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Questione di metodo

Al di là dei contenuti, è il metodo che rappresenta la vera, piacevole sorpresa del decreto Bersani: il Governo nato sbandierando il ritorno della concertazione ha esordito con il suo opposto. Il nuovo esecutivo deve però dimostrare ora di sapersi smarcare dai sindacati, da Confindustria, e da altre categorie professionali, quali giornalisti, professori universitari e piloti dell’Alitalia, finora risparmiate da tutti i governi. Altrimenti anche la meritoria iniziativa di questi giorni rimarrà troppo isolata per incidere effettivamente.

Lavoce.info, una voce fin troppo saggia

Il gruppo riformista degli economisti italiani ha ben presto suffragato la tesi del declino italiano. Lasciando solo chi chiedeva di liberalizzare il liberalizzabile, comprimere dolorosamente la spesa pubblica corrente, e contemporaneamente governare in deficit nella scommessa che i mercati, se non Bruxelles, avrebbero capito e ratificato la scelta di tirare la crescita con un radicale abbattimento della pressione fiscale compensato e sostenuto da un audace e inedito riformismo strutturale. Così scrive il direttore del Foglio per il nostro quarto compleanno.

Ricominciamo da quattro

lavoce.info compie quattro anni. Due ragioni in particolare ci spingono a continuare questa nostra esperienza. C’è una domanda molto forte di informazione economica di qualità, sul nocciolo dei problemi. Mentre manca in Italia una testata che svolga la funzione di “watchdog” della politica economica. Le nostre caratteristiche ci garantiscono la massima autonomia di giudizio e ci permettono di affrontare temi scomodi e dimenticati dal dibattito pubblico, come il ricambio incompleto ai vertici di Banca d’Italia, la riduzione (o abolizione) delle province, gli aiuti allo sviluppo dopo il ritiro dall’Iraq e la compenetrazione fra economia legale e illegale. 

Anche il calcio ha bisogno di riforme istituzionali

Con la Figc siamo di fronte a un caso da manuale di “cattura” del regolatore da parte dei regolati. Per il sistema calcio è necessaria una cornice istituzionale ad hoc, separando con nettezza gli organi di vertice dai regolati, al fine di accrescerne autorevolezza e imparzialità. Con un ristretto comitato di presidenza dalle competenze rafforzate, alla cui nomina concorrano enti esterni al settore del calcio, si acquisterebbe in incisività pur salvaguardando la rappresentatività. A questo “direttorio” dovrebbero rispondere direttamente Covisoc e Aia.

Un decreto al microscopio

Analizziamo i punti principali del decreto Bersani. La norma sui rapporti tra banca e cliente introduce maggiore trasparenza e ha un positivo impatto sulla concorrenza. Potrebbe però irrigidire la gestione dei tassi d’interesse. Aumentare l’offerta di servizio taxi è il primo passo per eliminare una significativa anomalia italiana. Ma i comuni si avvarranno effettivamente delle possibilità loro concesse? Per le libere professioni sarebbero necessarie alcune integrazioni. Come la tariffa a forfait per i professionisti e la liberalizzazione delle licenze delle farmacie.

Che fondi per il fondo

Finora il Fondo monetario internazionale ha finanziato la sua attività di sorveglianza e assistenza tecnica con gli interessi sui prestiti ai paesi in difficoltà economica. Ovvero grazie alle crisi che per altro verso cerca di prevenire. E’ uno schema strutturalmente sbagliato e occorre trovarne uno nuovo che garantisca entrate stabili. Al di là delle diverse possibili soluzioni, il problema è politico: la comunità internazionale crede davvero nel bene pubblico della sorveglianza di un’istituzione multilaterale, e quanto è disposta a pagare per averla?

Perché l’Fmi è in tumulto*

Acque agitate al Fondo monetario internazionale. Già da tempo si discute su come adeguare l’assetto della dirigenza. Ora arriva la proposta di aumentare il peso dei paesi asiatici. Naturalmente, a scapito degli europei che crescono molto più lentamente. Ma che all’interno del Fondo, insieme agli Stati Uniti, hanno maggior potere. Una riforma passa allora per una revisione del sistema delle quote e delle circoscrizioni che portano alla nomina dei direttori. Mentre anche il tacito accordo che vede sempre un europeo al vertice è ormai superato dalla storia.

Aspettando (ancora) la liberalizzazione

Il prezzo dell’elettricità in Italia resta ai vertici europei, mentre nel gas abbiamo attraversato un inverno a rischio grazie al monopolista nazionale che blocca lo sviluppo delle infrastrutture. Il disegno di legge del ministro Bersani dà solo indicazioni generiche. Forse riparte il processo di liberalizzazione dei mercati energetici. Ma a Eni si dovrebbe imporre di cedere la rete gas. E nell’elettricità occorrerebbe sviluppare meglio la rete di trasmissione, potenziando i collegamenti, per evitare le congestioni.

L’in house tra Europa e Italia

La Corte di giustizia europea riconduce l’in house a un soggetto che opera dentro la pubblica amministrazione ed è funzionale al perseguimento degli interessi generali. Invece, nel nostro paese si conferma il timore della concorrenza in settori cruciali, come i servizi pubblici locali. L’adozione di misure liberalizzatrici più spinte nei settori a chiara vocazione industriale, potrebbe indurre la pubblica amministrazione a cercare di catturare i vantaggi di un mercato effettivamente concorrenziale, a beneficio della sua crescita professionale e degli utenti.

Riformare si può

Vincere le resistenze politiche ed elettorali alle riforme strutturali è possibile. Governi con ampie maggioranze parlamentari e internamente coesi possono imporre alle opposizioni parlamentari interventi che interessino un vasto strato dell’economia e che favoriscano, nel medio periodo, il loro elettorato. Per Governi meno forti, è invece necessaria una fase di costruzione del consenso politico attraverso la concertazione tra le diverse forze in campo. Soprattutto, però, serve informazione sui costi e i benefici presenti e futuri delle riforme.

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