Enel – pare – contribuirà allo sviluppo della rete in fibra di banda ultra-larga in tutto il paese. Un progetto con una sua logica se realizzato in sinergia con Telecom Italia e altre società di Tlc. La concorrenza tra operatori ipotizzata dal governo ha invece in questo ambito poco senso.
Nella nuova politica Ue dell’immigrazione, grande enfasi politica accompagnata però a piccoli progressi e impegni inadeguati e riluttanti. Se i governi europei vogliono farsi carico di rifugiati e richiedenti asilo in modo cooperativo, serve altro. Come canali d’ingresso sicuri e misure di rapido reinsediamento.
Il Pil italiano è tornato alla crescita nel primo trimestre 2015 con un +0,3 per cento. Prima volta dal 2011. Mancano però ancora nove punti rispetto ai livelli di sette anni fa. Vedere il grafico per credere. Nei prossimi mesi la crescita europea beneficerà anche dei risultati reali del Quantitative easing della Bce iniziato in marzo. Per ora, giù il cambio euro-dollaro e i tassi d’interesse e su la fiducia, ingrediente essenziale dello sviluppo. In Grecia, invece, si continua a navigare a vista. Qualche miglioramento di cassa nei conti pubblici si scontra con la mancanza di liquidità per obblighi di pagamento interni (stipendi pubblici, pensioni, sanità) e rimborso del debito estero. Si preannuncia un’estate molto calda sotto il Partenone.
La recente riforma smuoverà le acque negli assetti paludosi delle banche popolari. C’è da rafforzare la capacità loro e delle altre banche locali legate al territorio nel mantenere attivi i flussi di credito a imprese e famiglie. Ma anche da ricondurre le più grandi di queste – oggi potentati incontrollabili – a normali logiche economico-finanziarie.
È positivo sentirsi sicuri di sé. Ma senza esagerare. L’eccessiva fiducia nelle proprie capacità espone a una pericolosa sottovalutazione dei rischi. Lo si vede nello sci-alpinismo, con conseguenti tragedie. Da uno studio su questo sport, alcune considerazioni utili per la vita di tutti i giorni, privata e professionale.
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Le riforme strutturali possono rivelarsi addirittura dannose, se non sono accompagnate da simultanee misure di espansione della domanda. Ma in una unione monetaria ciò è precluso e la politica monetaria non può agire da cinghia di trasmissione tra sacrifici e benefici.
Con l’unione bancaria, Banca d’Italia è chiamata a condividere con la Bce la responsabilità della vigilanza sugli istituti di credito. Per evitare che le nostre banche e imprese siano penalizzate, occorre rafforzare la ricerca sugli strumenti di vigilanza e sulla loro applicazione.
Se la Bce permette alle banche greche di continuare ad acquistare titoli di Stato mina la propria credibilità? Labile il confine tra politica monetaria e fiscale. Il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie chiamato a dimostrare la sua capacità di funzionare in modo prevedibile e trasparente.
Il Quantitative easing della Bce è ai blocchi di partenza. L’obiettivo finale è riaccendere il motore della crescita in Europa. Intanto, le borse festeggiano e gli spread calano. Eppure, ci sono anche rischi. Legati alla conclusione dell’operazione e alla bolla finanziaria che avrà generato.
La riforma delle quote di proprietà delle Banca d’Italia voleva creare un mercato di quelle quote. E prevedeva la possibilità di una banca centrale azionista di se stessa. Adesso, con il Quantitative easing, la norma introdotta un anno fa rischia di avere conseguenze paradossali.
Il rischio sistemico resta la minaccia più importante per l’Unione monetaria e il V-Lab della New York University ci dà una misura per calcolarlo. Con risultati sorprendenti. E molto diversi da quelli ottenuti con gli stress test della Bce. La situazione delle banche italiane, piccole e grandi.
Quali sono gli effetti del Quantitative easing sull’economia italiana? Ricostruzione del meccanismo di trasmissione e impatto su tasso di cambio e rendimenti dei titoli di Stato. Ma anche su esportazioni, investimenti, disoccupazione e consumi. Per il 2015 la stima è di +0,40 per cento sul Pil.
La Grecia è nuovamente l’epicentro della crisi europea. Un compromesso tra le richieste di Tsipras e le esigenze degli altri paesi Ue sarebbe possibile e auspicabile, ma l’accordo non è scontato. Nel frattempo i mercati restano calmi. Grazie soprattutto alle mosse della Bce.
Draghi ha lanciato un monito alla Grecia e ai partner europei: devono trovare un accordo su debito e programma economico. Non possono pensare che la rete di salvataggio della Bce risolva tutti i problemi. Una mossa coraggiosa ma con qualche rischio.