Dopo la sua grande vittoria, Renzi dovrà fare i conti con un’Europa in cui hanno avuto una grande affermazione i movimenti populisti. Il loro successo si spiega con le spinte migratorie dai paesi ad alta disoccupazione giovanile a quelli a bassa disoccupazione per gli under 25.
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Il sistema elettorale spagnolo, proporzionale con liste bloccate e sbarramento al 5 per cento, non assicura automaticamente la governabilità: Psoe e Ppe sono spesso scesi a patti con partiti locali. Il rischio è acuire i clientelismi e non garantire un’adeguata rappresentanza ai partiti nazionali
Una comunicazione politica efficace si fonda su dati raccolti in modo mirato e intelligente. Per comprenderne le potenzialità anche per l’Italia, oggi e nelle prossime uscite, proponiamo una serie di articoli che raccontano in chiave statistica tre campagne elettorali per l’elezione del sindaco.
Nelle ultime elezioni politiche sondaggi ed exit poll si sono rivelati molto lontani dai risultati effettivi. Cinque fra i più importanti sondaggisti italiani hanno cercato di spiegare perché. Hanno anche accettato di rispondere ad alcune domande de lavoce.info. Un commento alle loro affermazioni.
Certamente i sondaggi elettorali hanno dei limiti, ma merita una riflessione anche il controverso rapporto con i mezzi di informazione. I media e la politica chiedevano una “predizione” che fotografasse molto precisamente l’esito del voto. Con tanto di domande impossibili rivolte ai sondaggisti.
I sondaggi sono uno strumento di marketing molto efficace per le aziende. Più difficili quelli sulle intenzioni di voto. Perché fotografano le opinioni degli elettori in un momento diverso da quello della consultazione. E in un quadro politico che muta rapidamente. Costi e qualità delle ricerche.
Al di là dei problemi che rendono difficile la rilevazione, al sondaggista può capitare di cadere nella trappola dell’opinione dominante. Dubita così dei numeri che ha raccolto e, occhieggiando i risultati dei colleghi, attenua le tendenze che ne emergono. Che poi a urne aperte si rivelano corrette.
I sondaggi non hanno “previsto” il boom del M5S alle ultime elezioni perché era difficile inquadrarlo in uno scenario, proprio per i suoi elementi di peculiarità e novità. Ma probabilmente anche perché gli elettori dell’area di centrosinistra erano riluttanti a dichiarare l’intenzione di votarlo.
Non appaiono così sbagliate le previsioni dei sondaggi nelle ultime elezioni italiane se le si interpeta nella loro accezione corretta, ovvero indicare una tendenza degli elettori. Fin da metà gennaio molti elementi erano chiari, a cominciare dalla forte ascesa dell’M5S. Instant poll e cellulari.
Non fosse stato per pioggia e neve che imperversavano in buona parte d’Italia, il M5S avrebbe potuto raggiungere il 27,9 per cento dei voti nelle prime elezioni politiche svoltesi d’inverno. Ecco perché il movimento di Grillo è il più danneggiato dal maltempo, che invece ha avvantaggiato Pd e Pdl.