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La strategia della Banca centrale ucraina durante la guerra*

La guerra si sta rivelando una catastrofe umanitaria, ma quali sono le conseguenze sull’economia ucraina? Nonostante il conflitto, la Banca centrale ucraina continua a essere operativa e segue una strategia per mantenere la stabilità finanziaria del paese.

Il Punto

Bassa crescita e inflazione alta: lo spettro della stagflazione si riaffaccia in Europa. Per evitare il “peggiore dei mondi possibili” le banche centrali – la Bce in particolare – devono agire sulle aspettative, annunciando in anticipo le proprie azioni future. D’ora in avanti i paesi “ostili” pagheranno le forniture di gas russo in rubli: la decisione di Putin garantisce a Mosca un afflusso di valuta estera che limita l’efficacia delle sanzioni. Con i rincari del gas che trascinano quelli di tutto il settore, il governo italiano interviene per arginare gli aumenti dei prezzi dell’energia. Alle aziende energetiche si dovrebbe chiedere di utilizzare i profitti in eccesso per investimenti, in modo da adeguare l’offerta alla domanda. Per ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas e petrolio e rispettare gli impegni sulla transizione ecologica, sarebbe utile aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Ma le installazioni di impianti eolici e fotovoltaici sono ostacolate da iter burocratici eccessivamente complessi. Milioni di persone lasciano l’Ucraina per sfuggire alla guerra. In Italia già vive una consistente comunità ucraina: ecco alcuni dati per capire come è composta e dove vive.

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Lavoce lancia una nuova iniziativa: lavoce in 30 minuti, una serie di dirette con redattori e collaboratori per discutere dei principali temi di attualità economica. Il primo appuntamento è il 29 marzo, alle ore 18, con Gianmarco Ottaviano. Per partecipare basta compilare questo modulo.

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Il Punto

La decisione di Putin di invadere l’Ucraina si fonda anche su un consenso interno rimasto sempre forte. L’andamento di tre variabili macroeconomiche ci aiuta a capire cosa è accaduto in Russia negli ultimi vent’anni e cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi. La guerra in Ucraina non ha alcuna giustificazione nel diritto internazionale: è una violazione della proibizione dell’uso della forza sancita dalla Carta delle Nazioni Unite. La guerra non cambia però le strategie delle banche centrali: Bce e Fed proseguono sulla strada della “normalizzazione” della politica monetaria, preoccupate di perdere il controllo dell’inflazione. Il costo dell’energia, uno dei principali fattori del rialzo dei prezzi, resta intanto al centro dell’attenzione. Riproponiamo perciò un articolo che illustra cosa succede nel mercato del gas. L’Italia fatica a raccogliere capitali attraverso processi di quotazione di società. Un Libro Verde del Ministero dell’Economia e delle Finanze delinea il quadro della situazione e offre alcune risposte. Le donne immigrate sono penalizzate da un doppio svantaggio sul mercato del lavoro, rispetto alle native e rispetto agli uomini immigrati. La didattica a distanza ha prodotto conseguenze anche sugli studenti universitari, in particolare su quelli del primo anno e sui meno capaci di auto-organizzarsi.

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Una politica monetaria incurante dei venti di guerra

Sia la Bce sia la Fed proseguono sulla strada di una politica meno espansiva, nonostante la guerra in corso. Ma le ragioni della “normalizzazione” sembrano meno solide nell’Eurozona che negli Usa.

La Bce in un periodo di fuoco sui mercati finanziari

In un contesto finanziario e geopolitico sempre più incerto, con venti di guerra e spinte inflazionistiche generate dalla ripresa post pandemica, l’azione delle banche centrali diventa più difficile da prevedere. Una panoramica della situazione attuale e delle prospettive future in Usa, Uk ed Eurozona.

Il Punto

Continua sul nostro sito il dibattito su come trattare i titoli pubblici nel bilancio Bce. Una proposta per costituire un’Agenzia del debito europeo che non incorra nel problema della condivisione del rischio. Nel discorso inaugurale il presidente Mattarella ha insistito sul tema delle disuguaglianze. Per affrontarle bisogna intervenire soprattutto sulla capacità di produrre reddito e non solo sulla redistribuzione successiva. L’attuazione del Pnrr dovrebbe comportare un aumento dei tassi di occupazione di donne e giovani, attraverso quote riservate: un obiettivo che sembra contraddetto da linee guida che ammettono troppe deroghe. Nei due anni di pandemia nel nostro paese sono cambiate le abitudini di spesa, come dimostra il nuovo paniere dell’Indice dei prezzi al consumo dell’Istat. L’Italia produce più rifiuti da attività economiche degli altri paesi europei. La situazione si può migliorare puntando sull’efficienza e su impianti capaci di chiudere il ciclo. Spesso le infrastrutture di trasporto portano a una semplice ricollocazione delle attività economiche, senza determinare un vero sviluppo: se ne trova una conferma nel caso dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria. Le indagini rimandano un basso grado di alfabetizzazione finanziaria degli italiani: può dipendere anche dal modo in cui vengono poste le domande.

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Debito dell’Eurozona: collaborare senza mutualizzare è possibile

Debito pubblico nelle mani della Bce: uscirne non è un obbligo*

Liberare il bilancio della Bce dai titoli pubblici è meno urgente di quanto si pensi. All’inflazione in crescita si può rispondere in altro modo. Le proposte di introdurre un debito europeo sottovalutano il problema della condivisione del rischio.

Il Punto

Chi si è occupato dei figli in Dad durante la pandemia? Le reti famigliari e, in queste, le donne. Così, però, c’è il rischio di aggravare ancora di più i divari di genere nel mercato del lavoro: i risultati di una nuova indagine. Il ministero dell’Istruzione annuncia una ripresa della sperimentazione sulla scuola superiore in quattro anni. Forse non è una buona idea in tempi di perdita di apprendimenti. La disuguaglianza è percepita come alta nel nostro paese, ma a preoccupare gli italiani è soprattutto la mancanza di uguaglianza di opportunità. Nuovi dati per riflettere. Nella crisi da Covid, gli aiuti di stato alle imprese sono stati ingenti: in una ricerca il calcolo delle aziende e dei posti di lavori salvati dai fallimenti. Con la pubblicazione dei dati definitivi sui posti vacanti nel terzo trimestre, riproponiamo un commento sulla difficoltà di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Flessibilità davanti a una situazione ancora incerta: è con questa attitudine che la Bce si prepara ad affrontare il 2022.

È online il quinto episodio de L’anno che verrà, il nuovo podcast de lavoce che racconta i temi più importanti tra quelli trattati dalla legge di bilancio in discussione. Questa settimana, abbiamo parlato delle misure previste per ridurre i divari di genere nel mercato del lavoro con Alessandra Casarico. Potete ascoltarlo sul nostro sito e sulle principali app di podcast.

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Per chi non ha potuto seguire in diretta il Convegno annuale de lavoce del 16 dicembre, le registrazioni dei dibattiti sono disponibili qui, insieme alle slides presentate.

Nel 2022, lavoce vuole essere ancora più vicina ai suoi lettori. Vi chiediamo perciò di compilare questo breve sondaggio, per conoscere la vostra opinione e per capire quali possono essere le iniziative di maggiore interesse nel prossimo futuro.

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La Bce affronta il 2022 con flessibilità

La fine del 2021 si avvicina e si può tracciare un bilancio della politica monetaria fin qui condotta dalla Bce. Mentre il Consiglio direttivo del 16 dicembre offre utili indicazioni sulle sfide che si prospettano nel 2022, in una situazione ancora incerta.

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