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Categoria: Rubriche Pagina 163 di 262

Decreto legislativo “conciliazione vita-lavoro”

Decreto legislativo “ammortizzatori sociali”

Decreto legislativo “tutele crescenti”

Il Punto

Ecco perché conviene sia alla Grecia sia al resto dei paesi euro arrivare a un accordo.
Dopo un anno di governo Renzi, tiriamo qualche somma. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme, il nostro monitor dell’avanzamento dei vari provvedimenti. E verifichiamo a che punto è la rottamazione, l’idea del premier di mandare a casa i “mandarini” a capo dei ministeri. Su 118 posizioni che abbiamo censito, dai capi di gabinetto in giù, quattro quinti ricoprivano gli stessi o analoghi ruoli col precedente governo.
Mentre la Lega Nord di Salvini vuole darsi un profilo nazionale, in Lombardia si farà un referendum voluto dal governatore Maroni per chiedere ai cittadini se vogliono la regione un pochino più autonoma. Inutile e costoso. Anche con l’appoggio dei 5 Stelle.
La possibilità che l’Isis utilizzi gli sbarchi sulle nostre coste per fini terroristici è drammatizzata da una campagna mediatica ansiogena. Eppure qualcosa è cambiato da quando l’operazione Triton ha rimpiazzato la Mare nostrum. Bene ragionare pragmaticamente sulle possibili soluzioni a un grave problema.
Al via i primi decreti legislativi in attuazione della delega del Jobs act. Uno di questi regolamenta il lavoro a tempo indeterminato garantendo tutele crescenti con l’anzianità. La bozza che entra in Consiglio dei ministri è però incentrata sui licenziamenti.
Si fa presto a dire che il sistema pensionistico è diventato contributivo. In realtà la Gestione separata Inps non rispetta questo criterio su almeno tre punti. Generando sfiducia nei cittadini.
Ci sono capi azienda che guadagnano 80 volte di più dei loro impiegati. E ci sono amministratori indipendenti e sindaci di società che percepiscono compensi molto contenuti. Troppo modesti per remunerare un lavoro ben fatto e con responsabilità delicate.
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Il Punto

Con la proroga della delega fiscale si allunga di sei mesi il tempo richiesto dal governo per migliorare i tanti aspetti del fisco italiano che non funzionano. Uno di questi è la giustizia tributaria, amministrata da magistrati part time e mal pagati nei primi due gradi di giudizio e da giudici ben pagati ma sommersi da montagne di procedimenti in Cassazione. Non è così che si attraggono gli investimenti esteri.
Se mai ce ne fosse stato bisogno, la crisi greca ha messo completamente a nudo la fragilità dell’euro e della Bce. Ridando fiato a nazionalismi e localismi. Responsabilità di una classe dirigente europea miope che non dà all’Unione sovranità e legittimazione. Un nuovo articolo che si aggiunge al nostro Dossier Grecia.
Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: il Jobs act.
Sappiamo dai giornali i nomi della “lista Falciani”, quelli con il conto in Svizzera alla banca Hsbc. Sulla loro utilizzabilità per il fisco si scontrano due esigenze: il diritto individuale alla riservatezza (violato dall’acquisizione illecita dei dati) con il diritto-dovere degli stati di combattere l’evasione fiscale. E così commissioni tributarie provinciali e tribunali si dividono.
Prostituzione confinata nelle zone a luci rosse o no? Al sindaco Marino l’idea piace ma l’opinione pubblica è divisa. Esaminiamo pro e contro di questa soluzione. Obiettivo: arginare degrado urbano e degrado umano.
Crescono le maxi-truffe alle assicurazioni. Il governo dovrebbe rendere le norme sul risarcimento dei sinistri più efficienti e meno discrezionali. Le compagnie, però, dovrebbero fornire più dati sul loro operato, diventare trasparenti e competitive. Altrimenti alla fine il conto continuano a pagarlo gli assicurati onesti.
Mentre infuria lo scontro tra governo e banche popolari, che mal digeriscono il progetto di riforma della loro governance, riproponiamo “Banche popolari, la fine di un’era.
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La sottile linea rossa dell’euro

Le recenti vicende greche e alcune decisioni della Bce hanno riacceso i dubbi sul futuro dell’euro, ma anche sull’esistenza di un’unica banca centrale in Europa. I governi europei sapranno arginare le spinte nazionalistiche e ridare vigore alla costruzione europea?

Il Punto

Nell’ultimo scorcio del 2014 l’Europa ha rafforzato la crescita, spinta dal petrolio e dal cambio. Non tutti in Europa veramente: Germania e Spagna corrono, Francia e Italia stagnano. In Italia urge che la politica aiuti la crescita a cominciare dalla rapida approvazione della delega fiscale.
Cala in Italia la natalità delle imprese. Le start up sono più che in passato società di capitali, anche grazie all’istituzione della Srl semplificata. Ma sono più piccole, con bilanci traballanti e solo raramente si trasformano da microimprese da una manciata di addetti a Pmi.
La riforma fiscale serve anche a togliere alibi agli evasori. C’è chi nasconde i soldi in Svizzera e c’è chi paga le tasse. Per l’80 per cento si tratta di redditi sotto 30 mila euro. Chi non può o non riesce a nascondersi all’erario soffre un’iniqua pressione fiscale al 47,8 per cento dell’imponibile.
Lo ha stabilito la Consulta: la tassa sui profitti delle imprese energetiche -la Robin tax introdotta da Giulio Tremonti nel 2008 – non è costituzionale. Ecco le motivazioni della sentenza (ora corrette ora bizzarre) e le sue implicazioni.
Con inflazione a due cifre, Pil giù del 7 per cento, corruzione endemica e salatissime spese belliche, l’Ucraina ha più bisogno di aiuti finanziari che di armi. Almeno 15 miliardi di dollari per i prossimi anni oltre ai 17,5 già previsti. Tanti soldi. Ben spesi se si riesce a non abbandonare al suo destino uno stato europeo.
Uber, l’app che i tassisti milanesi contestano con modi incivili, è un’innovazione tecnologica che mette a disposizione di tutti servizi di trasporto a costi molto ridotti. Cambiando le regole per chi opera da anni in attività protette. E creando grattacapi ai regolatori.
Daniele Fano commenta gli interventi di Massimo Bordignon, “Il vuoto lasciato dal federalismo”, e di Francesco Giubileo, “Politiche attive del lavoro tra stato e regioni
Patrik Vesan commenta l’articolo di Chiara Saraceno “La povertà continua a non essere in agenda”. Con una breve replica dell’autrice
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Jobs act, verso nuovi ammortizzatori sociali

A partire dal primo maggio 2015 la Nuova assicurazione sociale per l’occupazione (Naspi) prenderà il posto sia dell’Aspi, sia della mini-Aspi. L’innovazione principale riguarda l’abbattimento dei requisiti contributivi e di anzianità assicurativa, che vengono portati rispettivamente a 30 giornate di lavoro effettive nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione e a 13 settimane di contributi versati negli ultimi quattro anni.

Federalismo e agenzia del lavoro: non siamo all’anno zero

Due recenti interventi su La Voce hanno affrontato le incognite del futuro rapporto Stato-Regioni: Massimo Bordignon sul piano generale, Francesco Giubileo con riferimento all’attuazione del Jobs Act e alla creazione di una Agenzia Nazionale del Lavoro.

Il Punto

È un passo avanti la riforma degli ammortizzatori sociali, perché li estende dai lavoratori dipendenti anche ai parasubordinati che perdono il posto. Esclude però le categorie più deboli: chi ha avuto rapporti di lavoro molto frammentati o non regolari. Rischiamo uno spreco di risorse e siamo lontani da un sostegno universale.
Si gioca sul precipizio dell’uscita della Grecia dall’euro la partita tra il governo Tsipras da una parte e dall’altra la Ue e i singoli stati membri. Cancellare il debito di Atene è un boccone indigesto per la Germania ma anche per i governi di Spagna e Italia pressati da opposizioni pronte alle barricate. Chi finora ha scongiurato il peggio è la Bce di Mario Draghi. Insieme a un nuovo articolo, un Dossier sulla crisi ellenica.
Expo = impennata del turismo? Così prevede il premier Renzi. Speriamo gli diano ragione i numeri, che ora sono a livello di Turchia e Tailandia. Come mostra il nostro grafico. Proseguiamo il completamento dell’Orologio delle riforme con una nuova voce: la scuola, di cui si è ricominciato a parlare.
In nome della libertà di espressione, Anonymous ha oscurato centinaia di siti internet, account Facebook e Twitter di fiancheggiatori e reclutatori dell’Isis. I governi occidentali, spesso vittime degli attacchi di questo gruppo di hacker, se lo ritrovano alleato nella lotta al terrorismo. Con quali pro e contro?
È una scelta impopolare la mancata proroga degli sfratti ma ha il pregio di riportare fiducia nella legge e sanare anni di ingiustizie nei confronti dei proprietari di case. E forse stimolare gli investimenti nell’edilizia.
Ancora nebbia sull’applicabilità del nuovo schema di tutele del Jobs act ai dipendenti pubblici. Il suo testo non li include e non li esclude esplicitamente. Bene chiarirlo nella legge, evitando così libere interpretazioni.
Giova alla carriera delle donne rimandare la nascita del primo figlio. Con il rischio, però, di ritrovarsi meno fertili quando decidono di diventare madri. Una buona politica per la famiglia può molto aiutare a conciliare il percorso professionale con la maternità.
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