L’acqua dolce è una risorsa scarsa. Dovremmo perciò definire un prezzo per i suoi utilizzi. Non si tratta di privatizzarla, ma di costruire una strategia e un sistema di regole capace di promuovere comportamenti e consumi più corretti ed efficienti.
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L’acqua dolce è diventata una risorsa scarsa, anche al Nord. Mentre l’Europa chiede nuovi impegni sugli inquinanti e sul riuso. Serve allora una strategia che dia indirizzi coerenti per affrontare la situazione in un’ottica di medio-lungo termine.
La riforma della gestione dei servizi idrici prevista nel Pnrr è piuttosto promettente e, complici anche gli obblighi europei, sembra procedere di buon passo. Sarà compito del nuovo governo attuarla nei tempi stabiliti.
La siccità, conseguenza dei cambiamenti climatici, si può affrontare con un piano in cinque passi. Si avrebbero benefici reali in poco tempo. Ci vuole però consapevolezza che l’acqua dolce è un bene scarso e prezioso.
Il Pnrr riconosce le carenze attuali del servizio idrico, ma stanzia risorse inferiori ai fabbisogni. Sulla gestione dei rifiuti si limita invece all’enunciazione di principi generali, senza una strategia per costruire una rete integrata di impianti.
Il riassetto del servizio idrico al Sud è una vicenda ormai trentennale. La situazione è grave perché impedisce l’accesso ai fondi pubblici europei. Dove mancano operatori industriali deve essere obbligatorio l’affiancamento di soggetti qualificati.
Il Consiglio dei ministri ha approvato la prima legge di bilancio dell’era Draghi. Il testo, ancora suscettibile di miglioramenti, passa ora nelle mani del parlamento che dovrà dare il via libera entro la fine dell’anno. Dopo il sì del Senato, intanto, è finalmente legge il nuovo Codice delle pari opportunità. Ora la sfida è rendere effettive la parità salariale e l’uguaglianza di genere all’interno delle imprese.
Quale impatto hanno i cittadini stranieri residenti in Italia sui conti pubblici del paese? Il loro contributo è fondamentale anche per la tenuta del nostro sistema di protezione sociale, come dimostrano i dati. Nessun finanziamento Ue per la costruzione di barriere contro i migranti, ma la politica migratoria europea continua a non convincere. Servono canali di immigrazione legale per ragioni umanitarie ma anche economiche.
Sulle politiche attive l’Italia ha ancora molto da lavorare, in particolare per i casi di persone difficilmente ricollocabili. Una lezione preziosa in questo senso viene dalla Germania degli anni Settanta. È vero, come ha affermato Giorgio Parisi, che la crescita del Pil è in contrasto con la lotta al cambiamento climatico? La riduzione della vulnerabilità agli eventi meteorologici estremi dipende anche dal reddito dei paesi. Quando si parla di acqua si sente spesso dire che la volontà popolare, espressa al referendum del 2011, è stata “tradita”. In realtà, il sistema risponde ai principi dell’ordinamento europeo. Ma i problemi non mancano.
Abbondano ormai le rivelazioni sul ruolo degli algoritmi alla base delle piattaforme digitali. Ma per coglierne gli effetti sull’opinione pubblica vanno analizzate le loro interazioni con i bias comportamentali degli individui. Il Nobel per l’economia 2021 è anche un premio a un diverso approccio all’analisi empirica basato sul trattamento di dati osservazionali come sperimentali o quasi-sperimentali. Implicazioni e limiti.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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Dopo il referendum sull’acqua pubblica del 2011, il sistema è regolato dai principi dell’ordinamento europeo, senza alcun tradimento della volontà popolare. Ora è tempo di rinunciare agli slogan e concentrarsi sui problemi, per trovare soluzioni.