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Perché il rapporto Draghi non è solo un libro dei sogni

Il rapporto Draghi offre una profonda analisi delle ragioni per la scarsa crescita Ue e dei rischi per il futuro. Le soluzioni proposte richiederebbero che l’Europa diventasse una vera federazione. Ma qualcosa si può iniziare a fare, almeno tra paesi volenterosi.

Non tutti i territori sono uguali, neanche nelle aree competitive

Anche all’interno di territori competitivi, emergono notevoli disparità a favore delle imprese nelle aree urbane o periurbane. Le politiche regionali e quelle per le aree interne devono tener conto di queste differenze, evidenziate da nuove tecniche.

Energia: dalla sicurezza alla competitività

Scongiurato il pericolo razionamento, resta il problema del costo del gas. Va salvaguardata la competitività della nostra economia, perché fra sacrosante politiche ambientali e costi energetici, il rischio della deindustrializzazione definitiva è reale.

Di inflazione non ce n’è una sola*

In quasi tutti i processi inflazionistici i prezzi dei singoli prodotti variano a ritmi molto differenti tra loro, con effetti sull’economia reale. Non è possibile agire utilizzando un unico strumento di politica economica, come i tassi di interesse.

Turismo nel Pnrr: troppo dettaglio toglie la visione

Un portale, un investimento apparentemente massiccio sulla competitività, un “programma speciale” ritagliato su Roma capitale: sono gli investimenti del Pnrr per il capitolo turismo. Ma i benefici veri arriveranno da altri provvedimenti più generali.

Un buon trasporto pubblico locale ci porta fuori dalla crisi*

Il trasporto pubblico locale costituisce un importante fattore di crescita e competitività dei territori. La ripresa dalla crisi avrà bisogno di un sistema efficiente, più sostenibile dal punto di vista ambientale, più flessibile e più integrato.

Così il Sud Europa ha perso 20 anni di rivoluzione informatica

Dalla metà degli anni Novanta, la crescita della produttività nel Sud Europa è stata molto inferiore rispetto a quella di altri paesi sviluppati. Perché non hanno saputo approfittare della rivoluzione informatica. E la causa è un management inadeguato.

Cina, il nuovo traguardo delle gomme Pirelli

Dal punto di vista industriale, il matrimonio tra Pirelli e ChemChina ha una logica chiara. E l’obbligo di Opa è una buona notizia per il funzionamento del mercato azionario e per i piccoli azionisti. “Italianità” garantita nel breve periodo, ma poi tutto dipende dalla competitività del paese.

Il tortuoso cammino delle semplificazioni

Con l’approvazione dell’agenda della semplificazione, il Governo cerca di dare organicità alle misure che dovrebbero rendere più efficienti e celeri le procedure amministrative. E aiutare la ripresa. Peccato che i risultati si vedranno tra due anni: forse il crono-programma è da rivedere.

Chi investe nelle Pmi se l’Opa è “à la carte”?

Il “decreto competitività” prevede per le piccole imprese quotate una soglia modulabile per l’obbligo di Opa. Ma la riforma dà a Consob una discrezionalità non voluta. Ed è un nuovo freno all’ingresso di investitori istituzionali nelle Pmi quotate. Il vero problema è la dimensione delle aziende.

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