Lavoce.info

Categoria: Argomenti Pagina 844 di 1091

DI PAESE IN PAESE CONTRO LA CRISI

I piani d’azione anti-crisi dei governi europei si focalizziamo ora sul sostegno all’economia reale. Alcuni Stati preferiscono indirizzare più risorse agli investimenti pubblici, mentre altri limitano la pressione fiscale nel breve-medio periodo, per rafforzare il potere d’acquisto dei consumatori. Il fine è lo stesso: accorciare i tempi di uscita dalla crisi ed evitare una lunga recessione. Molto però dipenderà dalla risposta che sapranno dare gli operatori economici. Analizziamo le misure di Francia, Regno Unito, Spagna e Germania.

CHI INQUINA PAGA MENO

Per la Corte costituzionale è illegittimo il comma della legge Galli sulle tariffe del servizio di fognatura per utenti non allacciati a depuratori. Ma l’affidamento del servizio idrico integrato si basa sul calcolo di un costo complessivo, poi coperto dalle tariffe. E dunque non dovrebbe essere il gestore a pagare le conseguenze della decisione. La soluzione sembra essere un aumento della bolletta per chi usufruisce dei depuratori. Così però chi inquina non paga. Necessario invece riaffermare la natura collettiva della depurazione. L’esempio di Francia e Regno Unito.

E SULL’UNIVERSITA’ DATI CONTRO PREGIUDIZI

Una delle ricorrenti accuse contro l’università italiana riguarda la proliferazione dell’offerta formativa negli ultimi anni. Che sarebbe legata a interessi corporativi dei docenti. Non mancano le azioni clientelari, ma per lo più è il risultato di un’illusione ottica: l’introduzione del 3+2 ha spezzato il ciclo unico, portando come minimo a un apparente raddoppio del numero di corsi di studio. E corrisponde anche al tentativo di individuare percorsi più mirati al mercato del lavoro. Processi virtuosi, almeno nelle intenzioni, che hanno interessato tutti i paesi europei.

UN FEDERALISMO DA AVVIARE SUBITO

Il rinvio di tutte le misure sul federalismo fiscale all’approvazione dei decreti legislativi, tra circa tre anni, rischia di fare il gioco degli antifederalisti. Possono così continuare tranquilli ad accumulare squilibri e inefficienze, che indeboliscono la capacità effettiva di cambiare rotta e richiederanno comunque soluzioni transitorie ancora più lunghe e costose. Perché invece non avviare subito la politica premiale per le unioni e fusioni di comuni prevista nel Ddl? E perché non decidere subito le sanzioni per gli amministratori che non rispettano i vincoli di bilancio?

IL DECENNIO PERDUTO DEL GIAPPONE

Torna la paura della deflazione, intesa nel senso di diminuzione generalizzata dei prezzi. Utile allora guardare cosa è accaduto in Giappone, che ha sperimentato la stagnazione per dieci anni. Almeno ufficialmente, perché in realtà la crisi serpeggia ancor oggi: il Nikkei non è lontano dal minimo di gennaio 2003 e da aprile 2008 il paese è di nuovo tecnicamente in recessione. Il reddito è sceso solo nel biennio 1998-99 mentre i prezzi sono calati nel 1995, dal 1999 al 2003 e nel 2005. E la spesa in consumi delle famiglie dei lavoratori replica la discesa dei prezzi al consumo.

RISORSE E RILANCIO DELLA SCUOLA

I confronti internazionali dimostrano che la scuola italiana ha bisogno di serie riforme strutturali. Non di tagli indiscriminati e politiche pasticciate. Ma il rilancio del sistema scolastico richiede ingenti risorse. Illusorio pensare che si possano trovare somme aggiuntive rispetto a quelle già elevate che vi si spendono. Eliminando le numerose inefficienze gestionali e organizzative del servizio, che producono un elevato rapporto docenti studenti, si potrebbero risparmiare fondi da reinvestire nell’istruzione. Oltretutto con costi sociali limitati.

A 65 ANNI IN PENSIONE, SE BEN CHE SONO DONNE

La Corte di Giustizia Europea ha stabilito l’equiparazione dell’età di pensionamento tra uomini e donne. E in Italia nasce un vivace dibattito. Ma che cosa dice esattamente la sentenza? Ecco chi sono le lavoratrici coinvolte, come si applica la disposizione, e qual è il senso. Ma è davvero un provvedimento contro le donne o un altro passo verso la parità?

UN UOMO SOLO CONTRO LA DEFLAZIONE

La discesa dei prezzi di oggi potrebbe trasformarsi in deflazione e aggravare così la crisi. E’ il timore di Ben Bernanke, che per questo ha portato il Fed Funds Rate quasi a zero, per dare fiato ai consumatori e agli investimenti. Ma il presidente della Fed è anche l’unico a combattere questa battaglia. Perché gli Stati Uniti sono nel periodo di transizione fra due presidenti e l’Europa si muove con una lentezza da pachiderma. Soprattutto per la posizione della Germania.

SE LA FED PUNTA AL TASSO ZERO: TRE DOMANDE A TOMMASO MONACELLI

Cosa significa azzeramento (o quasi) del tasso di interesse?

“La decisione di cui parliamo è una decisione di portare a zero – o meglio a un intervallo compreso tra 0 e 0,25 – il costo a cui le banche ufficialmente possono scambiare fondi tra di loro o attingere fondi direttamente dalla Banca centrale americana. EÂ’ un modo per riconoscere il fatto che le condizioni nel mercato del credito negli Stati uniti vanno sempre più peggiorando e che c’è necessità di incentivare le banche a scambiarsi fondi tra di loro. EÂ’ una decisione abbastanza irrilevante perché il mercato e quindi gli scambi fra le banche erano già arrivati a tassi vicini allo zero e quindi la Fed non sta facendo altro che seguire quello che il mercato ha di fatto ratificato da diversi mesi.”

Lei quindi non giudica positivamente questa operazione senza precedenti della Federal Reserve?

No, la giudico come qualcosa di assolutamente inevitabile e prevedibile, la cosa interessante sarà vedere da qui in poi come la Fed condurrà la politica monetaria perché è chiaro che i tassi di interesse – che significa quanto costa dare e prendere a prestito denaro – non possono andare sotto lo zero. Quindi, quanto i tassi raggiungono un livello prossimo allo zero, la banca centrale non ha più modo di stimolare lÂ’economia e di rendere il denaro più a buon mercato. Da qui in poi sarà interessante vedere quali strumenti verranno utilizzati e su questo aspetto ci sono moltissime ipotesi che vengono fatte.”

Secondo lei come si regolerà di conseguenza la Banca Centrale Europea?

 “La Bce ha un poÂ’ più di margine perché sta partendo da tassi di interesse più alti; è stata più graduale nel ridurre i tassi perché lÂ’acuirsi della crisi è stato meno violento però la sensazione è che la crisi si stia deteriorando anche in Europa. Credo dunque che arriveremo a decisioni di ulteriore ribasso dei tassi anche da parte della Bce e a livello di tassi che in Europa non si vedevano da decenni.”

PATTI CHIARI. MA NON TANTO

Alcuni bond Lehman Brothers sono rimasti nell’elenco di quelli definiti a basso rischio da Patti Chiari anche quando la società era già fallita. Come è potuto accadere? E, soprattutto, come evitare che si ripeta in futuro? Finora, i tittoli sono stati inseriti nell’elenco dei sicuri sulla base di indicatori del rischio di mancato rimborso e di perdita di valore del titolo. Un sistema inadeguato per vari motivi. In particolare perché fondato su serie storiche e soggetto a conflitti di interesse. Meglio sarebbe ricorrere agli spread dei credit default swaps.

Pagina 844 di 1091

Powered by WordPress & Theme by Anders Norén