Obama lascia a Donald Trump un’America che cresce del 2 per cento e una disoccupazione sotto il 5 per cento. Ai molti americani scontenti il neo-presidente Usa ha promesso più infrastrutture e forti tagli di tasse, che faranno salire la domanda interna ma anche il debito pubblico e il disavanzo commerciale.
Abolito (o quasi) in Italia il finanziamento pubblico ai partiti da oltre 20 anni, torna in auge in altri paesi. Dove si pensa invece di vietare le donazioni private sostituendole con finanziamenti statali. Qual è il modello più trasparente? Qualche indicazione utile dal caso della piccola Lituania.
Sempre più fumatori passano alla sigaretta elettronica. Uno studio mostra che a usare la “e-cig” sono soprattutto i consumatori più abbienti e più istruiti. In ogni caso, sarebbe bene che le autorità sanitarie ne chiarissero meglio gli effetti potenziali.
Le proteste dei fattorini Foodora riaccendono un faro sul lavoro falsamente autonomo e senza garanzie. Il Jobs act ha mandato in soffitta i contratti co.co.co. e torna alla grande una forma di rapporto ben nota: la finta partita Iva. Vediamo perché i tentativi di estendere qualche tutela a queste figure non sono riusciti.
Compensi alti o bassi per selezionare politici migliori?
Di Fausto Panunzi e Riccardo Puglisi
il 28/10/2016
in Commenti e repliche
Ringraziamo i lettori per i loro numerosi commenti al nostro articolo. Vorremmo innanzitutto ribadirne lo scopo, che era quello di capire se una riduzione dei compensi dei parlamentari possa indurre anche una riduzione della loro qualità.
La teoria, come ricordiamo, fornisce predizioni ambigue. La (non vasta) letteratura empirica a nostra conoscenza suggerisce invece una relazione tra livello dei compensi e qualità degli eletti (misurata come livello di istruzione). Ma – e questo è l’ultimo punto del nostro pezzo – tali risultati empirici si riferiscono a un diverso contesto, nella fattispecie l’elezione di sindaci in Italia e di governatori negli Stati Uniti. Difficile trarne lezioni per il caso dei parlamentari italiani, almeno con leggi elettorali che prevedono liste bloccate.
I lettori nei loro commenti suggeriscono di considerare altri fattori, come il fatto che la retribuzione dei parlamentari italiani è più elevata di quella dei loro colleghi europei o che essa dovrebbe essere più legata alla performance (come la presenze in aula e il numero di proposte legislative). Sono considerazioni indubbiamente importanti, ma che esulano dal punto di vista che volevamo considerare nel nostro intervento, cioè quello del rapporto tra compenso e selezione della classe politica.
Rispetto alle accuse di essere filo-governativi, suggeriamo sommessamente di fare una ricerca web di quello che abbiamo scritto sui vari temi di attualità negli ultimi mesi. Infine, rispetto all’imputazione di essere amici di Tito Boeri, fondatore di questo sito, ci dichiariamo – senza esitazioni – colpevoli.