Il tetto del 45 per cento del totale dei ricavi pubblicitari imposto a Mediaset dal Ddl Gentiloni è in contrasto con il paradigma, universalmente accettato dalla dottrina, del mercato a due versanti e della convergenza delle piattaforme. Un’anomalia conseguenza di un’errata considerazione della natura del mercato televisivo e senza corrispondenze nella realtà europea. In più, dà luogo a una lettura politica che nuoce al governo. A decretare la fine del duopolio saranno le forze della tecnologia e del mercato, che paradossalmente il disegno di legge frena.
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I lavori di manutenzione infiniti sulla Cisa e le linee ferroviarie dell’alta velocità: due casi problematici, ed emblematici, che ripropongono la questione del controllo dei costi delle infrastrutture di trasporto. E sembrano suggerire che l’impegno contenuto nel programma di governo di costituire un’autorità indipendente per la regolazione delle infrastrutture e dei trasporti in generale, per i comparti non esposti alla concorrenza, non sia davvero più procrastinabile. Anche al fine di “liberare” risorse pubbliche per gli interventi urgenti nel settore.
La manifestazione di sabato ha riportato al centro del dibattito di politica economica il mercato del lavoro e la sua regolamentazione. E rischia di acuirsi lo scontro sociale proprio mentre una complessa Finanziaria inizia il suo iter parlamentare. Si può evitarlo cercando di garantire alle imprese la flessibilità in entrata e ai lavoratori un percorso ben definito verso la stabilità. Attraverso un disegno complessivo che preveda un ingresso al lavoro in tre fasi (prova, inserimento e stabilità), salario minimo e contributo previdenziale uniforme.
E’ mancata una vera campagna informativa sui cambiamenti, prima di tutto culturali, conseguenti al passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Evidente poi la contraddittorietà del provvedimento sul Tfr. L’obiettivo dello sviluppo della previdenza complementare è incompatibile con quello di far affluire risorse finanziarie allo Stato. E si avverte un indebolimento delle strutture portanti del processo di riforma. Ma se si aprono più problemi di quanti se ne risolvano, questo non sarà lultimo intervento sul sistema previdenziale.
FondInps si configura come un “pilastrino” pubblico aggiuntivo con tre peculiarità: riguarda solo una parte dei lavoratori dipendenti; ha un patrimonio instabile data l’elevata liquidità del Tfr; prevede la liquidazione dell’intero montante capitalizzato al momento dell’uscita dal lavoro. Se poi fosse solo temporaneo, si sarebbero alterati gli assetti strutturali del sistema per dare opaca soluzione a un problema congiunturale di bilancio. Mentre la completa eliminazione del rischio finanziario minaccia la convenienza stessa della previdenza complementare.
Si parla di una nuova legge delega per la sanità. Ma prima andrebbero valutati gli effetti di quanto fatto nel passato. Da rafforzare la fissazione delle tariffe di prestazione e l’aziendalizzazione delle Asl. Alle quali si dovrebbe applicare un vincolo di bilancio stringente, affiancato dalla pubblicazione regolare di indicatori di performance e di costo. Soprattutto, bisogna dare voce ai pazienti, affidando l’acquisto delle prestazioni sanitarie a fondi mutualistici o assicurativi. Lo Stato avrebbe comunque il compito di fissare gli standard di qualità e prezzo.
Il cybertariato è la nuova forza lavoro globale che sta crescendo nei Call center di tutto il mondo: una classe operaia digitale accomunata da identiche mansioni svolte al telefono di fronte ad un monitor. Una professione nata con lavvento della società dellinformazione che comporta però forti problematiche di tutela sociale. E indispensabile giungere quanto prima ad un accordo internazionale riguardo agli standard delle condizioni lavorative e della sicurezza di questi lavoratori.
La Corte costituzionale tedesca ha rigettato la richiesta di Berlino di 35 miliardi di finanziamenti federali per far fronte all’imponente deficit della capitale. Una sentenza apprezzata perché evita che tutti gli Stati tedeschi si sentano autorizzati a trasferire a livello federale le conseguenze dei loro disavanzi. Tuttavia, non muta l’orientamento di fondo: in caso di grave crisi fiscale, l’ultima ratio continua a essere l’intervento del governo centrale. Restano così intatti i disincentivi al perseguimento di politiche di bilancio rigorose.
Sulla scorta dei dati, la questione dello smobilizzo del Tfr può essere rivista in termini meno allarmisti e paternalistici per i bilanci delle micro e piccole imprese. L’avvio dei pilastri privati richiede scelte più coraggiose. A partire dalla rinuncia al fondo-infrastrutture e al fondo di garanzia. Per creare invece una cultura previdenziale, che sia anche tutela della effettiva libertà di scelta del lavoratore. E per realizzare le riforme strutturali che davvero aiutano le Pmi perché incidono sull’efficienza e sulla qualità dell’ambiente in cui vivono.
Meno di due mesi al via dell’operazione smobilizzo del trattamento di fine rapporto. Ma i suoi contorni restano ancora poco chiari. Per meglio informare i nostri lettori, Tito Boeri e Agar Brugiavini rivolgono sette domande al ministro Damiano su dove andranno i flussi di Tfr maturati nei primi sei mesi del 2007, come cambierà lorganizzazione dell’Inps, la previdenza complementare per gli autonomi, la trasformazione della liquidazione in rendite vitalizie, i fondi multicomparto e i requisiti previsti per entrare nel cda dei fondi. Nelle colonne di destra le risposte del ministro Cesare Damiano.