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Tag: banda ultralarga

Per digitalizzare l’Italia serve un piano

La digitalizzazione di un paese è un processo complesso, che non può limitarsi alla creazione di infrastrutture ad altissima velocità di connessione. Solo se si definisce un piano complessivo si possono sfruttare appieno le grandi potenzialità della rete.

Banda ultra-larga a rete unica, i consumatori sono pronti?

I mesi di lockdown hanno messo a nudo tutti i ritardi e le lacune delle infrastrutture digitali italiane. Al di là della fusione Tim-OpenFiber di cui si discute, serve un cambio di passo. Da parte dei fornitori di servizi e della Pa ma anche da parte dei cittadini.

Il Punto

Il Fondo monetario internazionale rivede al ribasso le stime di crescita dell’economia mondiale. Ecco perché è più che mai necessario accelerare sulle misure di rilancio dei consumi. Un’opportunità nel breve periodo potrebbe venire dal taglio delle aliquote Iva, che non penalizzerebbe troppo le casse dello stato. A patto che sia temporaneo. La Germania ha già scelto di farlo: una misura efficace che agisce direttamente sulle aspettative dei consumatori. E che andrebbe bene anche per l’Italia. Sul fronte europeo, intanto, qualcosa si muove con le Tltro di terza generazione: la Bce finanzierà le banche a tassi negativi, per sostenere i prestiti alle imprese. Non senza rischi.
Torna attuale la discussione sulla banda ultralarga: con la rivoluzione copernicana del 5G, diventa auspicabile lo scorporo della rete Tim. Ma resta il problema della proprietà.
Alcuni spunti interessanti ma anche molte proposte che in passato non hanno funzionato: sul turismo il piano Colao non convince. Urge spingere sulle reti d’impresa.

Continuano le puntate del podcast del Festivaleconomia, realizzato da lavoce.info in collaborazione con l’Università di Trento. Parola chiave della settimana: Salute, con Gilberto Turati. Da lunedì Catene globali del valore, con Chiara Tomasi.

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Rete pubblica o privata? Il punto sulla banda ultralarga*

Si è riaccesa la discussione sullo scorporo e sulla proprietà delle reti di telecomunicazione a banda ultralarga. Ancora una volta il tema della concorrenza s’intreccia con quello dello sviluppo delle infrastrutture e dei servizi innovativi.

Il Punto

L’Unione Europea è un comodo capro espiatorio della politica nazionale che adora indicarne le lentezze. In realtà l’Europa che non si muove è quella del Consiglio dove gli egoismi nazionali manifestano i loro diritti di veto. Mentre su temi di interesse comune come commercio estero e antitrust la Ue ha saputo e sa decidere.
Nel meccanismo del reddito di cittadinanza è nascosta una discriminazione verso le famiglie numerose, particolarmente spiacevole per quelle con minorenni. Un’iniquità introdotta per ragioni di bilancio e per tenere fede alla promessa dei 780 euro e che andrebbe corretta.
In difficoltà per il caso Siri, Matteo Salvini vuole chiudere i negozi di cannabis light. Diffusi ovunque grazie a un errore legislativo nel 2017, hanno portato a una piccola riduzione del traffico di stupefacenti, e hanno in parte sostituito – dice una ricerca – il consumo di ansiolitici e sedativi. Oggi il settore è un far west da regolamentare.
Molti ritengono un grave errore che lo stato non abbia mantenuto il controllo sulla rete delle telecomunicazioni. Ripercorrendo le giravolte di politici e imprese del settore, si vede che il più recente tentativo per riportarla nel pubblico è la rete unica per la banda ultralarga.
Intanto su internet le fake news e le espressioni di violenza si diffondono in modo virale. Mentre Facebook chiude 23 pagine italiane con 2,4 milioni di follower, ci si chiede quante altre rimangano aperte. Spesso ci crediamo vaccinati contro questi rischi. Ma le tecniche di manipolazione diventano sempre più sofisticate. Soprattutto sotto elezioni.

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Voglia di stato nelle telecomunicazioni

Circola da tempo la tesi che non aver mantenuto sotto controllo pubblico la rete delle telecomunicazioni sia stato un grave errore. L’ultimo tentativo in ordine di tempo per riportarle nell’alveo dello stato passa dalla rete unica per la banda ultralarga.

Perché l’Italia arranca sulla banda ultralarga

L’Italia ha accumulato un grave ritardo nella realizzazione di reti ad altissima capacità. Eppure, ci sono ora tutti gli strumenti per sostenere l’offerta e la domanda di connettività a banda larghissima. E le scelte ormai non sono più procrastinabili.

Il Punto

Enel – pare – contribuirà allo sviluppo della rete in fibra di banda ultra-larga in tutto il paese. Un progetto con una sua logica se realizzato in sinergia con Telecom Italia e altre società di Tlc. La concorrenza tra operatori ipotizzata dal governo ha invece in questo ambito poco senso.
Nella nuova politica Ue dell’immigrazione, grande enfasi politica accompagnata però a piccoli progressi e impegni inadeguati e riluttanti. Se i governi europei vogliono farsi carico di rifugiati e richiedenti asilo in modo cooperativo, serve altro. Come canali d’ingresso sicuri e misure di rapido reinsediamento.
Il Pil italiano è tornato alla crescita nel primo trimestre 2015 con un +0,3 per cento. Prima volta dal 2011. Mancano però ancora nove punti rispetto ai livelli di sette anni fa. Vedere il grafico per credere. Nei prossimi mesi la crescita europea beneficerà anche dei risultati reali del Quantitative easing della Bce iniziato in marzo. Per ora, giù il cambio euro-dollaro e i tassi d’interesse e su la fiducia, ingrediente essenziale dello sviluppo. In Grecia, invece, si continua a navigare a vista. Qualche miglioramento di cassa nei conti pubblici si scontra con la mancanza di liquidità per obblighi di pagamento interni (stipendi pubblici, pensioni, sanità) e rimborso del debito estero. Si preannuncia un’estate molto calda sotto il Partenone.
La recente riforma smuoverà le acque negli assetti paludosi delle banche popolari. C’è da rafforzare la capacità loro e delle altre banche locali legate al territorio nel mantenere attivi i flussi di credito a imprese e famiglie. Ma anche da ricondurre le più grandi di queste – oggi potentati incontrollabili – a normali logiche economico-finanziarie.
È positivo sentirsi sicuri di sé. Ma senza esagerare. L’eccessiva fiducia nelle proprie capacità espone a una pericolosa sottovalutazione dei rischi. Lo si vede nello sci-alpinismo, con conseguenti tragedie. Da uno studio su questo sport, alcune considerazioni utili per la vita di tutti i giorni, privata e professionale.
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