In anticipo sulle previsioni, la Banca centrale europea ha rivisto il proprio target di stabilità dei prezzi, fissando un obiettivo di inflazione simmetrico del 2%. Le conseguenze della scelta e le differenze con la strategia messa in atto dalla Fed.
Tag: Fed Pagina 3 di 7
La fase di uscita dal Covid-19 ricorda la fine della seconda guerra mondiale? Allora si ebbe una temporanea impennata dei prezzi, con una crescita inizialmente incerta. Ma le politiche economiche furono molto più restrittive di quelle annunciate oggi.
Quali analogie tra la fase post-pandemica e il dopoguerra? Allora i prezzi s’impennarono e la crescita inizialmente balbettò. Ma le politiche adottate furono molto più restrittive di quelle annunciate oggi. Intanto la Fed, se da un lato continua a immettere liquidità con il Quantitative easing, dall’altro la ritira con operazioni cosiddette di “reverse repo”. Guardando già alla fase di normalizzazione dei tassi. Alcune opportunità ma anche molti rischi dalla decisione del Salvador di dare corso legale ai Bitcoin, garantendone la conversione in dollari. Come reagirà la già debole economia del paese?
Il reddito di cittadinanza resta uno strumento fondamentale contro la povertà. Eppure non raggiunge una parte dei poveri relativi, mentre accade che benefici chi povero non è. Come modificarlo per garantire una allocazione delle risorse migliore? I dati relativi ai redditi delle città suddivisi in base ai diversi quartieri permettono di monitorare l’andamento delle disuguaglianze. E più è grande il centro abitato, più aumentano le disparità. Sfiorano il milione i figli di immigrati in attesa di una riforma della cittadinanza: sarebbe un errore aspettare la prossima legislatura per intervenire. Il modello tedesco come possibile alternativa allo “ius soli”.
Alcuni territori si sono dotati delle infrastrutture necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti; in altri l’indifferenziato continua a viaggiare tra le diverse regioni e verso l’estero. Serve un piano nazionale.
Al via le domande per l’assegno unico, in attesa dell’entrata a regime della misura a gennaio 2022. Abbiamo raccolto tutti i nostri articoli sul tema in un apposito dossier.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici”.
Per continuare a proporre sempre nuovi contenuti e migliorare la qualità del servizio che offriamo a voi lettori c’è bisogno del contributo di tutti. Sostieni lavoce con una donazione!
Da un lato, la Fed immette liquidità con il Quantitative easing, dall’altro la ritira con operazioni di Reverse Repo, per evitare che i tassi divengano negativi. Il processo di normalizzazione quantitativa è così già avviato. Ma c’è un fatto nuovo.
La crescita dell’inflazione è determinata da due fattori: la pressione sui costi delle imprese e le aspettative sul futuro. È proprio questo secondo aspetto quello più critico. E le banche centrali si trovano davanti a un delicato crocevia.
All’uscita dalla pandemia sono due le questioni all’ordine del giorno: le spinte inflazionistiche degli ultimi mesi saranno transitorie? La forte ripresa che si profila sarà sostenibile e duratura? Per l’Europa decisive le risposte della Bce.
La società di Jeff Bezos ha emesso bond per 18 miliardi di dollari. A spingerla all’operazione non sembra essere stata una reale necessità di denaro. Ma la vera novità è che il differenziale con i titoli di debito americano è stato praticamente azzerato.
Ci ha lasciati Robert Mundell, il cui modello ha formato intere generazioni di economisti. Sostenitore della moneta unica, ha unito l’analisi rigorosa di finanza internazionale e tassi di cambio con quella del mercato dei beni. Un ricordo della sua eredità.
La Fed ha avviato la sperimentazione di un dollaro digitale. Perché proprio ora? Per contrastare l’attivismo della Cina. La moneta digitale potrebbe essere infatti il prossimo terreno di scontro fra superpotenze. E gli Stati Uniti vogliono essere pronti.
Ingenti trasferimenti monetari agli stati ma meno spese per i beni pubblici europei: il compromesso raggiunto sui fondi NextGen rischia di segnare un passo indietro nell’integrazione? Dove non sembrano esserci stati passi in avanti è nel Patto per le migrazioni della Commissione europea, ancora legato a una visione dei migranti e dei rifugiati come costo e non come risorsa. Intanto, le decisioni della Federal Reserve rendono ormai inevitabile una svolta espansiva anche da parte della Banca centrale europea. Che potrebbe però richiedere una revisione dei trattati.
L’interconnessione tra Usa e Cina va ben oltre le semplici relazioni commerciali. Ma è difficile pensare a un futuro per il multilateralismo in questo periodo di guerra fredda.
Spesso un grafico vale più di tante parole: seguite la nostra rubrica “La parola ai grafici“. Da oggi questa e altre rubriche saranno incluse direttamente nella newsletter, che ha una veste grafica rinnovata.
Spargete lavoce: 5 per mille a lavoce.info
Destinate e fate destinare il 5 per mille dell’Irpef a questo sito in quanto “associazione di promozione sociale”: Associazione La Voce, Via Bellezza 15 – 20136 Milano, codice fiscale 97320670157. Grazie!