Senza dar retta alle obiezioni della commissione Ue, il governo presenta una manovra che tra più spesa e meno entrate mette insieme 38,1 miliardi di risorse. Coperte per meno della metà e frutto di un mix di provvedimenti che arriva a una vera magia: tanto rumore (per sforare i conti) per nulla, nemmeno una spinta alla crescita. Solo per il 2019, la legge di bilancio caricherà su banche e imprese più di 6 miliardi di maggiori tasse, tra anticipi-rimodulazioni di vario genere e riforme strutturali (come abolizione di Iri e Ace e sconto fiscale sugli utili reinvestiti) con aggravi sicuri e benefici incerti.
Nelle elezioni Usa di midterm, le donne hanno votato più degli uomini e, quando si sono candidate, sia le democratiche sia le repubblicane hanno vinto più dei maschi. Un’onda rosa formatasi nel gennaio 2017 con la grande manifestazione anti-Trump e cresciuta con il movimento MeToo.
Capita, come qualche giorno fa, che le costruzioni abusive vengano spazzate via dalle piogge o dalle frane. Raramente dalle ruspe per ordine di un’autorità amministrativa. Un’occhiata alle stime e alle statistiche dà un’idea della vastità di questo fenomeno. Duro a morire. Meno disastroso, ma un altro vizietto diffuso in Italia più che altrove è il plagio accademico. Chi copia articoli scientifici per ottenere titoli di studio o vincere concorsi non subisce gravi conseguenze, nemmeno se ha cariche politiche. Mentre in paesi come Spagna e Germania si dimette con disonore. Organi indipendenti (dunque non l’agenzia stile Minculpop a cui sta pensando il governo) potrebbero far rispettare le regole.
Per prendere decisioni su molte grandi opere il governo si affida alle analisi costi-benefici che misurano i vantaggi per cittadini e imprese. Se però si vuole stimare l’impatto su crescita e occupazione, meglio fare analisi comparative di valore aggiunto. Anche perché non tutti gli investimenti pubblici le aiutano.
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Tante donne elette negli Stati Uniti con le elezioni di midterm. Sono spesso molto giovani e hanno origini diverse. Sono il frutto di un nuovo modo di fare politica, basato sull’associazionismo diffuso. Potrebbero aprire una stagione di cambiamento.
Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini e a rimanere segregate nelle posizioni più basse della scala gerarchica. Secondo alcuni studi, ciò può dipendere anche da norme sociali che “sconsigliano” di impegnarsi pienamente nel mercato del lavoro.
“Non è utile mettere in discussione l’esistenza di qualcosa che è irreversibile”. Così Mario Draghi ha spazzato via i dubbi sul radicamento della moneta unica in Europa. E sulla possibilità che l’acquisto e la detenzione di titoli pubblici rimarranno nella cassetta degli attrezzi della Bce anche in futuro.
La nave Aquarius, con 629 persone a bordo, doveva essere accolta in un porto italiano in base al diritto internazionale, come sostiene l’ex sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini? Nel labirinto di trattati e convenzioni internazionali il fact-checking de lavoce.info arriva alla conclusione che ha torto.
Una donna famosa che ostenta di stirare una camicia non fa niente di speciale ma conferma un cliché della cultura dominante che ha conseguenze economiche. Una minor presenza femminile nell’attività produttiva riduce il reddito complessivo e si traduce in uno spreco di capitale umano. Poi non sorprendiamoci se in Italia rimane bassa la partecipazione delle donne all’innovazione. Solo nel 17 per cento dei brevetti è presente almeno una donna. Contro il 50 per cento teorico e il 30 effettivo nel mondo.
Strano ma vero. Chi manda un ordine di e-commerce da un computer (meglio se Apple) è più solvibile di chi lo invia da smartphone. Contano anche l’orario d’invio dell’ordine e il tipo di indirizzo e-mail. Tutte conclusioni consentite dall’uso dei big data per profilare i creditori in base alla loro affidabilità.
La bassa produttività delle imprese italiane trova la principale spiegazione nella loro dimensione limitata. Piccolo è brutto quando c’è da investire in innovazione ma aiuta anche a sfuggire il fisco. L’eliminazione di questo incentivo perverso farebbe salire la dimensione media del 25 per cento e la spesa in ricerca del 35.
Un sistema di selezione dei docenti universitari basato su concorsi locali preceduti da una abilitazione nazionale dovrebbe dare maggiori garanzie di scelta dei migliori candidati. Eppure può dare risultati opposti quando le singole commissioni perseguono obiettivi ben diversi dal merito.
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L’Italia è uno dei paesi in cui le donne partecipano meno allo sviluppo di innovazioni. Si tratta di uno spreco di capitale creativo. Dall’istruzione all’impresa, la promozione delle pari opportunità potrebbe dare benefici anche alla politica industriale.
Per coprire il buco di 50 miliardi che la flat tax aprirà nei conti dello stato il governo pensa alla “pace fiscale”. Una sanatoria modulata per tipo di contribuente e di morosità da cui entreranno – se va molto bene – 10 miliardi in due anni.
Il nuovo governo spagnolo a maggioranza femminile fa risaltare la – purtroppo non nuova – scarsa presenza di ministre in quello italiano (sono solo 5 su 18). Una mancanza di attenzione politica confermata dalla vaghezza delle proposte su divari di genere e famiglia nel contratto-programma del governo Lega-M5s. E manca di una visione anche il capitolo del programma sull’università. Un frullato di richieste condivisibili (come di aumentare le risorse) e discutibili (la riforma dell’Anvur in nome di cosa?). Senza l’analisi di cosa schiacci l’Italia in fondo alle classifiche Ocse per numero di laureati. Un altro punto del contratto di governo è quello di frenare il trasformismo, i cambi di casacca dei parlamentari. Ma il vincolo di mandato per gli eletti stravolgerebbe la Costituzione. Mentre basterebbe cambiare i regolamenti delle due Camere.
Quella di Alitalia è una delle patate bollenti passate da Gentiloni a Conte. Al collasso dell’azienda si aggiunge la quasi certa violazione delle regole Ue sugli aiuti di stato con i 900 milioni di prestito ponte (troppi e poco efficaci) erogati dal governo precedente. Serve un immediato intervento.
Maria Cannata risponde ai commenti al suo intervento “Mini-Bot o Ccf: la grande illusione”
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La nuova legge elettorale promuove un maggior equilibrio di genere nella formazione delle liste. L’obiettivo del 40 per cento non è stato raggiunto, ma la composizione del Parlamento è più equilibrata. Dati contrastanti nel voto regionale di Lombardia e Lazio.
Sale l’occupazione femminile e diminuisce il divario salariale fra uomini e donne. Ma per arrivare a una maggiore parità di genere nel mondo del lavoro bisogna comprendere il legame tra comportamento delle imprese, dei lavoratori e dei loro colleghi.
Il lavoro delle donne rappresenta un enorme potenziale di crescita del paese. Per questo la promozione dell’occupazione femminile e la parità tra uomini e donne nel mercato del lavoro dovrebbero essere una priorità. E non solo una volta l’anno.
In Italia le donne che hanno un figlio soffrono di una penalità nel reddito da lavoro per un periodo lunghissimo, fino a 15 anni dopo la prima gravidanza. L’entità della perdita dipende da quanto tempo è passato dal conseguimento del titolo di studio.