Dopo l’ennesimo scandalo, il primo ministro inglese Boris Johnson ha infine deciso di dimettersi. Su temi cruciali come Brexit, pandemia e aumento del costo della vita, però, non sembra cambierà molto.
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Il Primo Ministro Boris Johnson, dopo una crescita dei consensi durante la pandemia, sta vivendo una fase complicata del suo mandato, costellata di scandali e proposte poco incisive. Farà la fine di Margaret Thatcher?
Torna d’attualità il tema dell’accoglienza dei rifugiati, anche se con l’emergenza umanitaria in Afghanistan difficilmente si ripeterà quanto accaduto nel 2015 con i profughi siriani. L’Europa si farà trovare pronta?
Anche dopo Brexit, la City rimane il mercato finanziario più grande d’Europa: Londra manterrà il suo ruolo di centro finanziario globale ma l’età dell’oro per la capitale britannica sembra essere giunta al capolinea. Alle Olimpiadi, il confronto tra le grandi potenze è anche sul piano politico-economico: nel medagliere di Tokyo gli Usa si confermano davanti alla Cina, ma un’Ue unita sotto un’unica bandiera sarebbe stata prima.
Nelle scorse settimane, come di consueto ad agosto, lavoce ha sospeso l’invio della newsletter ma abbiamo continuato ad aggiornare il sito con nuovi articoli. Parlando di: cambiamenti climatici, con il rapporto Ipcc dell’Onu che lancia l’ennesimo campanello d’allarme; dell’effetto della crisi Mps sull’economia di Siena; della proposta di spostare i seggi elettorali in edifici diversi dalle scuole; della decisione di vietare l’ingresso delle navi da crociera nella Laguna di Venezia e delle sue ricadute sul settore turistico; delle libere università non statali, sulla cui natura giuridica va fatta chiarezza; di crypto art, un mercato che dopo una rapida ascesa, sembra già in declino; e infine ancora del medagliere di Tokyo 2020, dai successi dell’Italia ai fattori demografici e socio-economici alla base dei risultati delle singole nazioni.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
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Per i fautori del “Leave” la Brexit avrebbe liberato la finanza britannica da molti vincoli burocratici. Per la City però il divorzio dall’Unione sta presentando più ostacoli del previsto, anche se Londra è destinata a rimanere un centro finanziario globale.
In questo dossier potete trovare tutti gli articoli su Brexit apparsi sul nostro sito. Si tratta del terzo dossier che dedichiamo al tema, oltre a “Meno Europa, siamo Inglesi” e “Brexit, divorzio all’inglese” usciti rispettivamente prima e dopo il referendum del 2016, che potete trovare in coda a questa pagina.
Nelle elezioni amministrative del Regno Unito ha vinto chi già governava: in Inghilterra i tory, in Scozia i nazionalisti, in Galles i laburisti. Il successo della campagna vaccinale ha premiato il premier Johnson, mentre la sinistra è sempre più divisa.
Le esportazioni del Regno Unito verso l’Unione europea sono scese in modo netto. Pur tra mille cautele, il motivo sembra essere la Brexit. Per le importazioni dalla Ue, il calo è minore grazie al regime speciale in vigore fino a luglio. Ma dopo?
L’accordo dell’ultimo minuto sulla Brexit ha dato regole specifiche al divorzio tra Regno Unito e Ue. Ma il quadro generale resta incompleto e lascia molte questioni irrisolte. Le discussioni tra le controparti continueranno ancora per molto tempo.