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Categoria: Rubriche Pagina 145 di 258

Il Punto

L’accordo finale alla Conferenza sul Clima (COP21) riconosce per la prima volta i rischi posti dal riscaldamento globale. Con un consenso ben più vasto rispetto a quello raggiunto a Kyoto nel 1997 e anni luce meglio del fallimentare summit di Copenhagen del 2009. Ora comincia il vero lavoro: l’attuazione dal basso degli impegni per attuare gli obiettivi ambiziosi futuri.
Rinviare la risoluzione della crisi delle quattro banche dell’Italia centrale a gennaio 2016 avrebbe azzerato i risparmi anche dei detentori di obbligazioni ordinarie e dei correntisti con oltre 100 mila euro sul conto. Così dettano le nuove regole europee, create con l’illusione di rendere le banche più responsabili e i loro clienti più prudenti. Invece gli istituti di credito hanno sempre il coltello dalla parte del manico e la grande maggioranza dei risparmiatori non sa valutare i rischi. Si tratta dunque di norme pericolose, da cambiare. In attesa di correggerle, almeno c’è da minimizzarne le conseguenze nefaste.
Nel mercato del lavoro la buona notizia è che nel terzo trimestre dell’anno è cresciuta l’occupazione, in particolare dei giovani e al Sud. Ed è diminuita la disoccupazione ma – qui c’è la brutta notizia – anche perché metà delle donne disoccupate ha smesso di cercare lavoro e ora risulta “non occupata”. Per chi ha perso il posto, i decreti attuativi del Jobs act hanno ben delineato i servizi per favorire la ricollocazione. Peccato però che personale e finanziamenti non bastino: ci vorrebbero 4,5 miliardi in più.
Nel confronto urlato pro e contro i migranti la tv ha un’influenza decisamente negativa. Lo dice un’analisi dei dati dell’European social survey che mette in luce come il mezzo d’informazione più popolare contribuisca alla percezione degli “stranieri” strettamente e quasi solo legata alla minaccia del terrorismo.

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Il Punto

La crisi delle quattro banche dell’Italia centrale manda sul lastrico i risparmiatori a cui hanno rifilato i loro titoli ad alto rischio. Le istituzioni coinvolte (in modo più grave la Consob che dovrebbe vigilare sulla trasparenza dei mercati) fanno a gara nello scaricabarile delle responsabilità. E fa comodo addossarle all’Europa che non permette più salvataggi a spese dello stato. Bisognava pensarci (e informare) prima. Il meccanismo usato per risolvere questa crisi solleva poi vari interrogativi: sul ruolo dei finanziatori del “salvataggio” (Intesa, Unicredit e Ubi), su quello della Cassa depositi e prestiti che di fatto garantisce con 400 milioni di soldi pubblici e sulle procedure per distribuire l’ammanco tra i vari soggetti coinvolti.
Quando finisce una recessione, negli Usa la disoccupazione scende al 5 per cento, nell’Eurozona invece si stabilizza a livelli ogni volta più alti. Ma se è così, non basta che la Bce punti al 2 per cento d’inflazione, come scritto nel suo attuale statuto. Di cui appare evidente l’inadeguatezza quando si rischia la deflazione.
Ce la farà il mondo ad azzerare le emissioni di gas serra per la metà del secolo? L’Italia – come gli altri paesi – ha il suo piano, elaborato dall’Enea, in occasione di COP21. Ma, anche se gli impegni sono a lunga scadenza, il tempo stringe perché, oltre ai piani, serve mobilitare massicce risorse tecnologiche, economiche, di ricerca. Anche da parte del settore privato.
Entrata dalla porta dell’università, la meritocrazia nel reclutamento dei docenti rischia di uscire subito dalla finestra. A darle una spinta all’ingiù sono le armate baronali che vogliono riconquistare le posizioni perdute con la riforma Gelmini. Per impedirlo occorre cambiare la governance dei dipartimenti. Presto.
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Le tre fasi del salvataggio

Contabilità

Il Punto

Dal 2017 giù l’Ires dal 27,5 al 24 per cento: imprese tutte contente? Veramente no. Per uno dei bizantinismi del fisco italiano, il calo delle imposte sugli utili porterà con sé la svalutazione di una voce attiva dei bilanci aziendali, specie di quelli delle banche. In vista una soluzione anche più pasticciata del problema originario.
Il metano ti dà una mano, diceva un azzeccato slogan pubblicitario. Non è proprio così quando si guarda alle cause dell’effetto serra. Perché al riscaldamento globale contribuiscono per un quarto proprio il metano e altri gas, le cui emissioni sarebbero azzerabili con costi inferiori rispetto a quelle di CO2. Un altro tema per le tante discussioni alla conferenza di Parigi.
Gli autori di una “frode carosello” tra Italia e altri paesi Ue per evadere l’Iva la passano liscia con la prescrizione per la lentezza della nostra giustizia. La Corte di giustizia europea, però, non ci sta a creare zone franche negli obblighi imposti dal diritto dell’Unione. E così la rogna arriva alla Corte costituzionale che dovrà dirimere uno spinoso conflitto tra legislazioni.
Per un passaggio in auto a basso costo c’è BlaBlaCar. Solo uno dei tanti esempi di servizi (dall’alloggio in case private al recapito di pacchi) consentiti dalle tecnologie digitali che fanno incontrare domanda e offerta a costi contenuti. Su tutte le furie le attività tradizionali che si difendono in tribunale. Ma i veri giudici saranno i consumatori.
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Il Punto

Alla Conferenza di Parigi sul clima (COP21) si parla molto di “decarbonizzare”. Come? Aumentando la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e gas naturale e rendendo sempre più efficiente il consumo finale. Impresa non facile: un confronto tra vari paesi ci dice che le emissioni di carbonio sono diminuite negli anni, ma davvero di poco.
I mercati sono rimasti delusi dei tre interventi della Bce annunciati da Mario Draghi: estensione temporale del Qe fino al marzo 2017, reinvestimento dei rendimenti del programma (cioè un moderato aumento di bond acquistati), incremento della tassa che le banche pagano per parcheggiare i soldi presso la Bce. Il rischio è che rimangano lì inutilizzati finché le banche saranno piene di crediti deteriorati (Npl, non performing loans). Proprio per alleggerirle da questo peso, in Italia arrivano nuove norme mirate ad accorciare la durata dei fallimenti, facilitare il concordato preventivo, sveltire le procedure esecutive. L’idea è di far decollare il mercato degli Npl, finora asfittico. In ogni caso, e per molto tempo, proprio il dilagare delle sofferenze creditizie ha portato a compimento la mutazione antropologica di banchieri e bancari. Un tempo adagiati su sedici mensilità e ampi margini di profitto. Oggi alle prese con complicati prodotti finanziari, mercati globali, concorrenza, regole complesse e severe. E con le sedie traballanti.
Al primo test elettorale in un collegio vicino a Manchester, il nuovo leader laburista Jeremy Corbyn mette a segno una netta vittoria. Attaccato dai moderati del suo partito come troppo radicale, ha un programma che però può imporre forti temi sociali nell’agenda politica. Come racconta una Lettera da Londra.
Anche i ragazzi tra 11 e 14 anni – finora i maggiori lettori di libri in Italia – stanno abbandonando gradualmente questa buona abitudine. Peggiori o al palo le altre fasce d’età. Mentre nelle statistiche per genere le donne continuano a surclassare gli uomini. Arriverà una boccata d’ossigeno dal bonus di 500 euro destinato a consumi culturali dei diciottenni?
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Laburisti tra Corbyn-mania e Corbyn-ansia

Dopo la netta vittoria elettorale nel collegio di Oldham West (hinterland di Manchester), la sinistra moderata inglese cerca di valutare il peso elettorale del nuovo leader laburista, il radicale Jeremy Corbyn. Scetticismo sulla leadership Corbyn rimane. Per molti è comunque un candidato sconfitto in partenza che condanna il paese a un lungo periodo di egemonia Tory. Le sue proposte economiche sembrano ispirate da posizioni ideologiche superate. Infine, il Labour sembra tornare indietro di 40 anni. C’è del vero in tutte e tre le critiche. Ma è sufficiente per bocciare Corbyn?

Il Punto

In questi giorni la Cina muove passi decisivi per diventare davvero una superpotenza. Può dare una svolta decisiva al buon esito di COP21, la conferenza sul clima di Parigi. Mentre lo yuan-renminbi affianca dollaro, euro, sterlina e yen nel paniere delle valute del Fondo monetario. Ma la rotta di Pechino verso il mercato marcia lentamente così come le riforme delle politiche su famiglia e previdenza.
Sulla base delle stime Istat, è quasi impossibile che il Pil 2015 cresca dello 0,9 per cento come scritto nei documenti ufficiali. Dopo la mezza delusione del terzo trimestre, servirebbe un’accelerazione – tutt’altro che scontata – nell’ultimo scorcio dell’anno. Una mano per il 2016 la darà probabilmente ancora Mario Draghi che giovedì 3 dicembre spiegherà come la Bce intenda rafforzare il suo sostegno al credito e alla ripresa dell’Eurozona. Intanto spieghiamo uno dei problemi tecnici su cui il motore della moneta unica rischia di grippare: il Target2, la piattaforma di compensazione nei pagamenti tra banche commerciali, banche nazionali e Bce stessa.
Studiare costa caro ma rende poco: così la pensano molti diplomati e un quinto dei laureati, convinti che il loro lavoro possa essere svolto con un titolo di studio inferiore. I numeri veri descrivono un quadro un po’ diverso che però conferma l’evidenza di un inefficace utilizzo del capitale umano nel mondo del lavoro. È anche per questo che i giovani disoccupati rimangono il 40 per cento del totale. È ben poco diffusa la contrattazione aziendale, che la legge di Stabilità cerca di incentivare anche su invito della Commissione Ue. I lavoratori più trascurati da questo strumento delle relazioni industriali sono precari e donne (come al solito!). Ma anche chi è diretto da un management di scarsa qualità.
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Il Punto

Un’assicurazione europea sui depositi che, con fondi provenienti dalle banche, mutualizzi i salvataggi delle banche insolventi nell’Eurozona senza oneri per i contribuenti: è la proposta della Commissione Ue per completare l’unione bancaria. Non piace alla Germania, preoccupata del fatto che i bilanci bancari sono ancora strapieni di titoli pubblici. Intanto partirà il bail-in con i vari paesi per ora in ordine sparso.
Le statistiche confermano che in Italia non si fa abbastanza per contrastare la violenza sulle donne. Tanto che l’Onu ammonisce formalmente i nostri governanti. Oltre a una forte spinta educativa, servono politiche per l’uguaglianza di genere nel mercato del lavoro. Per ridurre il rischio delle violenze serve soprattutto dare alle donne più autonomia economica e – quindi – più potere contrattuale nella coppia, all’interno della quale si consumano molti delitti di questo tipo.
Se ne parla poco, ma migliorare i rapporti tra imprese e fisco era un obiettivo prioritario della legge delega per la riforma fiscale. Fatto sta che i decreti attuativi hanno introdotto solo misure a favore delle grandi aziende. Mentre è su piccole e medie che pesano i mille cervellotici adempimenti tributari.
Sarà operativa a gennaio l’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo per finanziare o erogare servizi di assistenza ai paesi poveri. È una recente novità legislativa che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della cooperazione. È però solo un primo passo.
Il nostro amico e collega Daniele Checchi è stato nominato membro del Consiglio direttivo dell’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Com’è consuetudine de lavoce.info, non scriverà su temi dell’università per la durata dell’incarico. A Daniele i nostri migliori auguri di buon lavoro!
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La regola flessibile del debito pubblico *

La recente riforma costituzionale ha sancito l’equilibrio del bilancio strutturale e la sostenibilità del debito pubblico, vincolando la politica economica del governo ai patti di stabilità europei. Tra le nuove regole europee è stato introdotto un indicatore più restrittivo per il rapporto debito/pil; tale indicatore evidenzia la principale criticità dei conti pubblici italiani.

Il Punto

Nella grande distribuzione, nel turismo, nei trasporti, nella ristorazione stavolta la Francia ha subito sentito l’onda d’urto economica delle stragi del 13 novembre. Il terrorismo influenza i consumi e gli stili di vita dei cittadini. Ma in altri drammatici episodi della storia recente l’effetto è stato solo temporaneo.
Solo in Italia l’università è organizzata in 367 settori scientifico-disciplinari (Ssd) raggruppati in 188 settori concorsuali (Sc) cui afferiscono tutti i ricercatori e i professori. Così si preservano le specificità professionali. E soprattutto si tengono in piedi tanti piccoli orticelli di potere. Sarebbe ora di semplificare.
Entra nella fase operativa lo sviluppo della banda ultra-larga. Con una pluralità di operatori (compresa Enel) e 2,2 miliardi di sostegno pubblico che – per rispettare le regole Ue sugli aiuti statali – dovrebbero andare solo dove l’investimento privato non è conveniente. Facile a dirsi, meno facile a farsi.
Giusto il tempo di approvare la normativa relativa e arriva subito l’ora del bail-in per quattro piccole banche del Centro Italia. Sotto l’egida di Bankitalia, comincia un percorso di risoluzione di situazioni di crisi che saranno – ci assicurano – tutte a carico del sistema creditizio e non dei contribuenti. Speriamo sia davvero così.
La legge di Stabilità stabilisce che l’Italia partecipi al finanziamento degli investimenti previsti dal piano Juncker tramite la Cassa depositi e prestiti. Sono 8 miliardi di spese non conteggiati nel deficit pubblico che però potrebbero non ritornare al nostro paese.
L’innalzamento, nella legge di Stabilità, del limite all’uso del contante è giustificato nella relazione illustrativa in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ne escono cifre molto discutibili.
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