Il prevedibile scoppio della bolla cinese non avrà un effetto contagio sulle borse internazionali. Ma se dovesse contribuire all’instabilità politica ed economica del paese che più di tutti ha trainato la crescita mondiale, le conseguenze sarebbero devastanti. Diseguaglianze sempre più evidenti.
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Dal punto di vista industriale, il matrimonio tra Pirelli e ChemChina ha una logica chiara. E l’obbligo di Opa è una buona notizia per il funzionamento del mercato azionario e per i piccoli azionisti. “Italianità” garantita nel breve periodo, ma poi tutto dipende dalla competitività del paese.
A sorpresa è arrivata l’intesa Usa-Cina sulla riduzione delle emissioni, con il gigante asiatico che per la prima volta accetta il principio di limitare le proprie. Crescono così le possibilità di un vero accordo globale sul clima. Ma alle parole devono seguire i fatti, soprattutto a Occidente.
Si fa presto a dire che gli strumenti chiave per la disciplina europea di bilancio sono il saldo strutturale e il cosiddetto output gap. In realtà si tratta di stime complesse e tutt’altro che univoche, oltre che di regole di quasi impossibile comprensione per un cittadino di media cultura. Entriamo in questo rompicapo. Avvertenza: se non capite, non siete stupidi; forse stupide sono queste regole di Bruxelles.
La campagna elettorale per le Europee ha ignorato temi che saranno di grande rilevanza nei prossimi anni. A cominciare dall’energia e dalla dipendenza dal gas russo. Sullo sfondo, le difficili trattative sul trattato commerciale Usa-UE e l’accordo Russia e Cina.
L’ingresso di Dongfeng nel gruppo Psa Peugeot Citroën riaccende i riflettori sulla crescente partecipazione delle multinazionali cinesi nell’industria automobilistica mondiale. È sostenuta da un’elevata liquidità finanziaria, ma presenta segnali di debolezza.
La prossima tappa del processo di riforma in Cina dovrebbe essere la liberalizzazione delle banche. Per venire incontro alle esigenze di piccole imprese e famiglie, che finora con i lori risparmi hanno sussidiato la grande industria pubblica e gli enti locali. Ma resta ancora molto da fare.