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Categoria: Il Punto Pagina 88 di 152

Il Punto

 

Si salvano la faccia Ue e governo italiano con un accordo sulle sofferenze bancarie basato su un contorto meccanismo di attuazione. Per liberare i bilanci bancari c’è una garanzia statale sui crediti incagliati erogata “a prezzi di mercato”: un controsenso bello e buono. E poi la garanzia riguarda solo la fettina delle obbligazioni senior, i crediti più facilmente esigibili. La borsa ha visto i problemi ed è andata a picco.
Dividere gli studenti in classi differenziate a seconda delle competenze raggiunte, con programmi diversi. È la sperimentazione che il ministero suggerisce ai presidi. Con il rischio di creare classi di bravi e di asini, di ricchi e di poveri. In ogni caso è una proposta da valutare senza dividersi tra guelfi e ghibellini.
I senatori che usciranno dalla riforma costituzionale arriveranno per lo più dai Consigli regionali, eletti senza quote rosa salvo poche eccezioni. Avremo così un Senato con poche donne. Per riequilibrarlo basterebbe applicare alle regioni il meccanismo di preferenze in vigore nei comuni dal 2013. Che funziona bene.
Triplo shock sull’Italia dal rallentamento della crescita cinese dal 10 al 6-7 per cento. Ne patiscono direttamente i produttori del made in Italy. Ma soffre anche la meccanica strumentale tedesca e il suo indotto italiano. Ed entrano in crisi i paesi esportatori di energia (Russia compresa) finora mercati privilegiati del nostro export.
Chiusa la contesa sul controllo dello scalo di Brescia-Montichiari tra gli aeroporti di Verona e Bergamo. Con due sicuri perdenti: i passeggeri-consumatori e le compagnie aeree. Per capirlo basta guardare il panorama dei minuscoli e non redditizi aeroporti italiani. Dove la concorrenza è un optional. E la politica ci sguazza.

 

Il Punto

Così diversi, così complementari: Italia e Germania – al di là degli stereotipi – sono una coppia di fatto sotto molti aspetti economici. Per esempio, là ci sono 1.400 imprese controllate dal nostro paese con 126 mila dipendenti; da noi 142 mila persone lavorano in mille imprese tedesche. E c’è molto di più in comune. Sullo sfondo dell’incontro Renzi-Merkel, lo scenario di una parte d’Italia – il Mezzogiorno – dove corruzione, malaffare, ospedali in cui si muore, infrastrutture fisiche e sociali fatiscenti hanno finito per azzerare aspettative e ambizioni di chi ci vive. Contro la rassegnazione, il Masterplan del governo per il Sud vuole risuscitare i “patti”, iniziative decentrate che hanno spesso già palesato la loro inefficacia. Sempre nel Meridione risiede la maggioranza di quel terzo di italiani sempre più fragili economicamente per mancanza di lavoro, scarsa ricchezza familiare, cura della salute trascurata. In passato tante misure – selettive ed episodiche – contro la povertà. Per affrontare il problema in modo efficace servirebbero 7 miliardi. Nella legge di stabilità 2016 le risorse stanziate sono meno di un quarto del necessario.
Se ne è parlato poco ma è giusto ricordare che 37 su 377 banche di credito cooperativo (Bcc) hanno crediti dubbi sopra il livello di guardia. Urge quindi la riforma di questo pezzo del sistema finanziario. Da risanare con una serie di fusioni provinciali e interprovinciali senza snaturarne il radicamento nel territorio.
Gli italiani che si informano credono più alla rete che ai giornali di carta. In Europa avviene il contrario. Su internet si riversa l’informazione libera da vincoli editoriali ma anche l’antipolitica. Mentre la stampa tradizionale è percepita come veicolo di trasmissione della cultura delle élite dominanti.

 

Il Punto

Dietro ai litigi verbali tra Renzi e Juncker c’è l’insofferenza Ue per l’eccessiva disinvoltura del governo e, dal lato italiano, gli stop subiti su Ilva e bad bank per i crediti incagliati. Bruciano poi le conseguenze del bail-in imposto alle quattro banche. Sullo sfondo, la normativa europea che ammette aiuti di stato solo in presenza di fallimenti del mercato o di rischi di crisi sistemica.
Licenziamento dei fannulloni in 48 ore, più trasparenza amministrativa, conferenza dei servizi meno paludata, taglio (finalmente!) delle società partecipate dal pubblico e dei Cda, accorpamento della Forestale nei Carabinieri: una raffica di decreti attuativi della legge delega Madia. Correttivi necessari, la riforma della Pa arriverà.
Dopo l’accordo sul nucleare, l’Iran ritorna sui mercati, specie su quello del petrolio. Spingendone ancora più giù il prezzo. A soffrirne sono i neo-produttori americani più Venezuela, Arabia Saudita e Russia. Quest’ultima – che esporta soprattutto prodotti energetici – è in piena recessione. L’Arabia Saudita, meno ricca di prima e isolata politicamente, deve ricorrere a politiche di austerità. Come fosse un paese normale.
Jobs act e decontribuzione fiscale, dicono i numeri, hanno fatto impennare il numero di nuovi rapporti a tempo indeterminato, mentre sono diminuiti quelli a tempo determinato e di apprendistato. Il rischio è che, allo scadere dei tre anni di decontribuzione, le aziende dicano grazie per poi tornare ai contratti precari.
Da quest’anno per i comuni si liberano gli investimenti dai vincoli del Patto di stabilità interno, si rimanda il raggiungimento degli obiettivi del Fiscal compact e si mettono a disposizione risorse per l’edilizia scolastica. Una necessaria boccata d’ossigeno. Per gli enti locali e per i loro creditori.

Un intervento di Carlo Dell’Aringa, economista e deputato Pd, sul confronto imprese-sindacati su nuovi modelli di contratti nazionali di lavoro.

Il Punto

Malgrado la battuta d’arresto della già lenta ripresa industriale italiana, ci sono settori che crescono e hanno archiviato la crisi iniziata nel 2008: farmaceutico, articoli sportivi, oreficeria, strumenti di precisione. Troppo pochi per trascinare il resto dell’industria. Nel frattempo, la recuperata fiducia delle famiglie si soddisfa con prodotti importati e il Pil si misura in decimali.
Con il prezzo che crolla giorno dopo giorno, il mercato del petrolio è affogato dall’offerta. Si parla di una ripresa delle quotazioni nel 2017. Con uno strascico di posti di lavoro in fumo e di cambiamenti duraturi nel settore.
Interessi degli azionisti e interessi dell’impresa non sempre coincidono. Basta pensare alle Opa, efficaci nel moltiplicare valore per i primi ma deludenti nel produrre posti di lavoro e profitti aziendali. Da che parte deve stare, allora, il Cda? Codice civile e regole di corporate governance non chiariscono il dubbio. È ora di affrontarlo.
Due episodi molto diversi raccontano – in una lettera da Londra – la capacità della società britannica di rimanere attaccata alle tradizioni e nello stesso tempo di rinnovarsi: chiude l’ultima miniera di carbone e il direttore del British museum lascia la storica istituzione dopo averla rivoltata come un guanto. Oltre Manica, la globalizzazione è arrivata.
Sempre più medici trascinati in tribunale da pazienti che (in buona o mala fede) chiedono risarcimenti per cure forse inappropriate. Conseguenza immediata: boom di esami e terapie non necessarie prescritti da chi vuole evitare rischi peggiori. A seguire: più alti costi per il Ssn, più alti costi per assicurazioni sanitarie. Una soluzione all’esame del Parlamento rischia di non risolvere il problema.
La Corte di giustizia europea ha stabilito che si possa vietare ai gay la donazione di sangue solo se non esistono metodi per escludere l’infezione da virus Hiv. Metodi ormai alquanto sicuri. Un passo avanti – come negli Usa – contro la discriminazione sessuale. Perché i rapporti a rischio abbondano anche tra gli etero.

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Il Punto

La già lenta ripresa della produzione industriale in novembre ha subito una battuta d’arresto. Di questo passo, il livello di produzione industriale pre-crisi (aprile 2008) sarà raggiunto nel 2034. Occorre che il recupero della nostra industria diventi meno dipendente dal settore automobilistico.
Il bail-in, la nuova procedura europea per i salvataggi bancari, carica le perdite anche sui risparmiatori. Prendersela ora con la Ue non serve dato che anche noi abbiamo approvato queste norme. A questo punto urge informare sul serio i clienti delle banche. Sapendo che potrebbe non bastare, come si è visto con i crack dei quattro istituti dell’Italia centrale.
Esclusi gli stranieri extracomunitari dal bonus di 500 euro per i neo-diciottenni da spendere in attività culturali. E sì che molti di loro sono cresciuti e hanno studiato in Italia. Forse per risparmiare il modesto costo aggiuntivo di circa 11 milioni? O perché questi giovani non voteranno alle prossime elezioni?
Rimane spazio per i favoritismi nel meccanismo Asn per reclutare i professori universitari. A parità di condizioni, chi ha agganci con la commissione di valutazione ha maggiori possibilità di riuscita rispetto agli altri. Eppure, ormai due anni fa, il ministero aveva annunciato nuove regole. Ehm… entro un mese da allora.
Nella recente riforma dei delitti tributari alcune innovazioni ragionevoli come la depenalizzazione dell’“evasione interpretativa”. Ma, in controtendenza, arriva la criminalizzazione incomprensibile di comportamenti spesso non derivanti da intenti fraudolenti come l’omessa dichiarazione del sostituto d’imposta e l’omesso versamento dell’Iva annuale.

Francesco Ramella interviene nel confronto sulle misure contro l’inquinamento urbano con un commento all’articolo “Inquinamento: qualcosa di più della danza della pioggia” di Marzio Galeotti e Alessandro Lanza

Il Punto

Da mesi le banche italiane sono ai disonori della cronaca. Giustamente. Ma l’assenza di credito nel nostro paese non dipende solo dalle malefatte dei loro manager. Ad appesantire i bilanci bancari c’è una forte esposizione verso (tante) imprese zombie. Per uscirne ci vorranno capitale, fusioni e acquisizioni sotto l’ombrello della Bce. Un processo già cominciato che andrà avanti per anni.
Dopo un breve momento di apertura, l’Europa erige muri fisici e simbolici contro i richiedenti asilo. Al di là dei muri, se nel 2016 non arriverà la pace in Siria e negli altri paesi in guerra, altre migliaia di persone sfideranno le politiche di contenimento cercando scampo con ogni possibile mezzo.
Sono oggettivi gli indici bibliometrici nella valutazione dei docenti universitari? Nell’ambito degli studi giuridici sono molte le critiche che li bersagliano. Più o meno fondate. L’importante è non usarli come unico strumento di selezione ma come uno tra altri a disposizione dei valutatori.
Tra i giudici costituzionali eletti dal Parlamento a dicembre, due – Barbera e Modugno – sono costituzionalisti di fama che potranno influire notevolmente sugli orientamenti della Consulta quando dovrà pronunciarsi su questioni spinose. Per esempio, sul nuovo sistema elettorale.
Si applica – con varie eccezioni – anche ai lavoratori della pubblica amministrazione il nuovo articolo 18. Lo stabilisce una sentenza della Cassazione. Che però apre alcuni interrogativi: il governo – che ha sempre sostenuto il contrario – farà una norma ad hoc? E si estende al settore pubblico anche il Jobs act?

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Il Punto

Mentre il 2016 si apre con una grigia cappa d’incertezza sulle borse mondiali, trascinate giù da quella di Pechino un’altra cappa grigia – non metaforica – ha scurito le nostre città prima dell’arrivo della pioggia dei giorni scorsi. Al famigerato inquinante PM10 contribuiscono il riscaldamento degli edifici e il traffico. Contro i quali gli incentivi a svecchiare il parco auto servono più di targhe alterne e blocchi episodici.
Apple ha eluso le tasse italiane e ora arriva a una transazione da 318 milioni, solo un terzo del dovuto. Multinazionali che aggirano le norme e un fisco che finalmente recupera qualcosa. Tutto si gioca sul filo del principio che nel diritto tributario internazionale si chiama “stabile organizzazione”.
Si parla di Pil e si dimentica che una delle sue componenti è la rendita immobiliare. Sempre in crescita in Italia dagli anni ’80, ha parzialmente compensato il calo dei profitti aziendali e indotto il sistema produttivo a sottostimare l’urgenza – ineludibile – dell’innovazione.
L’anno si apre anche discutendo di piccole ma significative novità per i conti pubblici. Dalla Ue arrivano le agenzie fiscali indipendenti. Per dare più trasparenza alla finanza pubblica. Saranno preziose se avranno accesso a tutti i dati di cui hanno bisogno. Arrivano anche più incentivi economici per i comuni che si fondono in uno solo. Ci volevano: finora il processo di aggregazione è stato un brutto flop.
La riforma della pubblica amministrazione rischia di rendere i dirigenti permanentemente precari. Con conseguenze pericolose per l’imparzialità dei loro atti.
Dopo gli attacchi terroristici del 2015 i cittadini si sentono minacciati da possibili – seppur improbabili – attacchi e sono più diffidenti verso gli altri. Così riscoprono l’appartenenza religiosa. Ma a scapito della scienza.
Di quale area politica sono gli opinion leader in Italia? Prevalentemente di centro-sinistra. Forse perché la destra “repubblicana” qui è sempre stata esigua e poco incisiva.

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Il Punto

Fine anno ricca di eventi per riflettere sotto l’albero. Le elezioni in Spagna hanno portato la fine del bipolarismo e messo in forse la governabilità. Mentre in Francia la (non) alleanza tra socialisti e destra repubblicana al secondo turno ha bloccato il Front national. Due esiti molto differenti, come i sistemi elettorali dei due paesi. Come avrebbe funzionato il nostro Italicum?
Sul fronte dell’economia, il 2015 doveva essere l’anno del lavoro, grazie alla decontribuzione per i nuovi assunti e al Jobs act. In effetti c’è stato un cambio di rotta. Si contano 200 mila occupati in più che nel 2014, soprattutto nei servizi. Ma i dati Istat non confermano ancora quello che si vede nei dati Inps, cioè il prevalere dei contratti a tempo indeterminato. Troppo timidi i tagli di tasse della legge di Stabilità 2016. Una timidezza causata dall’incapacità della nostra classe politica di ridurre la spesa pubblica. Almeno, con la “finanziaria”, arriva un mix di interventi da 1,5 miliardi di contrasto alla povertà che dovrebbe sostenere almeno 1 milione di indigenti. Solo un primo passo per colmare il divario con la media Ue.
Procede ancora lento e tra mille difficoltà il cambiamento nella scuola e nell’università. Con 51 mila bambini di età diversa iscritti ai vari anni del ciclo formativo, le pluriclassi nella scuola primaria si trovano in aree interne poco popolate. La riforma della Buona scuola consente di scegliere se mantenerle migliorandone la didattica oppure accorparle in nuove scuole. Con scarsa cognizione di costi e benefici delle alternative. Se i meccanismi per premiare il merito nel reclutamento degli atenei vengono vanificati dalla baronie, forse meglio affidare tutto alla competizione di mercato: università finanziate dalle tasse degli studenti (ma con borse di studio per i meritevoli a basso reddito) che potrebbero diventare virtuose per aggiudicarsi i migliori.
Davvero le elezioni primarie neutralizzano le strutture cristallizzate dei partiti e creano un rapporto diretto tra candidati e base elettorale? No, non è scontato. Vari i rischi in agguato, dalla disaffezione dei militanti alle pratiche clientelari all’uso strumentale che ne fanno i vertici delle organizzazioni politiche.
La redazione augura buone feste a tutti i lettori! 

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La Fed mette fine all’epoca dei tassi zero. Con l’obiettivo di liberare i mercati dall’incertezza di una decisione attesa. Che però per il resto non convince. Perché alzare il costo del denaro se l’inflazione è oggi quasi nulla e anche domani ci si aspetta che rimanga bassa?
Bankitalia propone di vietare la vendita di obbligazioni subordinate al pubblico dopo che questi strumenti finanziari hanno mandato sul lastrico molti clienti delle quattro banche insolventi. Ci sarebbero anche misure meno draconiane: informare sui rischi senza mettere in crisi una fonte importante di approvvigionamento (74 miliardi) del sistema bancario.
16,5 trilioni (migliaia di miliardi) di dollari: non è l’economia di Zio Paperone, è la cifra stimata per investimenti e tecnologie nei prossimi 15 anni sulla base degli impegni presi alla Conferenza sul clima. Si andrebbe verso un nuovo modello di sviluppo che rivoluzionerebbe le logiche di governi, banche e imprese.
Mancano analisi sull’efficacia sociale dei generosi sussidi pubblici al trasporto ferroviario e ai collegamenti con le isole. Di certo, in parte sono sprecati: ne beneficiano anche persone con reddito medio-alto mentre spesso chi è più povero finisce per usare il trasporto su gomma, penalizzato dalle tasse. A conferma del fatto che la mancanza di equità rimane uno dei nodi irrisolti del paese. Cominciando dalle erogazioni di assistenza sociale: i più benestanti ricevono il 20 per cento delle risorse per il sostegno alle famiglie e il 18 per cento di quelle per il contrasto alla povertà. Oltre 4 milioni di persone in povertà assoluta, invece, non ricevono nulla.
I contratti di lavoro precari in declino a favore di quelli stabili, in aumento per tutto il 2015, come mostra il grafico che pubblichiamo. Grazie più alla decontribuzione per i nuovi assunti o più alle tutele crescenti del Jobs act? Da gennaio 2016, quando si ridurrà la prima, troveremo la risposta.

Francesco Pastore risponde ai commenti al suo articolo “Così i dipartimenti bloccano la riforma dell’università

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Il Punto

L’accordo finale alla Conferenza sul Clima (COP21) riconosce per la prima volta i rischi posti dal riscaldamento globale. Con un consenso ben più vasto rispetto a quello raggiunto a Kyoto nel 1997 e anni luce meglio del fallimentare summit di Copenhagen del 2009. Ora comincia il vero lavoro: l’attuazione dal basso degli impegni per attuare gli obiettivi ambiziosi futuri.
Rinviare la risoluzione della crisi delle quattro banche dell’Italia centrale a gennaio 2016 avrebbe azzerato i risparmi anche dei detentori di obbligazioni ordinarie e dei correntisti con oltre 100 mila euro sul conto. Così dettano le nuove regole europee, create con l’illusione di rendere le banche più responsabili e i loro clienti più prudenti. Invece gli istituti di credito hanno sempre il coltello dalla parte del manico e la grande maggioranza dei risparmiatori non sa valutare i rischi. Si tratta dunque di norme pericolose, da cambiare. In attesa di correggerle, almeno c’è da minimizzarne le conseguenze nefaste.
Nel mercato del lavoro la buona notizia è che nel terzo trimestre dell’anno è cresciuta l’occupazione, in particolare dei giovani e al Sud. Ed è diminuita la disoccupazione ma – qui c’è la brutta notizia – anche perché metà delle donne disoccupate ha smesso di cercare lavoro e ora risulta “non occupata”. Per chi ha perso il posto, i decreti attuativi del Jobs act hanno ben delineato i servizi per favorire la ricollocazione. Peccato però che personale e finanziamenti non bastino: ci vorrebbero 4,5 miliardi in più.
Nel confronto urlato pro e contro i migranti la tv ha un’influenza decisamente negativa. Lo dice un’analisi dei dati dell’European social survey che mette in luce come il mezzo d’informazione più popolare contribuisca alla percezione degli “stranieri” strettamente e quasi solo legata alla minaccia del terrorismo.

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