L’ordinanza del Tribunale di Roma che, prima della sospensiva, ha fermato Uber in Italia si fonda su leggi vigenti. Perché compito della magistratura è farle rispettare. Mentre è compito della politica modificarle, quando fenomeni e interessi cambiano.
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L’Europa ha svolto un ruolo importante per la modernizzazione del nostro paese, spingendoci verso una politica della concorrenza. Oggi queste politiche sono sul banco degli imputati, ma vanno difese. Mercati più concorrenziali sono un alleato dei consumatori.
Due i numeri fondamentali dell’anticipo del bilancio federale 2018 presentato da Trump: +54 miliardi di dollari di spese militari, -54 miliardi di altre spese discrezionali. Vuole rassicurare il “popolo” che lo ha eletto. Ma taglia i fondi ministeriali per welfare, ambiente, aiuti internazionali. Sulla carta senza deficit aggiuntivo.
La promozione della libera concorrenza è da sempre un principio fondante dell’Europa che celebra i 60 anni del Trattato di Roma. Con capacità di traino delle legislazioni nazionali, ad esempio in Italia. Salvo eccezioni davanti a categorie particolarmente aggressive come farmacisti e tassisti. Tra successi e delusioni, un bilancio sui vari temi presidiati prima dalla Cee e poi da Ue e Unione monetaria si trova nel nuovo Dossier con gli articoli che abbiamo pubblicato in occasione della ricorrenza.
Nei giorni in cui il governo libico presenta il conto per fermare i flussi, un decreto legge del ministro Minniti introduce procedure più rapide per identificare i migranti, valutare le loro domande e rispedirli a casa quando non hanno titolo alla protezione. Pesa la mancanza di accordi per i rimpatri con i paesi dell’Africa sub-sahariana. Un rapporto fresco di stampa dell’Agenzia per la cooperazione allo sviluppo descrive la strategia per massimizzare i benefici di coloro che hanno diritto all’accoglienza, per l’Italia e per il paese d’origine.
Escono tutti male dalla vicenda dei voucher. Governo e maggioranza che hanno fatto un passo indietro, la Cgil che ha usato slogan non convalidati dall’evidenza dei numeri, infine – più di tutti – i lavoratori e i piccoli imprenditori che li utilizzavano. E ora bisogna inventarsi qualcos’altro che li sostituisca.
Ci sono due modi di fare il professore universitario: osservare le cose dalla torre d’avorio oppure “sporcarsi le mani”anche nelle professioni. Il primo rischia di essere tutto teoria. L’altro entra nella pratica ma può comportare conflitti d’interesse. Un terreno scivoloso da percorrere con prudenza.
Giorgio Barbieri e Francesco Giavazzi rispondono ai commenti al loro intervento “Quei burocrati che frenano l’Italia”
La crescita delle piattaforme digitali pone nuove sfide alle autorità di regolazione. L’Unione Europea si muove, varando alcune linee guida su accessibilità, protezione del consumatore e trasparenza. E anche in Italia ci si prepara a discutere un disegno di legge sul tema. La concorrenza in rete.
Continuiamo ad analizzare i primi due anni del governo Renzi. In realtà l’anno degli interventi importanti sul mercato del lavoro è stato il 2015, sul quale ci sono freschi freschi i dati Inps. Le 600 mila assunzioni nel privato, prevalentemente a tempo indeterminato sono in buona parte effetto del Jobs act e della decontribuzione per i nuovi assunti (con i risultati visibili nel grafico pubblicato qui). Rovescio della medaglia: la crescita economica (0,7 per cento) rimane tra le più basse d’Europa e quest’anno la decontribuzione non c’è quasi più. Sulla concorrenza il governo aveva presentato subito un disegno di legge (in attuazione di una legge del 2009 rimasta lettera morta sotto Berlusconi, Monti e Letta). Poi però il ddl, il cui iter parlamentare è ancora in corso, ha perso i pezzi sotto i colpi delle lobby. Mentre lo sviluppo della banda larga sembra decollare dopo diversi cambi di programma. Risultati a metà anche sulla promessa diminuzione di tasse. Il bonus di 80 euro, la decontribuzione temporanea sulle assunzioni a tempo indeterminato, l’abolizione della Tasi sulla prima casa sono tagli veri ma poco coerenti tra loro e fatti in deficit sotto la coperta delle clausole di salvaguardia. Sui beni culturali i fiori all’occhiello del biennio sono il progetto Pompei e 20 nuovi direttori di musei dotati di ampia autonomia. L’inversione di tendenza si scontra però con l’esiguità degli interventi (rispetto al patrimonio archeologico e artistico da gestire) e – in modo meno visibile – con una poco meritocratica assegnazione dei fondi per lo spettacolo. Mentre il Parlamento discute una revisione della legge sullo scioglimento dei comuni per mafia, vale la pena ricordare gli effetti dei commissariamenti compiuti: riduzione di spese, selezione più dignitosa della classe politica, punizione elettorale dei partiti coinvolti, influenza positiva sui territori limitrofi.
Il disegno di legge sulla concorrenza riprova a introdurre la possibilità di costituire la srl base senza l’intervento del notaio, per favorire l’imprenditoria. Ma non è facile vincere le resistenze. Intanto l’Europa presenta una proposta per la costituzione on line delle società con un solo socio.
Il disegno di legge sulla concorrenza punta a superare il regime transitorio di maggior tutela per consumatori e piccole aziende nel mercato elettrico. Perché il mercato libero già oggi offre possibilità di risparmi più alti, mentre l’ingessamento della domanda rallenta l’innovazione commerciale.
Fusione in vista per le due società che gestiscono i più importanti scali lombardi: Malpensa, Linate e Orio al Serio. Si creerà così una posizione dominante, a scapito della concorrenza, che dovrebbe richiamare l’attenzione dell’Antitrust. Il conflitto di interesse dei due comuni interessati.
Proposta per la prima volta sulle pagine de lavoce.info, l’idea del contratto a tutele crescenti è diventata legge dello stato. L’efficacia della riforma sarà misurata in termini di riduzione della precarietà. Un risultato non scontato, su cui pesano alcuni errori d’impostazione. Il Jobs act -da completare nei prossimi mesi- mira anche a far emergere le finte partite Iva e i contratti a progetto che ingrossano le fila del precariato. Facciamo i conti per scoprire quali e quanti sono i collaboratori che potranno diventare subordinati. Anche ricorrendo in tribunale.
Sette le aree toccate dal Disegno di legge sulla concorrenza: assicurazioni, comunicazioni, poste, energia, banche, professioni e salute. Provvedimenti specifici e necessari per modernizzare l’Italia. Esclusi ingiustamente taxi, farmacie, servizi pubblici locali e ferrovie. Mentre le categorie colpite torneranno alla carica in Parlamento.
A che punto sono le riforme istituzionali? Con l’approvazione dell’Italicum, nuova legge elettorale per la Camera, andrà in soffitta -senza rimpianti- il Porcellum. Ma la partita della riforma del Senato è ancora tutta da giocare. Sarà una procedura di modifica costituzionale lunga e complessa.
Da Bruxelles arriva un test di realtà per la Grecia, per il neo-premier Tsipras e per i suoi elettori. Il minimo di flessibilità ottenuta richiede di fare comunque le impopolari riforme richieste.
Il rischio di nuove crisi “di sistema” accresce i livelli di capitale che le banche dovrebbero tenere a riserva. Da calcoli fatti alla New York university si scopre che alcune grandi banche europee (anche italiane) sono molto esposte a questo tipo di rischio. Risultati molto diversi da quelli usciti dagli stress test della Bce.
Tra pochi giorni parte il Quantitative easing, la nuova strategia della Bce per aiutare la crescita. Vediamo la catena di effetti sull’economia italiana. Il Pil potrebbe salire dello 0,4 per cento già quest’anno.
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Cinque domande e cinque risposte su taxi e tassisti
Di Sergei Kovbasyuk e Fabiano Schivardi
il 03/03/2017
in Commenti e repliche
Innanzitutto, vorremmo ringraziare tutti i lettori per i commenti e le critiche al nostro articolo, tutte costruttive e civili, cosa che in rete non è sempre scontata. In questa breve risposta, riassumiamo e commentiamo i temi più ricorrenti.
Perché dovremmo compensare i tassisti?
Perché i tassisti dovrebbero essere più garantiti di molti altri lavoratori che hanno visto peggiorare le loro prospettive occupazionali? lavoce.info è un sito di analisi economica. Come tale, approfondisce temi e fa proposte utilizzando gli strumenti dell’economia. In questo articolo abbiamo proposto un meccanismo che potrebbe essere usato per compensare i tassisti. Decidere se compensarli sia “giusto” o “sbagliato” esula dagli obiettivi che ci proponiamo su questo sito. Se sia giusto indennizzare i tassisti, e in che misura, sono domande che rientrano nei giudizi di valore. Ognuno ha la sua opinione. Spetta alla politica rappresentare quelle dei cittadini e tradurle in decisioni su cosa fare in una situazione in cui ci sono interessi in conflitto (tassisti da una parte, utenti e potenziali nuovi tassisti dall’altra).
Bisognerebbe tenere conto di un periodo di ammortamento del valore della licenza?
Tecnicamente, una licenza è un diritto a ottenere una rendita perpetua. Come tale, il suo valore non dipende da quanto la si detiene. Ad esempio, i tassisti “anziani” la usano come sostituto alla liquidazione quando smettono di operare il taxi. Si può decidere di indennizzare diversamente tassisti con diversa anzianità, ma da un punto di vista economico l’ammortamento non è un motivo per farlo.
Come attuare la proposta se in Italia è difficile raccogliere le tasse?
La tecnologia in questo caso aiuta molto. Ad esempio, con Uber ogni corsa viene pagata con carta di credito, l’ordine viene registrato e tecnicamente è facile applicare una tassa.
Le tariffe fisse evitano che gli operatori si approfittino di picchi di domanda per aumentare ingiustamente i prezzi, come fa Uber?
Quando piove trovare un taxi è tanto probabile quanto vincere la lotteria. Aumentare il prezzo è un modo per indurre i tassisti a fare un turno in più quando il loro servizio è particolarmente utile. La teoria economica su questo punto è chiarissima: fare variare il prezzo per equilibrare domanda e offerta è più efficiente che utilizzare schemi di razionamento.
Esistono altri schemi?
Sì esistono schemi diversi da quello da noi proposto. Uno alternativo al nostro sarebbe di vendere le licenze ai nuovi tassisti e usare i proventi per indennizzare i vecchi. Il problema è che si creerebbe una platea ancora più numerosa di tassisti pronti a opporsi a ogni altra liberalizzazione. Inoltre, diventerebbero tassisti solo coloro che hanno già i soldi per pagare la licenza o coloro che li possono prendere a prestito. Nella nostra proposta, invece, le licenze sono gratuite e non a numero programmato. Chiunque soddisfi determinanti requisiti la può ottenere.