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L’esecutivo che succederà al governo Renzi dovrà affrontare il dossier banche. Il caso più complesso è quello di Mps. Poi c’è la difficile situazione delle banche venete e qualche eredità di “salvataggi” passati. A complicare il quadro è arrivata la sentenza del Consiglio di Stato sulle popolari.
Il principale problema delle banche italiane è l’enorme quantità di crediti inesigibili accumulati. Ben venga dunque il registro elettronico con i dati di tutte le procedure di recupero. I benefici potenziali sono tanti, se il regolamento di attuazione non porrà inutili barriere all’accesso.
Il ritorno dello spread sopra i 150 punti e i dubbi di Bruxelles sulla nostra legge di bilancio ci ricordano che in Europa tra debiti sovrani e bilanci delle banche esiste tuttora un circolo vizioso. Si potrebbe romperlo con un tetto sull’esposizione bancaria non verso i debiti di un solo stato ma su quello dei 19 stati dell’eurozona.
Prodotti da un settore pubblico che non ha i soldi per elaborarli, gli open data possono essere usati dal privato per creare i più vari servizi innovativi a valore aggiunto. A patto che le informazioni siano di buona qualità, cioè corrette e aggiornate. Buon lavoro a Diego Piacentini, nuovo commissario per l’Agenda digitale.
Ora che il Ceta – accordo di libero scambio Ue-Canada – è stato definito, riprende (se non vince Trump) il negoziato con gli Usa per il Ttip, bruscamente interrotto l’estate scorsa. Tanti dettagli tecnici. Un’occasione per far valere il riconoscimento delle denominazioni d’origine dei nostri prodotti tipici, come nel Ceta.
Tra le cause della mancata crescita italiana da 20 anni a questa parte, c’è stata poca attenzione alla gestione del capitale umano da parte delle imprese private. Un fattore che oggi fa molta differenza nella competitività ma che nel nostro sistema basato sulla piccola impresa viene spesso trascurato.
“Il paradosso del ticket nella sanità del Lazio”, lettera di Carlo Saitto, medico.
Molti brindano al progetto di fusione tra Deutsche Bank e Commerzbank. Due fra le banche più esposte al rischio nell’Eurozona. Che non ha davvero bisogno della nascita di un colosso da 2.300 miliardi di attivo. Con seri problemi di antitrust e di rischio sistemico. Pare comunque che non si faccia. Meglio così. Cade in questi giorni l’anniversario del fallimento di Lehman Brothers che otto anni fa diede il via alla crisi finanziaria. La Fed avrebbe potuto salvare la banca. Ma prevalsero le scelte del segretario al Tesoro di allora, Henry Paulson, che non voleva essere ricordato come Mister Bailout.
Nel nostro paese ci sono meno omicidi che in Francia o in Germania. Eppure gli italiani sentono un forte senso di insicurezza. Molto influenzato dalla rappresentazione della realtà fornita dai media. Per capire se effettivamente la sicurezza è aumentata o diminuita bisogna guardare i dati del passato e degli altri paesi.
La promessa del governo è che rapidamente scenderanno da 9 mila a mille le società partecipate dal settore pubblico. Lo strumento è il testo unico approvato in agosto. Ma proprio qui, tra le pieghe di disposizioni, eccezioni e fumosità da Azzeccagarbugli, si annidano tranelli che non fanno ben sperare.
Trovare in Italia un lavoro con un dottorato di ricerca nel cv è più facile che con la laurea. Ma quasi un terzo di chi ottiene il titolo e non rimane in università afferma che il pezzo di carta non gli è stato utile. Abbiamo cioè pochi dottori di ricerca (sotto la media Ocse) ma – paradossalmente – troppo istruiti.
Ringraziamo i lettori-sottoscrittori de lavoce.info che hanno partecipato al convegno annuale svoltosi mercoledì scorso. A disposizione di tutti i materiali di discussione presentati dai cinque relatori.
Nel momento della scomparsa di Carlo Azeglio Ciampi, la redazione de lavoce.info ricorda l’uomo che, ricoprendo le più alte cariche istituzionali, ha saputo guidare il paese con alto senso dello stato, con visione europea, grande onestà e intelligenza.
Si parla molto di incostituzionalità del bail-in, specie da parte di chi rappresenta gli interessi delle banche. Si tratta però di argomentazioni prive di fondamento, a meno che non si voglia sostenere che è incostituzionale che le banche falliscano. Esiste però un grave problema di transizione.
Il caso Mps è ancora in alto mare. Adesso spunta l’idea di chiedere la conversione “volontaria” di obbligazioni subordinate in azioni: una partita dall’esito molto incerto. Intanto il governo portoghese, zitto zitto, salva una banca evitando il bail-in. Morale: il nostro governo parla, gli altri agiscono.
Per governo e Banca d’Italia il sistema bancario italiano è sano e la volatilità delle borse esagerata. E così si esclude il ricorso a bail-out e bail-in per la risoluzione delle crisi del settore. Per ora. I margini per ricapitalizzare le banche con fondi pubblici senza coinvolgere gli obbligazionisti comunque ci sono.
Prima le molestie sessuali di Capodanno alle donne di Colonia, poi gli attentati ad opera di rifugiati e migranti: perché la Germania è uno dei paesi ad alto rischio di non-integrazione degli stranieri? I profughi sono tanti. Ma una loro distribuzione più uniforme sul territorio tedesco potrebbe ridurne gli effetti negativi.
All’indomani del tentato golpe in Turchia, Erdogan comprime le libertà con il rischio di avviare il paese anche verso una crisi economica. Perché investimenti esteri e il turismo non saranno più quelli di prima. Il premier turco sa che Ue e Usa hanno bisogno del suo paese. Ma è vero anche il contrario.
Si ferma la crescita africana dopo anni di boom. Pesano il calo del prezzo delle materie prime esportate, la frenata dello sviluppo della Cina – grande investitore – e la diffusione della corruzione. All’orizzonte, una crescita demografica senza precedenti che moltiplicherà il numero dei giovani disoccupati.
Ha radici antiche la scarsa qualità della classe dirigente al Sud. Lo dimostra con i dati uno studio che confronta l’efficacia della Cassa per il Mezzogiorno gestita in modo centralizzato fino al 1965 con il periodo successivo, quando l’autonomia territoriale l’ha consegnata ai potentati politici locali.
Sono arrivati a 1,5 milioni i contribuenti che scelgono di tassare i loro ricavi da canone con la cedolare secca. Più di quelli che lo fanno attraverso l’Irpef. Ma, al netto, lo stato perde gettito. Forse è il caso di rivedere il meccanismo dell’imposta, magari limitando i benefici a chi affitta a canone concordato.
L’articolo “Troppo educati per lavorare” di Caroleo e Pastore, pubblicato su lavoce.info nel 2013, è stato rilanciato sui social network in questi giorni. Gli autori rispondono ai numerosi commenti raccolti.
Convegno de lavoce.info
Il convegno annuale riservato agli amici de lavoce avrà come titolo “Le riforme fatte e quelle da fare“. Si terrà la mattina di mercoledì 14 settembre all’Università Bocconi di Milano. Vi aspettiamo per incontrarvi di persona, dopo tante interazioni digitali!
La prima parte dell’incontro è riservata alla redazione de lavoce e ai nostri sostenitori più affezionati, chi ci ha finanziato con almeno 100 euro nell’ultimo anno o cumulativamente negli ultimi tre anni (chi non l’ha fatto, è ancora in tempo per compiere la donazione).
Alcune banche italiane potrebbero aver bisogno di ricapitalizzarsi. Il governo cerca di contrattare con Bruxelles una diversa applicazione del bail-in per non coinvolgere nelle perdite gli obbligazionisti subordinati, spesso piccoli risparmiatori. Ma è una scelta sbagliata, per almeno tre motivi.