Un’assicurazione europea sui depositi che, con fondi provenienti dalle banche, mutualizzi i salvataggi delle banche insolventi nell’Eurozona senza oneri per i contribuenti: è la proposta della Commissione Ue per completare l’unione bancaria. Non piace alla Germania, preoccupata del fatto che i bilanci bancari sono ancora strapieni di titoli pubblici. Intanto partirà il bail-in con i vari paesi per ora in ordine sparso.
Le statistiche confermano che in Italia non si fa abbastanza per contrastare la violenza sulle donne. Tanto che l’Onu ammonisce formalmente i nostri governanti. Oltre a una forte spinta educativa, servono politiche per l’uguaglianza di genere nel mercato del lavoro. Per ridurre il rischio delle violenze serve soprattutto dare alle donne più autonomia economica e – quindi – più potere contrattuale nella coppia, all’interno della quale si consumano molti delitti di questo tipo.
Se ne parla poco, ma migliorare i rapporti tra imprese e fisco era un obiettivo prioritario della legge delega per la riforma fiscale. Fatto sta che i decreti attuativi hanno introdotto solo misure a favore delle grandi aziende. Mentre è su piccole e medie che pesano i mille cervellotici adempimenti tributari.
Sarà operativa a gennaio l’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo per finanziare o erogare servizi di assistenza ai paesi poveri. È una recente novità legislativa che ha l’obiettivo di migliorare la qualità della cooperazione. È però solo un primo passo.
Il nostro amico e collega Daniele Checchi è stato nominato membro del Consiglio direttivo dell’Anvur, Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca. Com’è consuetudine de lavoce.info, non scriverà su temi dell’università per la durata dell’incarico. A Daniele i nostri migliori auguri di buon lavoro!
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La recente riforma costituzionale ha sancito l’equilibrio del bilancio strutturale e la sostenibilità del debito pubblico, vincolando la politica economica del governo ai patti di stabilità europei. Tra le nuove regole europee è stato introdotto un indicatore più restrittivo per il rapporto debito/pil; tale indicatore evidenzia la principale criticità dei conti pubblici italiani.
Nella grande distribuzione, nel turismo, nei trasporti, nella ristorazione stavolta la Francia ha subito sentito l’onda d’urto economica delle stragi del 13 novembre. Il terrorismo influenza i consumi e gli stili di vita dei cittadini. Ma in altri drammatici episodi della storia recente l’effetto è stato solo temporaneo.
Solo in Italia l’università è organizzata in 367 settori scientifico-disciplinari (Ssd) raggruppati in 188 settori concorsuali (Sc) cui afferiscono tutti i ricercatori e i professori. Così si preservano le specificità professionali. E soprattutto si tengono in piedi tanti piccoli orticelli di potere. Sarebbe ora di semplificare.
Entra nella fase operativa lo sviluppo della banda ultra-larga. Con una pluralità di operatori (compresa Enel) e 2,2 miliardi di sostegno pubblico che – per rispettare le regole Ue sugli aiuti statali – dovrebbero andare solo dove l’investimento privato non è conveniente. Facile a dirsi, meno facile a farsi.
Giusto il tempo di approvare la normativa relativa e arriva subito l’ora del bail-in per quattro piccole banche del Centro Italia. Sotto l’egida di Bankitalia, comincia un percorso di risoluzione di situazioni di crisi che saranno – ci assicurano – tutte a carico del sistema creditizio e non dei contribuenti. Speriamo sia davvero così.
La legge di Stabilità stabilisce che l’Italia partecipi al finanziamento degli investimenti previsti dal piano Juncker tramite la Cassa depositi e prestiti. Sono 8 miliardi di spese non conteggiati nel deficit pubblico che però potrebbero non ritornare al nostro paese.
L’innalzamento, nella legge di Stabilità, del limite all’uso del contante è giustificato nella relazione illustrativa in base al valore delle banconote in circolazione e al numero di cittadini che non hanno accesso a conti correnti o carte di credito. Ne escono cifre molto discutibili.
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Si avvicina l’inizio della conferenza mondiale di Parigi sul clima. Ai paesi ricchi non si chiederà la riduzione delle emissioni – in atto già da tempo con la crisi – ma piuttosto di finanziare la riduzione di quelle dei paesi emergenti. Costo? Più di 13 mila miliardi di dollari, spalmati nel tempo. Comunque insufficienti a centrare l’obiettivo di contenere in due gradi l’aumento della temperatura globale.
Continuiamo a parlare di sistemi di corporate governance nelle banche. Con il passaggio al modello monistico (Cda che esprime al suo interno un comitato di controllo) Intesa San Paolo riduce le poltrone e i costi con apparente soddisfazione degli investitori istituzionali. Resta da vedere se gli amministratori controllati-controllori saranno affidabili almeno quanto i sorveglianti e i sindaci degli schemi precedenti.
I padri italiani dedicano in media ai loro figli 38 minuti al giorno – poco più della metà rispetto ai padri nei paesi nordici. E così con la legge di Stabilità arriva il congedo obbligatorio dei neo-papà. Per un riequilibrio uomini-donne sul mercato del lavoro e maggiore uguaglianza di genere nella famiglia.
Tra le recenti proposte Inps di riforma del nostro sistema di welfare, l’introduzione di un reddito minimo garantito per gli over 55. Non è il sostegno universalistico che servirebbe. Ma prova a ovviare all’incapacità – tipica della Pa italiana – di individuare le famiglie realmente bisognose di aiuto.
Meglio sussidiare con soldi pubblici il trasporto in autobus anziché in treno su percorsi a scarso traffico? Tenendo conto di tutti i costi finanziari, degli effetti collaterali dell’uso dei due mezzi e dei tempi di viaggio, i dati relativi a una tratta specifica come la Brindisi-Taranto indicano una differenza notevole. Meglio il bus.
L’eliminazione della Tasi sulla prima casa taglia le gambe all’autonomia fiscale dei comuni. I sindaci però non versano troppe lacrime perché così sono esentati dall’applicare una tassa odiata dagli elettori. Tanto poi lo stato li risarcisce del mancato introito, premiando in un primo momento quelli che avevano scelto le aliquote più salate.
Il mondo con Parigi piange i morti delle stragi del 13 novembre. Ma la capitale francese ha sùbito (il 30 novembre) l’occasione di tornare alla vita normale con l’inaugurazione di COP21, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite. Tra le proposte, una forte spinta alle fonti rinnovabili per la generazione elettrica che nel 2040 dovrebbero arrivare a coprire un terzo del fabbisogno mondiale. In ballo c’è anche la riduzione della dipendenza dal petrolio. Il cui prezzo nell’ultimo anno si è dimezzato, con vantaggi diversificati per le famiglie italiane. Si può però tentare di redistribuire questo beneficio.
In Europa il trattato di libero scambio Ue-Usa (Ttip), incontra una forte opposizione. Si temono standard sanitari meno rigorosi, insufficienti protezioni per i prodotti tipici e ridotte tutele per i lavoratori. Media e istituzioni – a partire dal Parlamento di Strasburgo – devono fare di più per favorire un confronto trasparente sulle conseguenze dell’accordo.
Sanzioni amministrative più estese e sanzioni penali circoscritte ai casi più gravi nelle nuove norme della riforma fiscale. Che sembra andare incontro ai contribuenti che agiscono in buona fede. Anche se su alcuni passaggi rimane il sospetto che la legge favorisca l’amministrazione tributaria.
Il programma economico di Matteo Salvini, incoronato a Bologna leader del centrodestra, accantona l’uscita dall’euro, sbandiera la flat tax al 15 per cento sui redditi (e un’unghia di deduzione), propone di cancellare le accise sulla benzina. E fa barricate ai tagli di spesa, compresi i pochi inclusi nella legge di Stabilità 2016. A conti fatti, 86,9 miliardi di minori entrate e 9 di maggiori spese. Più deficit per 6 punti di Pil. Sullo sfondo, nel terzo trimestre, la crescita del Pil è andata avanti ma senza mettere le ali. E nei prossimi trimestri la Bce ne paventa il rallentamento. Tanto che ai primi di dicembre Mario Draghi spiegherà come sarà ampliato il Quantitative easing, gli acquisti di titoli di stato e obbligazioni che hanno sostenuto il credito bancario, senza riuscire a riportare l’inflazione verso il due per cento.
Una delle ragioni della crescita anemica è anche il progresso tecnico che distrugge posti di lavoro ricreandone per ora troppo pochi. In via di estinzione l’archivista, il ragioniere, l’operaio alla catena di montaggio. Sostituiti da macchine e software che svolgono (meglio) le loro mansioni. Meno automatizzabili i lavori che richiedono leadership, creatività, intuizione, empatia. Ma a questo lavora l’intelligenza artificiale. Con gli attuali chiari di luna, non chiediamo l’impossibile all’agenda digitale. L’investimento nella banda larga ultra-veloce farà salire produttività e competitività solo se le imprese italiane nel loro complesso avranno adottato pienamente tecnologie e competenze digitali. Il che finora non è successo.
Nuovo Cda – di persone competenti – nuovo statuto, risorse economiche significative: c’è qualche premessa perché l’Enit, ente del turismo italiano, non ripeta i tanti guasti del passato. Ci vorrebbe un sistema che colleghi tra loro operatori del turismo, istituzioni culturali e per il commercio estero.
Italiani molto indietro rispetto agli altri europei per numero di diplomati e laureati. Per questo cresce la disuguaglianza. Perché, come diceva don Milani 60 anni fa, “L’operaio conosce cento parole, il padrone mille. Per questo lui è il padrone”. Delle parole e di ciò che le parole fanno funzionare.
Torna, con la legge di Stabilità, la detassazione dei premi di produttività sospesa nel 2015. Con la possibilità di pagarli con servizi di welfare (retta dell’asilo, stipendio di una badante per non autosufficienti) o con la partecipazione agli utili d’impresa. Lo scopo: incoraggiare la stipula di contratti integrativi aziendali. Sempre nella “finanziaria”, aumentano le tasse sui giochi d’azzardo. Che non si trasferiscono sui giocatori. Perciò il governo stima un “consumo” – e un gettito – costante nei prossimi tre anni. Non tenendo in conto che nuove norme locali (come quelle in Lombardia) riducono l’offerta di slot machine.
Con il bail-in di azionisti e detentori di titoli bancari si vuole porre fine ai salvataggi di istituti in crisi con i soldi dei contribuenti. Il nuovo meccanismo potrebbe non bastare nel caso di grandi banche. Per le quali verranno buoni sistemi di controllo e dettagliati piani di risanamento come previsto dalle nuove norme.
Tra le cause della disuguaglianza, in crescita in molti paesi sviluppati conta poco il merito delle persone, molto la loro estrazione sociale. Un po’ perché a investire di più nel capitale umano dei figli sono le famiglie abbienti. Ma anche perché con buone relazioni sociali si trovano lavori migliori e – soprattutto in Italia – si “cade in piedi” quando qualcosa va storto.
Sicilia, Calabria e Campania agli ultimi tre posti per tasso di occupazione tra le regioni europee. E tutto il Mezzogiorno sempre più lontano dal resto del paese. Con un Masterplan per il Sud che non contiene misure sufficienti a colmare il divario. E dimentica gli incentivi alle imprese innovative in quelle regioni.
Sotto attacco per ragioni non sempre limpide, le agenzie fiscali rischiano la paralisi per un pasticcio giuridico-burocratico sullo status dei dirigenti assunti senza concorso, in molti casi con contratto a termine ma in aspettativa nei ruoli della Pa. Succede anche in ministeri ed enti locali senza che qualcuno eccepisca.
Regioni in bancarotta, titolano i giornali. E invece è “solo” la pasticciata storia di 20 miliardi che nel 2013 lo stato ha trasferito ad alcune regioni per sanare debiti pregressi delle Asl. Con giudici della Corte dei conti che si contraddicono e pronuncia della Consulta. Resta da capire se quei soldi sono stati spesi con diligenza e se c’è un impatto sui conti dello stato.
Continuiamo a scavare nei dettagli della legge di Stabilità. Dove si trova il passaggio di tutti gli acquisti di beni e servizi della Pa alla Consip, la centrale d’acquisto del ministero dell’Economia. Per tutti, anche per gli enti locali che hanno già mostrato di saper spuntare prezzi migliori. Verranno fuori appalti così grandi da escludere tante piccole e medie imprese. Nella “finanziaria” non c’è viceversa nulla di mirato allo sviluppo del Sud. Intanto, mentre ci si riempie la bocca con il Masterplan del Mezzogiorno, la distanza dal resto del paese continua ad aumentare.
Arrivano anche i primi emendamenti alla legge. Ce n’è uno che introduce un congedo di paternità sostanziale e non simbolico com’è ora. La proposta è di renderlo obbligatorio nel primo mese del neonato, per 15 giorni, a stipendio pieno. Un passo per evitare che le donne siano discriminate all’assunzione.
Intesa Sanpaolo si accinge ad abbandonare il sistema duale di governance, con consiglio di gestione e consiglio di sorveglianza. Il flop di questo modello nasce da un suo cattivo uso in Italia: nel primo organo siedono anche soci travestiti da gestori, nel secondo molti nutrono ambizioni di gestione.
Siamo sicuri che un tetto basso ai pagamenti in contanti incida nella lotta all’evasione? Nei dati sull’uso di carte e bancomat dopo la sua introduzione non c’è traccia di efficacia della misura. Mentre ci si distrae dai veri strumenti per combattere l’evasione come un più efficace incrocio delle banche dati.

