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Tutti gli occhi sulla Catalogna

Torna alla ribalta la questione dell’autonomia della Catalogna. Il partito indipendentista della regione, con il suo voto, potrebbe permettere a Pedro Sanchez di formare un nuovo governo. Ma troppe concessioni non sarebbero accettate dal resto del paese.

Il Punto

Nonostante le condizioni poste dalla Commissione europea, nel passaggio tra Alitalia e Ita non sembra affatto esserci la discontinuità aziendale promessa. A partire dai dipendenti della vecchia compagnia.
Il timore che l’aumento del prezzo dell’energia possa frenare la ripresa riporta in auge la tentazione di concedere sussidi alle fonti fossili. Niente di più sbagliato, a pochi giorni dalla Cop 26 di Glasgow. Ha suscitato meno clamore del previsto la pubblicazione dei cosiddetti Pandora Papers. Ma un’informazione troppo sensazionalistica rischia solo di creare confusione, mentre in Italia si discute di riforma fiscale.
A fine anno terminerà il triennio di sperimentazione di “Quota 100”. L’esigenza di garantire flessibilità nell’età di pensionamento, però, rimane. E affidarsi al solo sistema contributivo non basta. Il Regional Authority Index, che misura il grado di autonomia di un’amministrazione decentrata, rivela tutta la distanza tra l’Italia e gli stati federali. Ma il potere delle nostre regioni non è comunque trascurabile.
Dopo il caso di Berlino, anche in Svezia il tema della casa è al centro del dibattito. Colpa anche qui degli affitti troppo alti. Una questione talmente cruciale nel paese da causare la caduta del governo.

Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”. Qual è il peso dell’economia sommersa in Italia? Nel nostro slideshow alcune stime tratte dal report Istat per il 2019.

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L’arma contro la corruzione? A volte è l’autonomia

Sistemi di approvvigionamento pubblico deboli possono portare a una riduzione delle risorse per altre spese fondamentali. Uno studio indica che talvolta la risposta appropriata a inefficienza e corruzione può essere minore, e non maggiore, supervisione.

Un decentramento che fa felici tutti

Forme asimmetriche di decentramento potrebbero offrire soluzioni flessibili ed efficaci per prevenire i conflitti intergovernativi, accentuati dall’emergenza Covid-19. Ma come garantire vantaggi alle regioni con più autonomia senza danneggiare le altre?

In Scozia torna a soffiare il vento dell’indipendenza

In caso di larga vittoria dello Scottish National Party alle elezioni parlamentari, il governo di Nicola Sturgeon con ogni probabilità chiederà a Londra di indire un nuovo referendum sull’indipendenza dopo quello fallito nel 2014. Cosa aspettarsi?

Regioni sempre più autonome. In tutto il mondo

Il potere delle regioni si rafforza ovunque. L’aumento di forme di decentramento differenziato, a livello fiscale, politico e amministrativo, è una delle tendenze del federalismo. Lo testimoniano le esperienze di Italia, Spagna, Regno Unito e Canada.

Così l’autonomia farà crescere le differenze

Il sistema delineato dalle intese con le tre regioni che chiedono l’autonomia  aumenterà il divario nella qualità e quantità dei servizi offerti a livello regionale. Si dovrebbero sciogliere i nodi dei fabbisogni standard e degli incrementi di gettito che restano nel territorio.

A che punto siamo col federalismo differenziato

Solo in inverno il governo Conte ha riaperto il dossier della più larga autonomia per Emilia, Lombardia e Veneto. Restano ancora aperti tutti i problemi legati al finanziamento delle funzioni trasferite. E sono da definire almeno due aspetti politici.

Il Punto

Greta Thunberg, la sedicenne svedese che stringe la mano del Papa, indica la strada di un futuro che dovrà essere segnato da più attenzione ai cambiamenti climatici e dall’adozione di politiche orientate alla sostenibilità. Per ora, però, l’ambiente rimane in fondo ai programmi elettorali per il voto europeo.
Il Def 2019 mostra che dei 520 miliardi trasferiti dallo stato alle regioni meno della metà si può attribuire alle singole regioni, mentre il resto va in un gran calderone. Il che complica l’eventuale attuazione dell’autonomia richiesta da Lombardia, Veneto ed Emilia. Tra gli enti locali, l’amministrazione di Roma (oggi a 5 stelle) appare sempre alla ricerca di modi per scaricare buchi, buche e debito sui contribuenti italiani. Mentre Esino Lario, piccolo comune del lecchese con costi pro capite di gestione tanto elevati come quelli della Capitale, fa fronte alle uscite trovando nuove fonti di entrata.
Davvero reddito di cittadinanza e quota 100 spingeranno – come spera il governo – l’economia italiana fuori dalle secche della crescita zero, incrementando i consumi? A conti fatti l’effetto sarà modesto. E non compenserà i costi del più alto spread e del calo di fiducia seguìto all’annuncio delle due misure.
La crescente concentrazione della ricchezza nelle mani di chi ha più di 50 anni solleva il tema di ricorrere alla tassa di successione come strumento di redistribuzione. Legittimo valutarne una riforma in senso più progressivo, controverso l’impiego delle risorse eventualmente raccolte per un bonus “nuove generazioni”. Ricordando che nella legislazione tributaria, se si commettono errori, è poi difficile tornare indietro. Esempio: la cedolare secca sugli affitti di case, introdotta nel 2011 per far emergere le molte locazioni in nero. Un po’ di riemersione c’è stata ma insufficiente a compensare l’elevata perdita di gettito d’imposta.

Un commento di Franco Debenedetti all’articolo di Fabrizio Barca “Sarà l’Europa ad arginare lo strapotere degli algoritmi?”. E la replica dell’autore.

Quando la regione diventa centralista

Il sindaco di Milano e della sua città metropolitana vuole aumentare di 50 centesimi i biglietti di tram e metropolitana, ma non può farlo senza il sì di Regione Lombardia. Una vicenda paradossale, che mette in cattiva luce il federalismo differenziato.

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