Poste italiane è stata sanzionata dall’Antitrust per abuso di posizione dominante nella vendita di energia elettrica e gas. La società contesta la decisione e ricorrerà al Tar. Intanto però un decreto abroga la norma in base alla quale è stata condannata.
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Le alte temperature fanno accendere i condizionatori e schizzare la richiesta di energia elettrica. È questa la causa dei blackout che creano disagi a cittadini e imprese. Bisogna intervenire sulle reti se si vogliono usare di più le fonti rinnovabili.
Già oggi oltre il 70 per cento delle famiglie compra l’energia elettrica sul mercato libero. Che offre opportunità vantaggiose, ma spesso sconosciute ai consumatori. Un aiuto può arrivare dal Portale offerte, a patto di migliorarlo e potenziarlo.
Gli ultimi due governi hanno adottato politiche per il mercato dell’energia che rischiano di produrre nuove concentrazioni e una riduzione della concorrenza. Ne faranno le spese i clienti finali, che avranno meno possibilità di scelta e di risparmio.
Il costante aumento del prezzo del gas si riversa su quello dell’energia elettrica. Un’analisi per fonti di produzione, termoelettrica o rinnovabile, mostra anche la notevole crescita dei margini di profitto. E suggerisce di utilizzarli per investimenti.
Il decreto sui presunti extraprofitti delle fonti rinnovabili è certo disorganico. Nasce però dalla consapevolezza che i prezzi dell’energia elettrica rischiano di perdere il legame con i costi di produzione. Va ripensato il sistema che li determina.
Il piano “France 2030” assegna un ruolo cruciale all’idrogeno. La scelta si fonda interamente sull’aspettativa di poter contare su energia elettrica a basse emissioni e a prezzi competitivi, grazie al nucleare. Sarà una strategia di successo?
I rincari del gas, legati a dinamiche planetarie, non sono riconducibili di per sé al percorso di transizione energetica. E se si decide di non trasferirli in bolletta, vanno evitate misure di corto respiro e contraddizioni con gli obiettivi di fondo.
L’ultimo bando del Gestore dei servizi energetici per destinare incentivi alle centrali elettriche green è andato quasi deserto. Colpa delle procedure, ancora troppo lunghe e complesse, e dei molti ostacoli istituzionali che scoraggiano gli investitori.
A marzo 2020 i consumi di energia elettrica in Italia sono scesi del 10 per cento. Il calo è conseguenza dei decreti che, per frenare la diffusione del coronavirus, hanno fermato le attività produttive. Ma peggio di così era andata solo nell’aprile 2009.