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L’alternanza scuola-lavoro? A volte porta all’università

Non sempre l’alternanza scuola-lavoro, istituita nel 2015, rende più facile l’ingresso nel mercato del lavoro dei neodiplomati. Se le opportunità offerte non sono molto interessanti, aumenta la probabilità che le ragazze si iscrivano all’università.

“Gioventù bloccata” nel passaggio tra la scuola e il lavoro

Scuole e imprese non si parlano e l’orientamento è carente. Così i giovani italiani escono dalla scuola con scarse competenze e poche conoscenze su come funziona il mercato del lavoro. Da qui evidenti difficoltà di inserimento nel mondo del lavoro.

Quant’è lunga la transizione dalla scuola al lavoro

Finita la scuola, la maggior parte dei giovani italiani impiega un periodo di tempo molto lungo per trovare un lavoro regolare e ciò li penalizza rispetto ai coetanei europei. La conferma arriva da nuove stime. Cosa fare per migliorare la situazione.

Il Punto

Dopo due mesi passati in trincea, il governo dice che i “numerini” non sono un problema e che il deficit può scendere di qualche decimale. Purché la “qualità” della manovra non cambi. Obiettivo: arrivare al voto europeo di primavera senza troppi danni. E se intanto l’economia viene sospinta in recessione, pazienza.
Sotto la regia di Banca d’Italia, il salvataggio di Carige è avvenuto senza clamore. Con tempestività l’autorità di vigilanza ha mobilitato il Fondo interbancario di tutela dei depositi e, volontariamente, l’84 per cento degli istituti che vi partecipano. Minimizzando i costi. Esempio difficile da replicare in casi più gravi.
Con un accordo di buon senso da 100 milioni Facebook chiude il contenzioso con il fisco italiano relativo al 2010-16. Ma tassare un’impresa digitale – apolide per definizione – rimane un’azione incerta e sfuggente. Almeno la Ue dovrebbe trovare la formula giuridica per colpire i profitti transnazionali. A proposito di tasse, nella “finanziaria” è previsto l’aumento delle accise sul tabacco. Buona notizia perché quando il prezzo delle sigarette sale del 10 per cento ne scende il consumo del 4 per cento. Con effetti a cascata sul numero di cancri polmonari, sul gettito, su profitti e occupazione del settore.
Nella sua imperfezione il meccanismo dell’alternanza scuola-lavoro si basa su un principio condivisibile e tante esperienze del suo esordio sono state positive. Ma il governo non ci crede e vuole ridurlo senza nemmeno aver fatto un’analisi di questi tre primi anni per vedere cosa funziona e cosa no. Così non va.
Dopo la giornata di domenica, dedicata alla lotta contro la violenza di genere, torniamo sul tema con dati particolari e significativi: quelli del numero verde 1522 che, con operatrici esperte, raccoglie le richieste di aiuto delle vittime di violenza e stalking. Numeri da incubo.

Marcia indietro sull’alternanza scuola-lavoro

Il passo indietro del governo sull’alternanza scuola lavoro è un brutto segnale verso le esperienze positive che erano emerse fra la pur tante difficoltà. È anche indizio dell’assenza di una visione chiara di scuola alla quale ispirare le politiche.

Superare la Buona scuola: sì, ma come?

Il contratto di governo tra Lega e M5s prevede il superamento della Buona scuola. Ma è probabile che continui la politica delle assunzioni. Mentre forse sarà abolita l’alternanza scuola-lavoro. C’è però un grande assente: il rinnovamento della didattica.

Il Punto

Mentre l’Italia si concentra sui libri dei sogni elettorali, tedeschi e francesi si confrontano sul futuro delle regole dell’Unione monetaria. Si parla di ridurre il cortocircuito tra bilanci bancari e detenzione di titoli pubblici e di limitare la discrezionalità della Commissione. Rischiamo di subire i dettagli di accordi dannosi e poco capiti.
Con le elezioni, alla Camera troveremo 232 collegi uninominali e 386 posti assegnati col proporzionale a candidati di liste brevi e bloccate; al Senato stesso sistema ma con metà dei posti. Spicca la possibilità di candidature plurime nelle quali lo stesso candidato figura nell’uninominale e nelle liste proporzionali. Per proteggere candidati da tutelare dal rischio di non entrare in Parlamento, tra cui alcuni politici “eccellenti”.
Preso nella foga della campagna elettorale, il candidato premier del M5s Di Maio accusa Renzi di aver “ritirato” il bonus da 80 euro a 1 milione e mezzo di lavoratori dopo averglielo erogato. Non è esattamente così, come risulta dal fact-checking de lavoce.info.
Dopo il drammatico incidente ferroviario di Pioltello, tutti reclamano più investimenti per la sicurezza dei pendolari sui treni. Giusto. Ma nell’allocare i finanziamenti non si può dimenticare che è sulla strada che si contano 2.400 morti all’anno (contro 5 sui binari).
Una delle ultime leggi approvate dal Parlamento uscente protegge le talpe aziendali (whistleblower in inglese) che segnalano un illecito del proprio datore di lavoro. Da noi non sono previsti premi in denaro, nel timore di incoraggiare la calunnia. Negli Usa, invece, gli incentivi monetari funzionano bene.
Gli scioglimenti di comuni per infiltrazioni mafiose (se ne contano 204 dal 1991) non hanno dato i risultati sperati. Bisogna sostituire gli interventi di urgenza con verifiche periodiche e sanzioni progressive. Colpendo non solo i piccoli centri, com’è accaduto finora, ma anche le grandi città.
Dall’alternanza scuola-lavoro – una novità della Buona scuola per le superiori – alcuni docenti si sono sentiti impoveriti nel loro ruolo e alcuni studenti si sono sentiti sfruttati dai loro temporanei datori di lavoro. In realtà a questo appuntamento si sono presentati impreparati sia gli istituti scolastici che le imprese.

Alternanza scuola-lavoro, cancellarla è un boomerang

L’alternanza scuola-lavoro può essere un grande vantaggio per imprese e studenti. Serve però un investimento di tutti gli attori in campo per renderla davvero efficace. A partire dalle risorse per incentivi alle imprese e la formazione dei docenti.

Dove funziona e dove no l’alternanza scuola-lavoro

L’alternanza scuola-lavoro è in generale una buona idea. Ma quella prevista dalla Buona scuola funziona? Qualche indicazione si potrebbe ricavare dalla valutazione dei risultati della precedente esperienza introdotta nel 2005. Però mancano i dati.

Alla quarta rivoluzione industriale serve un diploma Its

Il governo ha promesso di aumentare i fondi destinati agli istituti tecnici superiori. Una promessa da mantenere perché gli Its, con alternanza scuola-lavoro e apprendistato, sono i tasselli di un sistema d’istruzione adeguato al lavoro del futuro.

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