Education at a glance, il rapporto annuale dell’Ocse, si sofferma quest’anno sull’istruzione professionale. Per l’Italia offre una analisi approfondita del settore, anche se l’inserimento degli istituti tecnici nella categoria crea un po’ di confusione.
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Il piano mense scolastiche del Pnrr riserva il 57 per cento delle risorse al Sud. Ma non ha dato i risultati sperati. Procedure scelte e difficoltà finanziarie di molti comuni sono le probabili cause del parziale insuccesso. Cosa fare nel prossimo futuro.
Le iscrizioni alle università telematiche sono cresciute notevolmente negli ultimi anni. Il fenomeno ha aperto un dibattito spesso scivolato nell’ideologia. Ecco quali sarebbero le informazioni necessarie per valutarne ruolo e qualità dell’insegnamento.
La capacità di un ateneo di richiamare studenti da altre regioni dipende dalla qualità dell’istruzione che fornisce. Ma non solo: dipende anche da altri fattori, come le opportunità di lavoro post-laurea e le condizioni economiche delle famiglie.
La decurtazione dalla terza rata del Pnrr di 287 milioni destinati a nuovi alloggi universitari conferma i dubbi sull’affidare ai privati la tutela del diritto allo studio. Eppure, il governo non cambia strategia neanche per la seconda fase della misura.
Nell’ultimo decennio gli iscritti all’università sono aumentati di più del 10 per cento. La crescita è da imputare in primo luogo agli atenei telematici. Le università tradizionali del Sud, invece, perdono studenti a vantaggio di quelle del Nord.
Le università telematiche potrebbero diventare un supporto nello sforzo di alzare la bassa percentuale di laureati in Italia. Oltre a monitorare la qualità della didattica, vanno sperimentate le nuove opportunità offerte dalla digitalizzazione.
Il Rapporto Anvur sul Sistema della formazione superiore e della ricerca mette in luce i cambiamenti registrati nell’ultimo decennio nell’università italiana. I più evidenti sono due: l’ampliarsi del divario Nord-Sud e l’affermarsi degli atenei telematici.
Scuole e imprese non si parlano e l’orientamento è carente. Così i giovani italiani escono dalla scuola con scarse competenze e poche conoscenze su come funziona il mercato del lavoro. Da qui evidenti difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro.