Pubblicati i risultati del processo di valutazione prudenziale del sistema bancario europeo condotto dalla Bce. La maggiore trasparenza è garanzia di più forte disciplina per l’attività di supervisione. Tra i problemi segnalati, la bassa redditività.
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Il quadro regolamentare sul trattamento dei crediti deteriorati assume contorni più definiti. Perché le banche italiane rimangano ancorate all’Europa dobbiamo però riformare il processo civile, estendendo il rito sommario.
Per le sofferenze bancarie, le ricette semplici e rapide, come la vendita generalizzata e la bad bank di sistema, sono pericolose e illusorie. Bisogna rassegnarsi a un paziente lavoro di gestione interna e di raccolta delle informazioni perché nasca un vero mercato. Il ruolo della vigilanza bancaria.
Per risolvere i problemi delle banche italiane servono decisioni coraggiose. Certo non vanno sottovalutati i rischi di una pervasiva socializzazione delle perdite degli intermediari. Ma già il solo annuncio di un intervento pubblico frena la speculazione. E riduce così il costo del risanamento.
Nel 2018 entra in vigore la Mifid II, che aumenta la trasparenza dei costi del servizio di consulenza sui prodotti finanziari. Chiari i vantaggi per i risparmiatori, ma che effetti avrà sugli intermediari? I risultati della Rdr in Gran Bretagna possono darne un’idea. La sfida per le banche italiane.
Il governo afferma che il sistema bancario italiano non è vulnerabile né in crisi sistemica. Il che escluderebbe bail-out e bail-in per risolvere le crisi bancarie. Per ora. I margini per una futura richiesta di eccezione.
Le banche italiane sono state costrette dalla Bce a correggere il valore dei loro crediti, molto di più rispetto agli altri istituti europei. Senza l’esame sulla qualità degli attivi bancari, per quanto tempo avrebbero continuato a nascondere le loro perdite?