranno, l’esperienza lo dimostra. Qualcuno ricorda le misure di Zapatero, di cui non conosciamo ancora gli effetti. Secondo me, anche quella è propaganda. Negli anni ’70, all’epoca della prima crisi petrolifera, i paesi del Centro e Nord Europa tentarono di convincere gli immigrati ad andarsene con incentivi analoghi.
Fu un fallimento, anzi l’immigrazione aumentò: non potendo più circolare liberamente, gli immigrati ricongiunsero le famiglie. Gli immigrati non ritornano indietro da sconfitti, con quattro soldi in tasca. Vogliono tornare da vincitori.

Molti cordiali saluti

COMMENTO A “UNA POLITICA FISCALE CONTRO LA CRISI”

LÂ’interessante nota del Fondo Monetario Internazionale (Link), sullÂ’uso della politica fiscale per combattere la crisi finanziaria, spinge ad alcune riflessioni e a domande che possono aiutare i lettori a meglio comprendere il merito della politica fiscale che il Fondo sta proponendo.
La prima domanda è: C’è qualche esperienza convincente che dimostra che una politica fiscale del tipo proposto abbia dato i risultati che il Fondo spera di ottenere? Se c’è, sarebbe utile per i lettori conoscerla.
La seconda è una riflessione che riguarda un’osservazione della nota: siccome è difficile identificare precisamente la medicina di cui ha bisogno il malato (cioè l’economia), è meglio utilizzare tutte le medicine a disposizione sperando che ce ne sia qualcuna che dia l’effetto desiderato. Bisogna riconoscere che in certi casi ci possono essere effetti negativi nell’uso di medicine sbagliate.
Una terza osservazione su cui sarebbe interessante soffermarsi è quella secondo cui i pacchetti di stimolo dovrebbero includere più che in passato aumenti della spesa pubblica in beni e servizi. L’acquisto di beni e sevizi, nella maggior parte dei paesi, consiste principalmente in tre categorie: salari per gli impiegati pubblici, investimenti pubblici e spese militari; ciò vuol dire che il Fondo Monetario sta proponendo aumenti salariali, più investimenti e spese militari. Allo stesso tempo la nota afferma che l’aumento di spesa non dovrebbe ”comportare un aumento permanente del deficit (e del debito?) pubblico”. Alcune domande: è una buona idea aumentare gli stipendi pubblici e le spese militari? L’aumento di stipendi non è equivalente nel suo effetto ad una diminuzione di imposte che la nota respinge? Sarà possibile ridurre in futuro gli aumenti di stipendi per non far peggiorare permanentemente la situazione dei conti pubblici? E’ possibile aumentare immediatamente la spesa per gli investimenti senza causare sprechi? Cosa possiamo imparare dall’esperienza giapponese degli anni novanta a riguardo?
Sarebbe utile avere risposte precise a queste domande per meglio conoscere il merito della proposta del Fondo Monetario ed eliminare qualche dubbio.

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