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Banche venete? Un vero affare per gli azionisti di Intesa

Con le deroghe al codice civile, le procedure di risoluzione delle banche penalizzano “per principio” subordinati e azionisti. Così l’acquisizione delle banche venete da parte di Intesa si è conclusa con un bel regalo agli azionisti di quest’ultima.

Il Punto

Ritardi e disguidi negli interventi di spegnimento degli incendi estivi hanno tante cause. Forse anche lo smembramento del Corpo forestale. Non secondo il sottosegretario alla Semplificazione Rughetti, che lo esclude decisamente. Una posizione insostenibile, come risulta dall’articolato fact-checking de lavoce.info.
Torniamo sulle valutazioni dell’efficacia del bonus di 80 euro introdotto poco prima delle elezioni Ue del 2014. In un recente studio di tre economisti della Banca d’Italia si calcola che i consumi aggiuntivi attribuibili alla misura potrebbero essere stati la metà o poco più del reddito ottenuto. La controversia continua.
Con 34 mila denunce all’anno, medici e ospedali sono bersaglio di cause per danni ai pazienti. Spesso pretestuose. Ci sono però alcune novità legislative, in ambito penale e civilistico, che alleggeriscono la posizione dei sanitari. I quali altrimenti si rifugiano in rigide prassi di medicina difensiva.
Le due banche venete assorbite da Intesa dopo il dissesto sono esempi da manuale del modo di operare degli istituti di credito locali. Hanno assecondato l’economia del territorio adattandosi alle sue specificità. Anche troppo viene da dire, leggendo dei conflitti di interesse emersi dalle cronache. Intanto, dal gennaio 2019, arriveranno due nuovi requisiti patrimoniali per le banche volti ad accrescerne la capacità di far fronte a casi di insolvenza con risorse interne. Almeno se i risultati degli stress test sulla solidità sono precisi.
Quasi a sorpresa e in gran fretta, l’Italia sta varando una missione militare in acque libiche, navale e non solo. Scopo dichiarato, regolare il flusso migratorio. Tra molte contraddizioni e un po’ di ipocrisia.

Un commento di Sergio Beraldo all’articolo “Le scelte finanziarie migliorano con una spinta gentile” di Maria De Paola, Francesca Gioia e Fabio Piluso. Con la replica degli autori.

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale, con una parte riservata agli affezionati amici/donatori de lavoce, si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di banche italiane, populismo e Brexit. E anche di una ricerca sull’identikit dei nostri finanziatori. Ecco il programma. Vi aspettiamo!

C’era una volta l’istituto di credito del territorio

Salvataggi e ristrutturazioni cambiano il nostro sistema bancario e le condizioni di offerta del credito. Tra piccoli istituti catturati da interessi locali e grandi gruppi con centri decisionali lontani dai territori, c’è forse spazio per una terza via.

Il Punto

Il Ddl concorrenza è una legge “annuale” che dovrebbe promuovere le liberalizzazioni e invece rimbalza – potere delle lobby – tra Senato e Camera da 900 giorni. Dentro c’è un po’ di tutto. Dei rinvii beneficiano, tra gli altri, le Poste che mantengono il monopolio sulla consegna degli atti giudiziari (una torta da 200 milioni).
Il progetto sulla flat tax al 25 per cento lanciato dall’Istituto Bruno Leoni è un salutare sasso nello stagno. Ma non è – come fanno credere i proponenti – un progetto di riforma fiscale e del welfare articolato e organico. Mancano troppi dettagli importanti, almeno per ora. Utile discuterne. Lo faremo.
Il nuovo rapporto Invalsi conferma le differenze Nord-Sud nell’apprendimento degli studenti. E mostra divari geografici correlati con grandi disparità di esiti all’interno delle singole classi. Contano le condizioni di partenza ma anche l’incapacità delle scuole di garantire classi equilibrate per condizioni socio-economiche e abilità.
Il Regno Unito – ora paradiso della ricerca accademica con il 16 per cento dei ricercatori che viene da altri stati Ue – rischia di non esserlo più con la Brexit. I 5 mila italiani, impegnati nelle scienze fisiche e ingegneristiche, biomediche, sociali e umane, cercano di capire cosa sarà delle loro carriere.
Con il decreto legge su Veneto banca e Popolare di Vicenza il governo ha salvato depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti, ma non gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate danneggiati dalle condotte colpose e dolose tenute dalle due banche. Evitati gli effetti sistemici, non le ingiustizie.

Fausto Panunzi risponde ai commenti al suo articolo “Dove crescono i populismi

Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici/donatori de lavoce si terrà la mattina di lunedì 18 settembre a Milano presso l’Università Cattolica. Parleremo di Brexit e banche italiane. Presto, su questo sito, il programma dell’incontro. Intanto SAVE THE DATE, vi aspettiamo!

Banche venete: questa volta i penalizzati sono gli azionisti

Con il piano sulle banche venete, lo stato salva depositanti, obbligazionisti senior e dipendenti. Ma abbandona al loro destino gli azionisti danneggiati dalle condotte tenute in sede di collocamento e di esecuzione degli ordini di vendita.

Se non cambia, sarà ancora “un’Europa delle banche”

Se si vuole che l’Unione bancaria diventi un pilastro della costruzione europea, bisogna trarre una lezione dai salvataggi delle banche italiane. La normativa comunitaria appare insieme complessa e lacunosa e non è attenta alla tutela del risparmio.

Liquidazione o bail-in? Regole per le crisi bancarie

La direttiva europea sulla risoluzione delle crisi bancarie ha introdotto misure preventive, di intervento precoce e di risoluzione. Ma almeno in Italia i nuovi istituti convivono con l’amministrazione straordinaria e la liquidazione coatta amministrativa.

Vizi antichi nella vicenda delle banche venete

La conclusione della vicenda delle banche venete evidenzia ancora una volta una tendenza che ha caratterizzato la gestione delle crisi bancarie degli ultimi anni: rimandare la soluzione dei problemi e subordinare la logica economica a quella politica.

Il Punto

Per le banche venete niente bail-in. Arriva invece la liquidazione coatta con regole nazionali più aiuti e garanzie di stato per 17 miliardi. Forse a questo punto, rinvio dopo rinvio, non c’era alternativa. Di sicuro la politica italiana ha messo in soffitta come non indispensabile l’armonizzazione Ue del diritto fallimentare in materia bancaria. Mentre diventa cruciale che la Commissione bicamerale d’inchiesta sulle banche appena istituita produca risultati. Con poco tempo a disposizione, sarà bene che si concentri su pochi temi di peso, come accertare le responsabilità degli amministratori.
Assomiglierà ben poco al vero ius soli il compromesso che verrà approvato dal Parlamento. L’acquisizione della cittadinanza italiana dei minori sarà possibile con tre procedure (ius soli temperato, ius culturae, discrezionale). Almeno non saremo più il paese europeo occidentale più restrittivo insieme al Lussemburgo.
Nella distrazione generale, il Documento di economia e finanza 2017 ha introdotto alcuni indicatori di Benessere equo e sostenibile (Bes): il reddito medio disponibile, un indice di disuguaglianza, le emissioni di CO2 e il tasso di mancata partecipazione al lavoro. Ci dicono qualcosa di nuovo. Specie l’ultimo. In un campo affine, gli investimenti in infrastrutture, un altro indicatore sta diventando finalmente importante. È l’Acb (analisi costi-benefici) che misura gli incrementi di surplus sociale. Utile per capire se questi investimenti – che generano crescita più dei tagli di tasse o dell’“helicopter money” – sono anche qualitativamente validi.
Colpiscono le oscillazioni del valore del bitcoin, oggi esploso a 2700 dollari, partendo dal livello di 750 dollari di inizio anno (e di 250 del 2015). Difficile capire se l’aumento vertiginoso di oggi sia una bolla destinata a sgonfiarsi o la scommessa di investitori che ne apprezzano un’accresciuta stabilità di valore.

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Se Intesa davvero risolve il pasticcio delle banche venete

Intesa Sanpaolo si dichiara disponibile a sciogliere il groviglio creatosi sulle due banche venete in dissesto. A patto che non le costi nulla e che siano d’accordo le autorità europee: un esito per nulla scontato.

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