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Scandali finanziari e governo delle banche

La vicenda della Banca popolare di Lodi dimostra come ancora una volta sia fallita l’intera catena dei controlli. Sulle omissioni o collusioni sarà compito della magistratura individuare le responsabilità, ma è importante chiedersi se gli assetti di governance della banche, e in particolare delle popolari, siano adeguati per prevenire fenomeni patologici. Senza aspettare l’intervento del legislatore, si possono adottare alcune misure che impediscano l’affermazione di nuclei dirigenti autoreferenziali e sganciati da qualsiasi verifica sul loro operato.

Nuove norme per il nuovo Governatore

Per ridare credibilità al nostro sistema bancario e per renderlo affidabile agli occhi dei risparmiatori è necessario che a Fazio succeda un Governatore davvero autorevole e competente. Ma non basta. Ci vogliono nuove regole che evitino in futuro una gestione monocratica dell’istituto, impongano un termine al mandato del Governatore e attribuiscano la tutela della concorrenza bancaria all’antitrust. Riproponiamo ai nostri lettori il confronto apertosi su questi temi sul sito sperando che il Parlamento sappia rapidamente varare le nuove norme.

I benefici della Tav

Le polemiche sul collegamento transalpino Torino-Lione non tengono conto degli aspetti chiave di analisi economica e ambientale. Vi è stato infatti un difetto di comunicazione che ha impedito di illustrare adeguatamente gli obiettivi ambientali e ha trascurato gli effetti di opzione, di difficile quantificazione all’interno delle analisi tradizionali. Due lavori basati sull’analisi costi-benefici estesa dimostrano che non sono trascurabili i valori di opzione che il progetto è in grado di generare. E confermano il ruolo strategico del collegamento.

Sulla Torino-Lione una pausa di riflessione produttiva

La sospensione dei lavori permette una riflessione seria sul progetto di linea ferroviaria Torino-Lione. Si potrebbe rimodularlo in funzione della sola domanda merci e della sua realizzazione graduale nel tempo. Rinunciando all’alta velocità, i costi sarebbero molto ridotti, così come i rischi di una domanda insufficiente. In ogni caso, l’esame deve essere pubblico, condiviso nella metodologia e affidato a soggetti indipendenti. E considerato nell’ambito dell’insieme degli altri grandi progetti infrastrutturali inseriti nelle reti europee.

Dalla gomma alla ferrovia: la velocità non è tutto

Se riuscisse a liberare le valli piemontesi dalla presenza dei Tir, la Torino-Lione potrebbe essere definita un’opera infrastrutturale “strategica”. Ma quali sono le sue potenzialità di redistribuzione modale? In questi giorni girano le cifre più disparate. Per discutere seriamente della questione, invece, occorre precisare per quali relazioni, per che tipo di beni e quali sono le aziende che accetteranno di passare alla ferrovia per il trasporto dei loro prodotti. E il regolatore pubblico deve indicare se e quali politiche di promozione intende adottare.

Ricordo di Paolo Sylos Labini

Paolo Sylos Labini è stato un ostinato economista quantitativo. Più di trent’anni fa produsse uno dei primi modelli econometrici dell’economia italiana. L’accademia ufficiale gli frappose pesanti barriere perché era considerato non omogeneo col sistema. Non sopportava l’opportunismo perbenista ed era ragionato nemico di monopolisti protetti e di piccoli e grandi percettori di rendite private garantite dal potere pubblico. Da “onesto riformista”, come si definiva, passò tanto tempo a cercare problemi specifici a cui proporre specifiche soluzioni.

Come migliorare la linea storica

Invece di costruire il tunnel per l’alta velocità Torino-Lione, si può intervenire sulla linea ferroviaria attuale. E’ un progetto altrettanto efficace per soddisfare la domanda di traffico merci, ma assai meno costoso. Fa leva su un programma di interventi mirati a incrementare radicalmente la capacità della linea storica, agendo anche sull’offerta di servizi di trasporto e non solo sull’infrastruttura, secondo standard internazionali consentiti dalla moderna tecnologia. Secondo calcoli prudenti si potrebbero così trasportare 48 milioni di tonnellate di merci all’anno.

Un bilancio in rosso

Al Consiglio europeo si è trovato un accordo sul bilancio dell’Unione per il periodo 2007-2013. Grazie alla mediazione della Germania. La discussione è stata pregiudicata dalla decisione del 2002 di mantenere invariati i tetti per la spesa agricola. Il compromesso raggiunto in extremis non cancella la delusione per un negoziato che poco innova nel bilancio comunitario e rinvia tutte le decisioni al prossimo round, dopo il 2013. Una postilla all’intervento già apparso su questo sito.

Tutto quello che non sappiamo della Pac

Non è vero che la Pac è l’unica forma di finanziamento all’agricoltura. Nel nostro paese, per esempio, i trasferimenti “visibili” e “invisibili” al settore sono quattro volte superiori a quelli garantiti dal bilancio dell’Unione. Non dovremmo perciò seguire i francesi nella strenua difesa della Politica agricola comunitaria, ma farci promotori di una sua riforma che incida sulle strutture produttive e riduca i costi di produzione della miriade di aziende agricole troppo piccole per poter utilizzare efficientemente la loro dotazione di terra, capitale e lavoro.

Per chi vota il risparmiatore

Il testo della Finanziaria prevede l’istituzione di un fondo per indennizzare i risparmiatori danneggiati dai crack finanziari, obbligazioni argentine comprese. Molto probabilmente finirà per risolversi in una distribuzione generalizzata delle risorse. Una scelta sbagliata perché non tiene conto di principi base fondamentali per il fisiologico funzionamento di un mercato finanziario, come l’oggettiva rischiosità di alcune operazioni. Accantonata invece la class action, lo strumento più adatto per far valere le ragioni dei risparmiatori “traditi”.

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